Trapani, Heller: “Mi hanno isolato e poi fatto fuori. Problemi economici-finanziari…”-LA CONFERENZA
Lunga conferenza stampa in casa Trapani. A parlare è l’ormai ex presidente Giorgio H
Lunga conferenza stampa in casa Trapani. A parlare è l’ormai ex presidente Giorgio Heller che ha così riassunto le ultime vicende in casa granata che hanno portato a questo ribaltone societario. Questi gli argomenti affrontati in sala stampa:
EMOZIONI “Mi perdonerete se mi emozionerò. Ciò che è successo in questi giorni mi ha provato molto, come persona, imprenditore, tifoso e come nuovo cittadino di Trapani. Sette mesi dopo essere diventato presidente sono costretto a uscire dalla società, anche se tante persone mi mandano testimonianze d’affetto. Questo ha provocato un’emozione interna che cercherò di lenire”.
PRESIDENZA DECADUTA “La mia presidenza è decaduta con le dimissioni di quattro o cinque consiglieri, perché con una mia intervista a Radio Cuore avrei leso l’immagine del club. Così loro hanno deciso di mandarmi una lettera di dimissioni perché si sentivano offesi dalle mie dichiarazioni. Non hanno avuto il coraggio di chiedere le mie e hanno usato questo escamotage. Il proprietario, il dottor Petroni, già il 30 dicembre mi aveva accompagnato alla porta”.
TITOLO GRATUITO “Tutto purtroppo è già accaduto e ho dovuto ripercorrere il cammino di questi sette mesi. Ho avuto questa carica a titolo completamente gratuito e questo mi ha reso libero nell’esprimere certi concetti”.
Dopo aver ripercorso le tappe che lo hanno portato alla presidenza del Trapani, Heller continua nella sua analisi:
ORGANIGRAMMA “L’organigramma doveva essere con me presidente e con Lorenzo Petroni amministratore delegato. Questo era avvenuto avendo alle spalle il dottor Fabio Petroni. Poi dev’essere successo qualcosa. Potrei parlare tanto, ma non lo faccio. Il personalismo del dottor Fabio Petroni è emerso fino a entrare in maniera invadente. La società, come ci era stato garantito, doveva essere guidata da Lorenzo Petroni e non da Fabio Petroni. Abbiamo visto che Lorenzo Petroni ha formalmente presentato le sue dimissioni. In quel momento, secondo me, è iniziato il disgregamento di una organizzazione che fin lì era stata da lodare”.
GLI INIZI “Tutto era iniziato in maniera particolare: si cambiavano dirigenti, consulenti e consiglieri d’amministrazione. Una società aveva rinunciato al proprio incarico proprio per queste anomalie nel CdA. A ottobre sono entrati nel CdA anche Nember, che ha preso il ruolo di direttore sportivo, e l’avvocato Paolo Giuliano. Io sono rimasto sorpreso, mi aspettavo da Fabio Petroni un coinvolgimento più forte. Da lì è iniziato il mio isolamento da parte di tutti”.
RINFORZI EXTRA BUDGET “In quel periodo c’era da affrontare il tema di rafforzamento della squadra. Sono arrivati tre calciatori, Biabiany, Strandberg e Grillo, che pesano circa un milione e 100mila euro sul bilancio della società. Questi contratti sono stati sottoscritti extra budget, vale a dire che nel bilancio preventivo questi soldi non erano previsti. Ho avvertito questa anomalia di gestione e mi sono ripromesso di portare all’attenzione del CdA tutto ciò”.
ROMPERE LE PALLE… “Il presidente Giorgio Heller, dunque, ha cominciato a rompere le palle. Che vuole questo Heller che si impiccia? Ho convocato un CdA il 12 o il 13 dicembre, dove ho messo all’ordine del giorno l’esame della situazione finanziaria per affrontare questo problema. Non volevo appesantire il clima, ma avevo obbligo di vigilanza sulla società. Lì dall’isolamento siamo passati alla fase di decisione di eliminazione del presidente Giorgio Heller”.
DELEGHE E NUOVI CONSIGLIERI “Nel frattempo abbiamo assistito alla situazione per cui le deleghe date all’avvocato Paolo Giuliano non sono mai state accettate. Tra l’altro non sono mai state accettate, spero perché mi risulta che un avvocato non possa avere deleghe all’interno di una società. In qualche modo le cose non venivano gestite in maniera chiara. Alcuni hanno dunque deciso a tavolino che Heller se ne doveva andare. Questo è stato fatto con una sorta di accerchiamento”.
CAFFE’ DA PETRONI “Il 30 dicembre il dottor Petroni mi ha invitato a prendere un buon caffè nel suo ufficio di Roma. Lì mi ha invitato a fare un passo indietro perché voleva immettere sicilianità nel CdA. Non ho avuto chiarimenti ulteriori. Le mie dichiarazioni su Pace sono state prese come lesive, anche se io pensavo che l’innesto di una nuova figura in dirigenza potesse portare liquidità. E lì me ne sarei andato, abbracciando tutti. Se ho offeso qualcuno chiedo scusa, ma non penso di aver offeso nessuno”.
