È una delle bocche di fuoco della capolista del girone I di Serie D. Ci riferiamo a Federico Vazquez, centravanti argentino arrivato in estate al Troina, che ha già messo a segno ben 12 gol. Con lui abbiamo fatto un excursus sulla sua storia ed il punto della situazione, queste le sue parole a Goalsicilia.it.
Federico, quando inizi a giocare?
“Sin da piccolissimo, a 4/5 anni, giocavo a calcio a 5 in una squadra che si chiamava Associacion Italiana Rotonda”.
Poi il Velez…
“Beh sì, a 9 anni nel 2002 mi ha preso il Velez dove ho fatto tutta la trafila del settore giovanile. Sono rimasto lì fino al 2016 giocando anche una dozzina di partite nella massima serie. Poi sono andato in prestito all’Instituto”.
L’ex squadra di Dybala…
“Esatto, era in Serie B. Dopodiché sono andato, sempre in prestito, all’Estudiantes de Merida, in Venezuela”.
In estate arrivi al Troina, come mai proprio in Italia?
“Ho sempre sognato di giocare in Europa. Un caro amico, che è attualmente mio compagno di squadra (Del Col, ndr) mi ha detto che c’era questa possibilità ed eccomi (ride, ndr). Conosco Mariano fin da quando eravamo bambini, giocavamo al Rotonda insieme, ci conosciamo da 20 anni”.
Come ti trovi?
“Bene, benissimo. Nonostante ci sia una vita diversa rispetto al mio paese. Non conosco tanto il resto della nazione, ma qui a Troina si sta bene, è un paese tranquillo”.
Non sei stato da altre parti?
“Sono stato un giorno a Roma. Dovevo fare alcuni documenti, ne ho approfittato anche per girare un pochino”.
Dal punto di vista calcistico come va?
“È un calcio diverso, molto più tattico rispetto anche alla A argentina o venezuelana. Qui siamo tanti argentini, adattarmi è stato più facile”.
Sei sposato?
“Sì, mia moglie è qui con me e abbiamo anche una bimba. Anche loro stanno benissimo qui, credimi la gente di Troina ci tratta benissimo”.
Cosa ti manca maggiormente del tuo paese?
“Soprattutto la mia famiglia. Oltre ai miei genitori, ho un fratello ed una sorella più piccoli, mi mancano tanto. Il calcio è così, oggi sei qui, domani da un’altra parte”.
Hai l’obiettivo di portare la tua famiglia in Italia?
“Difficile. Hanno la loro vita là, papà lavora i miei fratelli vanno a scuola. Sicuramente, se avrò la possibilità, li farò venire per qualche giorno di vacanza”.
Chi è il tuo idolo?
“Ronaldo, il Fenomeno”.
Un argentino che ha come idolo un brasiliano…
“Penso che sia l’attaccante più forte della storia. Faceva cose incredibili, calciava di destro e di sinistro, velocità, dribbling, aveva tutto”.
C’è un giocatore che invece ti somiglia?
“Sinceramente non lo so, ma studio un po’ tutti. Cerco di guardare i più bravi per carpire qualcosa cercando di farla mia”.
Forse Immobile ti somiglia un po’…
“Magari (ride di gusto, ndr), è fortissimo”.
Che musica ascolti?
“Adoro il reggaeton. Quando stavo all’Instituto di Cordoba, che è una città vicino Buenos Aires, ho cominciato ad apprezzare il Quarteto, una musica tipica di quelle zone. Comunque ascolto un po’ di tutto”.
Studiavi italiano prima di venire qua? Per essere in Italia da sei mesi parli benissimo…
“Dai benissimo no, me la cavo e capisco tutto. Comunque no, non l’avevo mai studiato. Da quando sono qua ho cominciato ad apprendere il più possibile”.
E in siciliano…
“Mi hanno detto che ‘Lei’ si dice ‘Idda’ (ride, ndr). È troppo difficile, quando capita sentire parlare qualcuno in dialetto difficilmente capisco qualcosa”.
