Il gol di Polidori arrivato in pieno recupero, precisamente al 92′, riaccende le speranze per la partita di ritorno, ma non cancella una prestazione deludente, irrispettosa, irriverente, irritante, al limite della vergogna. Un Trapani che al “Gigi Marulla” di Cosenza, ha subito la vitalità, la forza, il bel gioco di una squadra, quella di Braglia, che ancora una volta si è rivelata la bestia nera dei granata battutti per la quarta volta in questa stagione. Una vittoria meritata per i padroni di casa che possono recriminare per un risultato bugiardo per le ghiotte occasioni create in tutto l’arco dell’incontro.
Fosse finita 3-0 o 4-0 non avremmo nulla da ridire. Ma le vittorie non vengono così per caso; il Cosenza ci ha creduto fin dal primo minuto e si è capito pure dalla formazione messa in campo da Braglia. Il tecnico toscano ha lasciato Baclet in panchina, affidandosi, in avanti, a Okereke che, insieme a Tutino, ha fatto impazzire Pagliarulo e compagni, non dando punti di riferimento, perchè a turno s’inserivano bene i vari Mungo, Bruccini con Palmiero che dettava i tempi. Per non parlare della fascia destra dove Corsi, insieme a Tutino, creavano i maggiori problemi alla retroguardia ospite. Quindi alla fine con le due squadre schierate a specchio ha avuto la meglio la migliore interpretazione del 3-5-2 targato Braglia.
E il Trapani? Meglio stendere un velo pietoso. Non pervenuto! Alla luce di quanto visto in campo c’è da dire che la squadra di Calori non è riuscita, in quindici giorni, a cancellare il 4-2 incassato nell’ultima gara della regular season sempre al “Gigi Marulla” contro i rossoblu. Perché una compagine che vuole raggiungere un obiettivo importante non può sciorinare prestazioni come quella vista a Cosenza. Una squadra senza nerbo, che non è riuscita mai a proporsi, come fosse bloccata; dove Corapi (uno dei pochi a darsi da fare), ha finito con l’essere risucchiato anche lui nel marasma generale.
Un Trapani che ha perso, nettamente, anche la sfida sotto il profilo agonistico, con avversari che sembravano provenire da un altro pianeta (e dire che la squadra di Braglia sta giocando ogni quattro giorni); viceversa, Palumbo e soci, giostravano come se fossero sotto l’effetto di un sedativo. E siamo quì a parlare di atteggiamento e approccio sbagliati da parte di un Trapani che, ancora una volta, quando arriva al momento del dunque, ogni volta, fallisce clamorosamente. Sarà un problema di squadra? Sarà un problema di allenatore? Noi un’idea ce la siamo fatta. Bisogna vedere se l’idea sui tanti perché, Calori e la sua truppa, ce l’hanno ben chiara nelle loro teste. Se così non dovesse essere, la parola fine è stata già scritta…
Salvatore Puccio