Trapani, Torrisi: “C’è ancora qualche altro piccolo obiettivo da raggiungere”

Il tecnico del Trapani, Alfio Torrisi, ha presentato così la sfida con il Portici:

“Una settimana diversa, perché abbiamo raggiunto l’obiettivo per cui abbiamo lavorato da inizio stagione. La squadra continua a dimostrare grande professionalità e maturità, ha lavorato con dedizione e impegno. Ci sono ancora quattro partite da giocare, 12 punti a disposizione e un’imbattibilità che dobbiamo cercare di mantenere. C’è qualche piccolo obiettivo, compreso essere la miglior difesa d’Italia. Per questo lavoriamo in settimana per congelare questi obiettivi e cercare di farci trovare pronti per la finale di Coppa Italia e la Poule Scudetto. Bisogna tenere questa intensità con più spensieratezza. La voglia e la fame di vincere e di incidere sugli obiettivi e sui record c’è, per farlo c’è bisogno di testa”.

“Se mi sento l’allenatore che deve portare il Trapani in B? Mi sento l’allenatore del Trapani e sono certo e consapevole che il Trapani ha una proprietà ambiziosa, che vuole vincere. Siamo stati scelti anche per provare a fare quest’altro salto di qualità e io devo obbligatoriamente mettere tutti i mezzi possibili e immaginabili per far succedere anche questo. Allenare il Trapani non è semplice, non è una piazza come tante altre. Questo per noi deve essere motivo per migliorare continuamente, un continuo stimolo. Sono grandi opportunità che non sempre capitano nella vita. Bisogna essere fieri e immergersi in maniera totale nella causa Trapani. Io sono felice di esserci e di restare, darò tutto me stesso com’è giusto che sia, senza guardare nulla, con una percentuale minima di poter raggiungere questi grandi obiettivi. La gioia di poterci provare mi dà ancora più stimoli, consapevole che l’ambizione è importante. Queste piazze ti portano pressione ed energia positiva. Nella vita il treno secondo me passa una volta. Io l’ho presa al volo, ci sono e cercherò in tutti i modi di non scendere se non quando si arriverà a destinazione, il paradiso”.

“Quando parlavo di Arcoleo era quello con cui volevo un confronto più diretto con il mio ruolo. È stato l’ultimo allenatore che ha vinto la D a Trapani, nel ’92 o ’93. Volevo essere io dopo di lui ad aver vinto un campionato di Serie D. Le pressioni non possono mai finire o mancare, ti dànno la forza per migliorarti come le critiche costruttive. Bisogna cercare di prendere spunto e provare a mettere a tacere le critiche. A me piace vivere di pressioni. Quest’anno siamo stati capaci a campionato quasi vinto di avere la pressione più forte, quella col Siracusa. C’erano i preparativi e il presidente che ci teneva. Questo mi dava serenità perché quando lui dice una cosa poi accade. Per un attimo, dopo i grandi numeri e il gran percorso di questa squadra, immaginate la delusione di 8mila persone nel momento in cui fosse arrivato un pari. Anche questa è stata una grande pressione e sono ancora più felice che siamo riusciti anche in questo. Non c’è stato nulla quest’anno che ha dato l’input per poter essere scontenti. Anche questo è stato un motivo per lavorare meglio in settimana, sul dettaglio. Dovevo vincere col Siracusa, chiudere il cerchio perfetto e dare la gioia a 8mila persone. Abbiamo fatto una grande settimana e la domenica quando ho visto la squadra a pranzo ero molto sereno”.

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Redazione