Fate l’asado (tipica grigliata argentina)?
“Difficile farlo qui, perché il taglio della carne è diverso da quello che si usa da noi. Quando è possibile però facciamo la Empanada, dei fagottini ripieni di carne e verdure, simili ai calzoni diciamo”.
Il ‘mate’ (bevanda tipo thè) ovviamente sì…
“Quello sì, ogni giorno. Agli italiani però non piace, dicono che è troppo amaro e troppo caldo (ride, ndr)”.
Torniamo al calcio, come va con mister Pagana?
“Benissimo, si è sempre comportato alla grande e sto imparando molto da lui. Ma tutta la società qui è eccezionale, dal patron Alì ai due direttori, come ti accennavo va tutto benissimo”.
Siete primi…
“Sapevo che potevamo fare un grande campionato, conoscevo la qualità di molti calciatori e già in estate non avevo dubbi. Dispiacciono le due sconfitte di inizio anno, ma dopo otto vittorie di fila un periodo non positivo ci può stare. Abbiamo tante assenze, da un po’ di partite ci mancano Melillo e Diop, ora anche Silvestri e Del Col per squalifica. Siamo comunque lassù, è la dimostrazione che abbiamo una rosa importante”.
Con Diop in coppia come va?
“Ci troviamo alla grande. Spero rientri il prima possibile, è fortissimo non è un caso che abbia fatto 13 gol. Sa quando allungare la squadra e quando venire a prendersi la palla, giocare con lui rende tutto più facile”.
Mustacciolo, classe 2000, è andato al Parma. Tu lo conosci bene, che giocatore è?
“Pur essendo giovanissimo ha già giocato con noi tante partite quest’anno. Gli faccio tanti complimenti, perché si merita questo salto, è davvero un ottimo calciatore”.
La scorsa settimana hai realizzato una doppietta ad Acireale che vi ha permesso di ribaltare l’1-0 iniziale…
“Abbiamo vinto contro una signora squadra, non credo sia un caso che con noi abbiano subito la prima sconfitta casalinga dell’anno. Non era facile, eravamo reduci da due sconfitte, ma abbiamo dato una grande prova di carattere”.
Domenica andate a far visita al Roccella che è naviga in bassa classifica…
“Quando tu sei primo, tutti gli altri danno tutto per batterti, quindi per noi ogni partita sarà tosta. All’andata hanno giocato soprattutto in difesa, abbiamo vinto 1-0 ma non è stato facile. Mi aspetto una partita del genere anche domenica”.
Per chi tifi?
“Ovviamente ho un amore particolare per il Velez, sono stato là tanti anni e non potrebbe essere altrimenti. Per me è stata una scuola calcistica, oltre che di vita, sono davvero affezionato”.
Hai giocato con gente che in Europa ha fatto bene…
“Sì, con Mauro Zarate, credo che sia il più forte con cui abbia mai giocato. Poi ti cito Lanzini, che adesso gioca in Premier nel West Ham”.
Hai ricevuto qualche offerta per salire di categoria?
“Sinceramente per adesso non mi interessa. Io, come tutti i miei compagni, voglio ottenere la promozione. Poi in estate si vedrà…”.
Quasi tutti voi argentini avete un soprannome, qual è il tuo?
“Cabezon (‘Testone’, ndr). Quando ero piccolo avevo la testa grande, ma fisicamente ero piccolo. Sono cresciuto e adesso è tutto ok, ma il soprannome mi è rimasto (ride, ndr)”.
Messi o Maradona?
“(ride, ndr) È difficile, non si può fare una scelta. Maradona nella storia del calcio argentino rimarrà sempre un grandissimo, ma non l’ho visto giocare dal vivo perché quando ha smesso ero molto piccolo. Se proprio deve scegliere scelgo Messi, ma qua in Italia tifo per Maradona!”.