AMAREZZA “Lascio la presidenza amaramente, ma soprattutto la lascio conscio che esistono dei problemi. Ho provato a mettere in evidenza questi problemi e per questo pago. Dico con orgoglio che ho avuto l’onore di ricevere la telefonata di interesse del presidente della Lega B, il quale mi ha espresso sorpresa e incredulità. Avrei un miliardo di cose da dire, ma per me non è facile perché non sono un anchorman o un conduttore televisivo. Sono preso dalle emozioni e dalla rabbia, mi è difficile ripassare tutto quello che è accaduto. La mia figura di garante per questa società è stata molto importante, ma non è un merito che mi voglio prendere. È semplicemente un’indicazione che voglio dare alla futura società, perché il Trapani calcio continuerà a vivere e a crescere. Spero che si faccia tutto in maniera importante, di livello, sapendo ben rappresentare la società”.
MANCATE DIMISSIONI “Non mi sono dimesso perché per me era come vedere un padre che vede il figlio che sbaglia. Non me la sono sentita e ho cercato di lottare fino all’ultimo giorno. Non mi sono dimesso a differenza dei consiglieri, qualcosa di pensato per farmi decadere perché nessuno poteva revocarmi l’incarico. Siccome ho leso l’immagine del loro Trapani, e non del mio, hanno usato questa strategia”.
SOLDI A DE SIMONE “Mi rifiuto di rispondere a questo, perché è una questione attinente ad Alivision e non al Trapani Calcio. Mi sono sempre battuto per il Trapani e i soldi a De Simone li deve Alivision. O meglio: 75mila euro li deve Alivision, mentre la fideiussione da 350mila euro è stata utilizzata dal Trapani Calcio. Io non mi nascondo: quando si è accesa questa miccia, questo contenzioso forte, la mia l’ho detta ed è anche verbalizzata in un CdA di ottobre. Non mi sembra che all’epoca si prese in considerazione la mia preoccupazione”.
SITUAZIONE ECONOMICA “Qualora non intervenisse Alivision, noi avremmo un problema economico-finanziario. Qualora intervenisse, invece, avremmo un problema finanziario. Quando si dichiarano dei soldi, poi bisogna erogarli. Alla luce dei contratti sottoscritti c’è un problema economico-finanziario, sia di voci di bilancio preventivo e consultivo, sia a livello di cassa. Quello che c’è in cassa, cioè, non basta a coprire le spese…”.
FUTURO IMMINENTE “Se si mette mani al portafogli non ci sono problemi. Altrimenti si potrà incorrere in qualche problematica. Leggo di arrivi di tutti i tipi, prestiti e altro… Mi sembrava che il dottor Petroni avesse indicato un mercato a bilancio zero per gennaio. Questo però non coincideva con il dare la possibilità di salvarsi a questa squadra. Probabilmente ci saranno tante entrate quante saranno le uscite”.
DELUSIONI “La mia delusione più grande è quella di non arrivare a fine campionato. Mi piace lottare e combattere fino alla fine. Mi sarebbe piaciuto viverlo da presidente, mi sono appassionato al Trapani e mi sarebbe piaciuto viverla”.
DICHIARAZIONI SCOTTANTI “Ho saputo in tempo delle firme dei contratti di Biabiany e Strandberg, chiaramente. Vorrei sapere chi ha autorizzato il dottor Fabio Petroni ad autorizzare, perché Alivision non lo ha fatto. E Fabio Petroni non è formalmente all’interno di Alivision. Chi di voi investirebbe anche in una quota di minoranza con il dottor Fabio Petroni? Io no. Ma spero in futuro di poter investire nel Trapani”.
ESONERO BALDINI “Io ho sostenuto Baldini fino all’ultimo momento, credevo nel suo lavoro. Ci ha creduto all’inizio Rubino e tutta la società. Questo mio credere è stato supportato, anche Nember era di questo avviso. Nelle società poi succede, quando si perde chi paga è il mister. Nelle ultime due partite ho avuto qualcosa da ridire e l’ho detto anche al mister. Questo non vuol dire criticare la professionalità, a quel punto anche io ero d’accordo sull’esonero”.
DIMISIONI DI LORENZO PETRONI “Era stato uno dei tre artefici del patto, insieme a me e Fabio Petroni. Quest’ultimo doveva restare un pochino indietro, penso ci sia stato anche un patto tra padre e figlio. Secondo me il figlio voleva comandare e voleva le deleghe, io non ho mai obiettato nulla sulla sua gestione. Lì è saltato il patto, perché a un certo punto Fabio Petroni ha tolto le deleghe sportive a Lorenzo e quindi lui coerentemente a quanto detto in precedenza, si è dimesso. In questa fase di rivoluzione, Fabio Petroni ha deciso che le deleghe sportive andassero a lui. Le dimissioni di Lorenzo Petroni sono state l’inizio della fine per me, per la mia presidenza”.
