Vomito ogni giorno in allenamento: psicologo necessario | Racconto scioccaonte

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Spogliatoio (LaPresse) www.goalsicilia.it

Il calciatore confessa di avere avuto eccessivo stress e di ricorrere ad uno specialista per ritrovare serenità.

Il mondo del calcio è ricco di sfide, gloria e pressioni estreme. I calciatori vivono una vita costantemente sotto i riflettori, tra aspettative elevatissime, critiche e un ritmo di competizione che lascia poco spazio a errori. Tuttavia, al di là della fisicità e della tecnica, la mente gioca un ruolo essenziale nella vita di ogni atleta. Proprio per questo, molti calciatori ricorrono a un supporto psicologico per affrontare situazioni di difficoltà personale o professionale, trovando negli psicologi sportivi figure fondamentali per la loro salute mentale ed emotiva.

La pressione psicologica sui calciatori si manifesta in vari modi, che vanno dalla difficoltà a reggere il peso delle aspettative alla gestione dello stress e dell’ansia legata a infortuni o periodi di forma negativa. I calciatori si ritrovano spesso in una condizione in cui sentono di dover corrispondere a un’immagine di infallibilità, ma ciò può portare a isolarsi quando emergono paure o insicurezze. In questo contesto, uno psicologo offre un luogo sicuro per elaborare emozioni, gestire il fallimento e costruire una maggiore resilienza.

Avere uno psicologo a disposizione aiuta anche ad affrontare le difficoltà al di fuori del campo, come problemi familiari, lutti, o momenti di crisi personale che possono influenzare negativamente le prestazioni sportive. L’equilibrio tra vita privata e carriera è infatti cruciale, e il supporto psicologico permette di trovare strategie per mantenere la concentrazione e la serenità necessarie a competere al massimo livello.

Diversi calciatori noti hanno parlato apertamente del loro bisogno di supporto psicologico. Tra questi, l’inglese Dele Alli ha condiviso le sue esperienze di terapia per affrontare traumi e ansia, mentre Andrés Iniesta ha raccontato di aver sofferto di depressione dopo la vittoria del Mondiale del 2010. Anche Mario Balotelli ha avuto periodi complessi nella sua carriera in cui il supporto psicologico è stato fondamentale. Questi esempi mostrano che, a ogni livello, la salute mentale è importante quanto quella fisica.

“Volevo risolvere i problemi da solo, non ci riuscivo”

“Avevo costruito una barriera intorno a me, come se fossi in lotta contro me stesso e il mondo intero. Per molto tempo ho cercato di risolvere le difficoltà da solo, senza chiedere aiuto, finché non mi sono reso conto di averne bisogno e mi sono rivolto a uno psicologo”. A parlare è Cristian Chivu, ex difensore, intervistato da “Cronache di Spogliatoio”.

“Una situazione vissuta a Roma mi ha particolarmente scosso: sentivo di aver subito un’ingiustizia e questo mi ha destabilizzato, portandomi a riconoscere che da solo non avrei potuto superare quel momento difficile”.

Cristian Chivu (LaPresse) Goalsicilia.it

“Fischiato da 80.000 persone, a fine partita vomitavo per lo stress”

“Tutto è iniziato dopo un’intervista, quando mi chiesero se mi sarebbe piaciuto lavorare con Capello, che mi aveva portato in Italia. Risposi che era un grande allenatore e che mi avrebbe fatto piacere. Il giorno dopo, il titolo fu ‘Chivu vuole la Juve‘. Racconta ancora Chivu.

“Da quel momento, ogni volta che scendevo in campo, venivo fischiato da 80.000 persone. In quel periodo andavo dallo psicologo, e dopo ogni partita vomitavo per lo stress e l’ansia, finché non ho deciso di chiedere aiuto”.