Trapani, sfortuna e sviste arbitrali. Ma Calori deve lavorare su più moduli…

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Di fronte ad un discreto pubblico (erano più di 4000 sugli spalti del “Provinciale” di cui u

Di fronte ad un discreto pubblico (erano più di 4000 sugli spalti del “Provinciale” di cui un centinaio di tifosi ospiti), che ha incitato fino all’ultimo i propri beniamini, il Trapani non è riuscito ad aggiudicarsi il secondo derby stagionale contro i corregionali della Sicula Leonzio. A sorpresa, il match è finito a reti bianche. E sì, perché tra due squadre che giocano praticamente un calcio speculare, schierati dai loro allenatori con un 4-3-3, a specchio, ci si poteva aspettare spettacolo e qualche gol.

Soprattutto dall’undici di Calori arrabbiato per la sconfitta immeritata e molto discutibile sul piano arbitrale, di sette giorni fa a Lecce ci si aspettava qualcosa di più. Anche se i tre legni colpiti dai granata e il penalty non fischiato su atterramento di Ferretti gridano vendetta, il Trapani è caduto nelle alchimie tattiche dell’allenatore ospite che è riuscito a cambiare in corsa lo schieramento dei suoi giocatori, facendo intendere da subito quali erano le sue intenzioni (portare via un punto da Trapani) e riuscendoci  alla fine dei 95’ di gioco. Rigoli ha vinto la sua partita a scacchi contro l’amico Calori (i due sono amici, hanno frequentato assieme il corso a Coverciano, conseguendo il titolo di allenatore). La differenza l’hanno fatta i due tecnici, con il mister granata Calori che non è riuscito mai a cambiare volto alla sua squadra, mantenendola sempre con quel 4-3-3 che in molti frangenti della partita non ha funzionato.

Nei primi venti minuti di gioco si è vista una sola squadra, la Leonzio: pimpante, tosta, quadrata che ha dato filo da torcere ai granata, offendendo con i tre lì davanti, Bollino, Tavares e Arcidiacono per poi mettersi a cinque a metà campo in fase di non possesso. Gli ospiti hanno creato quasi sempre la superiorità numerica a centrocampo costringendo Pagliarulo e compagni a operare lanci lunghi dalla difesa, preda sempre dei due centrali bianconeri. Anche perché il metronomo del centrocampo granata, Taugourdeau, tardava ad entrare in partita, non riuscendo a prendere in mano le redini del gioco, perché rimaneva più in una posizione di centromediano metodista invece di alzarsi fino alla tre quarti avversaria. L’hanno capito i due esterni granata Marras e Ferretti che arretravano in mediana per procurarsi palloni ed imbastire la manovra.

Con gli inserimenti di Maracchi e Palumbo e con il francese che assumeva finalmente il suo ruolo di regista la squadra di Calori riusciva a creare i maggiori pericoli alla porta avversaria, fino al terzo legno colpito dai padroni di casa, quando Rigoli operava la mossa vincente: fuori i due attaccanti Bollino e Tavares e dentro Ferreira e Aquilanti. Quest’ultimo si andava a posizionare a fianco dei due centrali Gianola e Camilleri in una difesa diventata a cinque che non ha dato più scampo all’undici di Calori, che in precedenza aveva sostituito Murano per Evacuo che si è ritrovato da solo in mezzo a tre pilastri della difesa lentina. Mossa, questa, sicuramente non felice del tecnico granata che avrebbe fatto meglio a tenere in campo l’attaccante granata a far coppia con Evacuo e tirar fuori magari un difensore, anche perché nella ripresa la Sicula ha tirato i remi in barca giocando quasi in undici dietro la palla e tenendo il solo Arcidiacono a dar fastidio, molto astuto tra l’altro a fare ostruzionismo per fare scorrere i minuti.

Questa è la serie C, dove le partite soprattutto nella ripresa vengono spezzettate quando una squadra vuole raggiungere il suo obiettivo. E il derby fra Trapani e Sicula Leonzio, ha avuto i suoi momenti di tensione e di battaglia sportiva. Colpa di Alessandro Meleleo, arbitro dell’incontro che all’inizio ha lasciato correre, poi ha voluto fare un po’ il protagonista e si è messo a fischiare ed estrarre cartellini gialli. Quindi possiamo dire che la neopromossa ha avuto la meglio sulla neoretrocessa in un derby che nonostante il risultato ad occhiali ha offerto a sprazzi del bel gioco. È chiaro che in casa granata Calori dovrà rivedere qualcosa sul piano tattico, magari non fossilizzarsi sul quel 4-3-3 ed i giocatori dovranno calarsi al più presto nella realtà di un campionato, quale quello di C in cui è meglio giocare più di spada che di fioretto. A cominciare da sabato prossimo, sul neutro di Caserta, contro la Juve Stabia. Una squadra che vuole recitare un ruolo importante in questo campionato non può permettersi di perdere troppi punti.

Salvatore Puccio