Troina, Souarè a GS.it: “Voglio la C con questa maglia. Mia storia, dal calcio scalzo agli insegnamenti di mister Pagana”
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È uno dei protagonisti della grande stagione del Troina e probabilmente tra i migliori nel suo ruolo dell’intero girone. Parliamo di Talla Souarè, esterno offensivo degli ennesi che aspira ad arrivare nel grande calcio. Con lui abbiamo fatto il punto della situazione, queste le sue parole a Goalsicilia.it.
Talla, che voto dai al tuo campionato?
“Non mi piace dare voti, preferisco siano gli altri a giudicare. Mancano ancora quattro partite, diciamo che fino a questo momento è andato tutto bene. Ho fatto 5 gol, 3 assist e ci metto dentro anche due rigori procurati, un discreto bottino all’esordio in D”.
Nasci a Dakar, in Senegal, che ricordo hai dell’infanzia?
“Andavo a scuola ma non proprio sempre (ride, nr). Mi piaceva giocare a calcio, quindi spesso saltavo la scuola per giocare con i miei amici. Ovviamente in strada e ovviamente scalzo, era molto bello. Ti dico anche che c’era qualche mio amico davvero bravo, purtroppo non ha avuto l’opportunità di venire in Europa”.
Il tuo arrivo in Italia…
“Sono arrivato quattro anni fa, mia mamma lavorava tra Catanzaro e Firenze già da parecchio tempo. Quando sono arrivato le ho dato una mano”.
Come ci sei finito in Sicilia e a giocare a calcio?
“Non facevo parte di un club, giocavo sempre con amici in modo amatoriale. Un procuratore mi ha osservato e segnalato al Troina. Sono andato a fare un provino, ma nella prima settimana c’era pioggia forte e non parlavo l’italiano, è stata dura. Nella seconda settimana invece dopo qualche allenamento ho colpito mister Pagana e mi hanno ingaggiato”.
Che ricordo hai di quei primi allenamenti?
“Pessimo (ride, ndr). Ero tatticamente scarsissimo, non avevo idea di come si stava in campo e il non sapere parlare italiano non aiutava. Attorno a me c’era tutta gente che aveva giocato in altri club, io venivo dalla strada, ma sono cresciuto tantissimo”.
Tutta la tua famiglia è in Italia?
“Mia mamma durante l’inverno sta in Senegal, poi in estate torna qui per lavorare. Ho due fratelli che sono nati qui ma adesso sono in Africa a studiare”.
Che giocatore sei?
“Mi piace puntare l’uomo e giocarmi l’1 contro 1. Sono un’ala offensiva, anche se negli ultimi tempi il mister mi ha fatto giocare da quinto nel 3-5-2 o da esterno di centrocampo nel 3-4-3. Ho segnato meno, ma è un ruolo che mi piace, correre su tutta la fascia è bello. Devo migliorare in fase difensiva e ce la sto mettendo tutta”.
Chi è il tuo idolo?
“Beh Cuadrado, quando ero più piccolo mi sarebbe piaciuto giocare come lui. Anche se ora ho il mio gioco e va bene così. Come lui provo dribbling e giochetti, ma prendo anche tante randellate (ride, ndr)”.
Tema delicato, hai mai percepito qualcosa di razzista nei tuoi confronti?
“Qui a Troina mai. Ogni tanto nelle partite succede che qualche avversario dice qualcosa di brutto sulla mia pelle, ma credimi a me non fa né caldo né freddo. Sicuramente non è bello, ma li lascio nella loro ignoranza”.
Hai tatuaggi?
“No, non mi piacciono molto”.
Il tuo cibo preferito senegalese…
“Il ‘Masse’, un riso in bianco condito con burro d’arachidi e carne, credimi buonissimo”.
Cibo italiano?
“Vado pazzo per la pasta col pistacchio”.
Che musica ascolti?
“Ascolto la musica del mio paese. Sono musiche tradizionali, mi caricano tanto”.
Hai tanti compagni argentini, anche tu bevi il mate?
“Ogni tanto ne rubo un po’ a Mariano (ride, ndr). Solo che è amarissimo, io aggiungo tanto zucchero”.
Tanti compagni di tante nazionalità, come si vive questa cosa?
“Benissimo, siamo tutti cresciuti in strada, quindi anche se arriviamo da culture diverse parliamo la ‘stessa lingua’. Siamo una vera e propria famiglia che ha l’obiettivo di vincere il campionato”.
Torniamo proprio al calcio, la strada è difficile ma ce la potete fare…
“Io sono convinto che ce la faremo”.
Domenica sfiderete la Sancataldese…
“Anche se loro sulla carta non hanno obiettivi, in questo campionato non esistono partite facili. Non possiamo permetterci passi falsi, dobbiamo necessariamente fare 12 punti”.
Chi temi maggiormente tra Nocerina e Vibonese?
“Credo che i calabresi abbiano qualcosa in più dei campani, sono una squadra più organizzata”.
Che rapporto hai con mister Pagana?
“È il mio padre calcistico. Tutto quello che so del calcio lo devo a lui. In questi quattro anni è stato un punto di riferimento sia dentro che fuori dal campo”.
Qual è il tuo sogno?
“Ovviamente è vincere questo campionato con il Troina e giocare in Serie C con questa maglia. A lungo termine è ovviamente giocare tra i professionisti e magari una convocazione in nazionale, ma andiamo un passo alla volta”.
Fai gli scongiuri, ma se il Troina non dovesse farcela a te piacerebbe comunque giocare in C nella prossima stagione?
“Beh sì, voglio giocare tra i professionisti nella prossima stagione. Sinceramente però sono un ottimista, non riesco a pensare al Troina che rimane in D. Quindi sì, vorrei giocare in Lega Pro ma con questa maglia!”.