PRESIDENZA PACE “Lo sapevano tutti. Era stato comunicato a me e poi si era venuto a sapere. Ma un consigliere d’amministrazione ha detto inopportunamente e in maniera umanamente errata ha detto ciò quando io ero ancora presidente. E se permettete, lui ha leso la mia immagine seria, creandomi un danno d’immagine. La notizia è stata rilanciata da ItaSportPress e quella è stata una mossa voluta secondo me. Se io non mi fossi dimesso, io ero in carica fino all’approvazione del bilancio 2019. Quale scusa avrebbero potuto usare per dimettersi, motivi personali? Questa motivazione non sarebbe bastata per essere successivamente di nuovo in carica in tempi brevi”.
PAURA DI FARE LA STESSA FINE DEL PISA “Mi auguro che questa proprietà e questo nuovo CdA possa far ragionare i consiglieri, mi riferisco a quelli che sono stati rinominati. Tutti quanti si sono contemporaneamente sentiti offesi dalle mie parole e contemporaneamente arrivano tutte le dimissioni. A me sembra una manovra da burattini”.
BILANCIO “Non sono un tecnico. Da quanto mi ha riferito il direttore generale, mi risulta che il bilancio al 31/12 è stato concluso con un leggero disavanzo, di poche migliaia di euro, quindi assolutamente in linea. Quello che preoccupa è quello che graverà sul bilancio 2020, ovvero le sottoscrizioni extra-budget. La società era un modello, adesso ci sarà una nuova gestione, vediamo come affronterà la situazione”.
DECISIONE GIA’ PRESA “Le dimissioni dei consiglieri erano l’unica strada per mandarmi via. Io non posso fare un passo indietro, loro magari avrebbero architettato in un altro modo, ma si sarebbero sempre dimessi. La decisione era già stata presa, mi domando quale altra scusa avrebbero preso per accusare Giorgio Heller. L’unica è stata quella dell’intervista lesiva… Quell’intervista è scaturita da una precedente intervista di Paolo Giuliano ed era scaturita per difendermi. Era stata un’intervista pazza da parte sua, quale consigliere d’amministrazione di una società può permettersi di fare una dichiarazione insussistente…”.
POSSIBILITA’ DI PERMANENZA IN B “Questa è una città talmente importante, bella, accogliente, che è un dovere rimanere in serie B. Come sarà un dovere mettere i soldi per farcela rimanere”.
MODELLO DI GESTIONE “Il Trapani Calcio è stato un modello e ancora vive di questa rendita. Questo lo dico con orgoglio perché lo è stato con la mia presidenza. E mi auguro che lo viva ancora con la presidenza futura. In pochi mesi avevamo reso questo club un modello di gestione. E non è che la mia presidenza ha fatto qualcosa di scollegato… Il presidente viene mandato via con una gestione perfetta. I tifosi vengono qui a salutarmi come ultimo passo. Non penso che ci sono tanti casi del genere, in cui un presidente viene mandato via e gli arrivano testimonianze d’affetto”.
FABIO PETRONI NON ASSUME LA CARICA DI PRESIDENTE “A giugno mi è stato chiesto di rendermi garante di questa operazione, in fase di iscrizione. Fabio Petroni non ha voluto assumere la carica di presidente, avrà i suoi buoni motivi per non averlo fatto neanche in questa fase. Ho assunto io questo ruolo, forse qualcuno si è dimenticato di quello che è successo nei mesi scorsi. Heller è venuto qui a dire che avrei portato imprenditori. Io non ho mai chiesto l’ingresso in questa società di soci. Ma non sono soci che potevano essere relegati alla minoranza. Ognuno qui vuole delle garanzie, il CdA dovrebbe essere a garanzia di tutti”.
OBIETTIVO SERIE A “All’inizio dell’avventura veramente ci credevamo. Abbiamo acquisito la società perché era già in B e io non prendevo in giro nessuno quando dicevo che bisognava crescere. Mi è sembrato che a un certo punto si fosse creato un tutti contro tutti. Trapani, però, è una delle più belle piazze calcistiche d’Italia”.
QUESTIONE RUBINO “Non l’ho mandato via io. Anche quella è una situazione in cui non mi tiro indietro. Tutti forse si aspettavano l’esonero di Baldini. È un passaggio della mia presidenza in cui con orgoglio vi chiedo di chiedere a Baldini e a Rubino. Senza la loro presenza potrei essere preso per un millantatore. L’uscita di Rubino ha avuto come passaggio un episodio particolare. Vorrei comunque che chiedeste a loro cosa è successo quel giorno. Quello è stato il momento in cui mi sono sentito il presidente del Trapani, l’apice della mia esperienza. Quello di Baldini forse è il mio errore più grande: attenzione, non sto mollando Baldini adesso, lui rimane un professionista grandioso, una persona eccezionale. È un grande allenatore che vede un calcio un po’ troppo importante e rischioso per la serie B. Questo ho avuto modo di dirglielo. Il fatto che sia rimasto per qualche settimana non è una mia decisione unica. Se è stato un errore chiedo scusa”.