Missione compiuta! E sì perché il ritorno contro il Catania era diventata la “partita”, un ostacolo difficile da superare, per il valore dell’avversario, per tutto quello che girava attorno a questa semifinale, per quello che si era visto all’andata al “Massimino”… Ebbene ieri sera al “Provinciale” ha vinto la meritocrazia, perché ha superato il turno la squadra che ha giustamente guadagnato in tutto l’arco dei 180′ di giocarsi la finale per un posto in serie B.
Questa è stata la truppa di Italiano che anche ieri sera, come all’andata, ha dominato un Catania senza capo e coda, privo di idee, che ancora una volta si è affidato alla soluzione dei singoli. E c’era forse riuscito quando il pareggio del subentrato Curiale aveva riaperto lo spettro di una potenziale beffa per i granata. Perché da quel momento il Trapani, accusato il colpo, non riusciva più a giocare, stentava a venir fuori dalla propria metà campo, ma manteneva i nervi saldi, non smarrendosi mai e soprattutto giocando di testa.
Riusciva a contenere le sterili offensive di un Catania che col passare dei minuti vedendosi sfuggire la qualificazione andava pure fuori di testa finendo la partita in 8 uomini. Merito di una truppa granata che ha disputato una gara intensa, prendendo subito in mano il pallino del gioco e sciorinando le sue solite trame fatte di fraseggi e di palleggi veloci che mandavano in crisi gli avversari. Sembravano indemoniati i ragazzi di Italiano che aggredivano i rossazzurri anticipandoli su ogni palla e riproponendo subito l’azione offensiva.
Andrea Sottil ha provato a mischiare le carte lasciando fuori 5 giocatori rispetto alla gara di andata, mandando in campo Lodi fin dal primo minuto con Baraye e Manneh per pungere i granata sulla fascia sinistra come era successo all’andata a partita in corso. Vincenzo Italiano invece confermava la stessa formazione schierata a Catania, come per dire ‘squadra che vince non si cambia’ (perché il 2 a 2 del “Massimino”, equivale ad una vittoria per i granata).
Ed il tecnico trapanese ha avuto ragione perché gli undici che sono andati in campo hanno interpretato la partita come all’andata e forse meglio, bloccando la fonte del gioco ospite, Lodi, e quindi i rifornimenti per le punte ed impossessandosi della zona nevralgica del campo dove un regista purosangue trapanese come Marco Toscano, giovane cresciuto in maniera esponenziale ha diretto le operazione, affiancato da un grande giocatore come Corapi e dalla volontà ed abnegazione del giovane Aloi.
E poi c’è sempre quel regista arretrato che risponde al nome di Taugourdeau, un lusso per questa categoria, diventato il valore aggiunto di questo Trapani, perché da quando, causa forza maggiore, Italiano l’ha dovuto schierarlo al centro della difesa, riesce a sbrogliare le situazioni più importanti della partita. La punizione geometrica ha spianato la strada al passaggio del turno per i granata. Per il resto ci hanno pensato la fame, la sete, il cuore, la consapevolezza nei propri mezzi ma soprattutto la testa dei ragazzi di Italiano a permettere la conquista della finale play off.
Una mentalità su cui Vincenzo Italiano ha lavorato fin dal 29 luglio scorso quando la squadra non aveva ancora un portiere e poi man mano arrivavano i giocatori. A loro disse semplicemente queste parole: “nessun limite, solo orizzonti“. Questi ragazzi non si sono posti mai dei limiti ed all’orizzonte c’è la conquista di qualcosa di importante. C’è da realizzare un sogno che alla luce di quello che hanno fatto vivere, lo meritano assolutamente. Ed insieme a loro lo meritano anche i tifosi ed una città intera.
Salvatore Puccio