Trapani, dove sono finite cattiveria e carattere? Le partite si giocano fino al 90’…

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Il 3-3 di ieri sera al “Provinciale”, maturato nel posticipo della 10^ giornata di campionato, è

Il 3-3 di ieri sera al “Provinciale”, maturato nel posticipo della 10^ giornata di campionato, è stato l’ennesima conferma delle grosse difficoltà che il Trapani sta incontrando in questo torneo di serie C. Non è stato un problema fisico, non è stato un problema tattico, ma sicuramente un problema mentale. Perchè non si può scendere in campo nei secondi 45′ avanti di tre reti e non riuscire più a giocare permettendo ad un Catanzaro, che non si è mai arreso, di recuperare la partita e rischiare addirittura di vincerla. Ma questi giocatori granata sanno che le partite di calcio durano 90 e più minuti?

C’è da pensare che siano ritornati in campo convinti di avere ormai la partita in pugno. Un vero peccato che deve far riflettere tanto Calori e la sua truppa, perchè è inpensabile depauperare nella ripresa quanto di buono si era costruito nel primo tempo. Un Trapani che ha iniziato con l’approccio giusto alla gara, messo in campo da Calori in maniera diversa dal solito 4-3-3. Forse le assenze di Fazio (appiedato dal Giudice Sportivo) e di Taugourdeau (infortunato) hanno spinto il mister granata a schierare un 3-5-2 con Rizzo da una parte e Marras dall’altra a dar man forte ai tre difensori centrali, ad un centrocampo privo del suo metronomo e soprattutto Marras che si spingeva nella linea dei due attaccanti Murano e Reginaldo, con quest’ultimo a fare un gran movimento sul fronte offensivo, mettendo continuamente  in difficoltà la retroguardia ospite.

E la cosa ha funzionato benissimo, almeno nel primo tempo, con i granata che hanno prodotto delle trame in velocità, grazie alla cattiveria ed al carattere mostrato di voler vincere a tutti i costi la partita. Un Trapani che ha annientato l’avversario in 10′, precisamente dal 23′ al 33′, siglando ben tre reti e colpendo il montante con Murano. Visto il Trapani dei primi 45′, al riposo negli spogliatoi, mister Dionigi avrà sicuramente detto ai suoi giocatori di limitare solo i danni ritornando in campo. Invero quello che non ti aspetti, succede nel secondo tempo. La squadra di Calori, inspiegabilmente, va in black out, non riesce più a giocare, appare come ferma, bloccata, non riuscendo più a riprendere il bandolo della matassa. E quando gli ospiti accorciavano le distanze sul 3 a 1 è notte fonda.

Lo stesso Calori va nel pallone, non riesce a operare i cambi giusti, continuando per ancora 20′ della ripresa con gli stessi undici iniziali. E di fronte a questi limiti mostrati dai padroni di casa, ha preso coraggio un Catanzaro che è riuscito a pareggiare la partita e avrebbe potuto anche vincerla in più di un contropiede con i granata ormai andati in barca. Non ci sono attenuanti su questa metamorfosi  granata. Non si può buttare via una vittoria apparsa così netta nel primo tempo. Mi  viene difficile trovare una spiegazione a quanto accaduto ieri sera al “Provinciale”.

Però un dubbio nasce spontaneo, vedendo all’opera i granata in queste prime dieci giornate di campionato: non è che qualche giocatore si sia “fottuto il cervello“, forte delle sue qualità tecniche e quelle di una squadra altrettanto forte. Se così fosse, allora questi giocatori in casacca granata non hanno capito nulla di cosa vuol dire giocare nel girone C  di serie C. Non c’e posto per le sole giocate di fino, non c’e posto per le “signorine”. Bisogna tirare fuori il carattere, non avere paura a mettere la gamba nei contrasti, “sputare sangue” e sudare le proverbiali sette camicie, uscire fuori i cosiddetti “attributi”. Ma soprattutto capire che le partite si giocano fino al triplice fischio dell’arbitro.

Da qui alla fine del campionato, Alessandro Calori, non esule da responsabilità – anzi, non si può accettare la sostituzione di Evacuo per uno spento Murano all’89’ – dovrà usare solo il bastone per i suoi ragazzi, affinchè in futuro non compiano un altro sacrilegio come quello a cui il caloroso pubblico del “Provinciale” ha dovuto assistere contro il Catanzaro. Un Alessandro Calori che non si è presentato, tra l’altro, in conferenza stampa, perchè come comunicato dal ds Polenta era abbastanza nervoso. Credo che questo gesto sia una caduta di stile da parte di un tecnico che fin quì ci ha messo sempre la faccia e venire in sala stampa sarebbe stato il minimo che potesse fare il tecnico toscano, nel rispetto dei giornalisti ma soprattutto dei tifosi.  Dunque è un Trapani ridimensionato, quello che esce furi dalla sfida con i calabresi. E per aspirare a certi traguardi ci vuole ben altro perchè con i limiti mostrati dai granata nella sfida contro i calabresi non si va da nessuna parte!

Salvatore Puccio