Trapani: ennesima disfatta, cambiamento necessario. Ora giocatori tirino fuori l’orgoglio!

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C’erano tutti i presupposti affinché la gara con il Pisa potesse essere quella del rilanc

C’erano tutti i presupposti affinché la gara con il Pisa potesse essere quella del rilancio dei granata in classifica. Almeno, questo, aveva fatto intendere mister Baldini nella conferenza stampa della vigilia, sottolineando l’intensità con la quale la squadra si era allenata in settimana, schiacciando via dalla mente, la manita subita a Benevento.

Ma i buoni propositi, pare, si siano fermati alla vigilia, appunto, perchè ieri sera al “Provinciale”, il Trapani, un brutto Trapani, forse, ha già compromesso il suo campionato, disputando la sua peggiore partita. Merito sicuramente di un Pisa che ha spolverato una eccellente prestazione. La compagine allenata da D’Angelo, ha messo alle corde una squadra senza né capo e né coda, che è mancata nei suoi giocatori più rappresentativi.

Mi riferisco soprattutto a Taugourdeau che non è riuscito per tutti i 90′ a prendersi la squadra in mano e farla giocare. Lui, il giocatore che dovrebbe dettare i tempi dell’azione, sta mostrando dei limiti per il salto di categoria. Ma, insieme a lui un po’ tutti i granata stanno dimostrando di non essere all’altezza di questa Serie B, Baldini compreso.

Anche lui aveva l’attenuante di essere un esordiente tra i cadetti come il maggior numero dei suoi giocatori, però non si poteva insistere a far giocare la  squadra col 4-3-3, con dei giocatori che non hanno caratteristiche per farlo. E la partita con i pisani ha messo ulteriormente in evidenza questa défaillance tattica dei granata dove gli esterni d’attacco non accorciavano mai nella linee dei centrocampisti affinché la squadra diventasse più corta e nello stesso tempo i tre di centrocampo raramente allungavano sugli attaccanti per accompagnare l’azione.

Risultato, una compagine sfilacciata che creava un vuoto tra le due linee di centrocampo e d’attacco. Di contro il Pisa schierato con un 4-3-2-1, con Gucher e Pinato a fare da pendolini in appoggio al centravanti Moscardelli, per abbassarsi nella linea dei centrocampisti in una mediana neroazzurra che diventava a cinque e che regolarmente aveva la superiorità numerica sugli avversari. A questo si aggiungeva l’ottimo palleggio, un pressing alto per tutta la partita, il sistematico raddoppio sul possessore di palla e per finire, la ciliegina sulla torta, le due prodezze di un bomber alla soglia dei 40 anni che risponde al nome di Moscardelli.

Credo che basti per spiegare la meritata vittoria della truppa di D’Angelo che è riuscita a cancellare subito la sconfitta interna subita domenica l’altra contro l’Entella. Cosa non riuscita ai granata perché i cinque gol subiti al “Vigorito” di Benevento, altro che, hanno pesato come un macigno su una squadra che è apparsa sfiduciata, senza verve, rabbia e voglia di fare sua la partita. Per vincere le gare in serie B ci vuole tutt’altro atteggiamento.

Quello che i ragazzi granata non hanno avuto ieri sera. Il gol siglato allo scadere del primo tempo che ha accorciato le distanze, lasciava presagire ad una ripresa più dignitosa della squadra di Baldini, con la speranza di acciuffare il risultato. Si è rivelato invece un fuoco di paglia, perché i secondi 45 minuti sono stati peggio dei primi. Per non parlare del ritorno in campo di Nzola dopo tre settimane che Baldini l’ha lasciato fuori dalla scena. Una prova da dimenticare per il francese. E se a questo aggiungiamo l’esordio del norvergese Strandberg, apparso completamente fuori dagli schemi di squadra, non c’è più nulla da dire.

Adesso che è diventato ufficiale l’esonero del tecnico, i giocatori escano fuori l’orgoglio, il carattere, la personalità, necessari per dimostrare che in questa categoria ci possono stare. Perché al di sopra di tutto c’è il nome di un’intera città da salvare e soprattutto la Serie B.

Salvatore Puccio