Il tecnico del Trapani, Alfio Torrisi, ha presentato così la sfida con la Gioiese:
“Non è una gara da giro di boa perché manca ancora la sfida col Sant’Agata. Col Licata è stato importante perché abbiamo preso punti a entrambe le nostre dirette avversarie, siamo stati bravi e fortunati. Questo è stato fatto attraverso una grande prestazione, dal punto di vista tattico, tecnico, individuale e collettivo. Abbiamo avuto pazienza e abbiamo interpretato la gara al meglio”.
“Il mio modo di esultare? Dietro l’allenatore c’è anche l’uomo, io sono un uomo che vive di emozioni. Questa curva, questa gente me ne dà tante. L’adrenalina che trasmettono i tifosi non è una cosa che si riesce a spiegare in campo. Tutto crea uno stato emozionale importante, vivo di adrenalina pura e cerco sempre di trovare stimoli. Lo faccio in tutti gli aspetti della mia vita. Chi ha ambizioni deve avere emozioni. Per la Curva ho un debole, sono partito dal basso e trovare una Curva del genere era il sogno che coltivavo quando ho iniziato, partendo dalla Terza Categoria. Sono felice di tutti i trapanesi, anche per quei cinque o sei che non sono contenti. La piazza tiene tanto al lavoro che stanno facendo squadra e proprietà, lo stanno capendo”.
“Parlare dei trascorsi è importante, tutti noi abbiamo commesso errori e da lì dobbiamo prendere spunto e imparare. Tutti abbiamo un destino, anche l’esonero dell’anno scorso penso sia stato un mio grande vantaggio. Sembra ci fosse un disegno scritto, anche in quel momento magari pensavo che l’occasione più grossa della mia vita in questo mio piccolo percorso: se non fossi stato esonerato non avrei potuto fare il corso a Coverciano e non sarei stato richiamato dopo il corso, avrei fatto magari un campionato in bianco e nero. Invece tutto era già disegnato. Sono stato anche male, sono rientrato nel momento peggiore della stagione, come classifica, umore, società. E sono tornato con la consapevolezza che il rischio di fare male era altissimo. La scelta fatta a ottobre mi ha scatenato una fame e una voglia di rivalsa che penso di non aver mai avuto in vita mia. L’ho trasmessa alla squadra e siamo arrivati alla partita col Catania con la nuova proprietà, che adesso ci ha portato a questo”.
“Cosa scrivo nella letterina per Babbo Natale? Pensiamo a chiudere bene, mancano due partite. Il mio pensiero è questo, lavoriamo costantemente per un presente e per un futuro prossimo, Gioiese e Sant’Agata. Se facciamo il nostro, possiamo avere qualche regalino e cercare di chiudere in bellezza l’anno. L’importante è chiudere bene. Poi a San Silvestro ne scriviamo un’altra per l’anno nuovo”.
“Tutti con i numeri e con i fatti hanno dimostrato dove hanno portato il Trapani a oggi. Non posso che ringraziare i ragazzi per la loro professionalità e soprattutto per gli uomini che sono, hanno creato un grande spogliatoio, un grande gruppo. Sono strafelice del gruppo che alleno”.
“Mercato? Il direttore è vigile, ma ho la consapevolezza di avere a disposizione una rosa che va bene così, sia a livello numerico, sia di qualità. Vedremo quando e come intervenire. È arrivato Bova che è un ragazzo di valore e che completa la coppia con Ba, è un 2003 anche lui, mezzala mancina”.
“Centrocampo a tre? Abbiamo giocato a tre con Palermo, Marco è un giocatore importante che dovrebbe giocare più partite possibili, come dovrebbero farlo anche Crimi, Sbrissa, Ba… Dovrebbero giocare tutti, ma si gioca in undici, siamo consapevoli che tutti i nostri effettivi farebbero i titolari ovunque. Abbiamo la possibilità di mettere sempre la gente che sta con una condizione fisica e mentale migliore. Nel calcio ci sono i cicli, i periodi in cui la performance è a mille e quelli in cui la performance è bassa. Il centrocampo a tre è un pensiero che abbiamo sempre avuto, abbiamo lavorato su tante disposizioni. Il centrocampo a tre può irrobustire la fase di non possesso”.