Trapani, con l’Avellino è 0-0: un punto che lascia l’amaro in bocca…

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Il Trapani non va oltre lo 0-0 nel posticipo della 24^ giornata mancando l’occas

Il Trapani non va oltre lo 0-0 nel posticipo della 24^ giornata mancando l’occasione di agganciare il gruppone che si contende la permanenza in serie B. Chiamati ad uno scontro salvezza con i lupi avellinesi, i granata hanno buttato in campo cuore, grinta, tentando fino all’ultimo di fare proprio il risultato, ma si sono trovati di fronte un Avellino sceso al “Provinciale” a giocarsi la partita, impadronendosi subito del centrocampo dove Paghera e D’Angelo, coadiuvati da Belloni e Laverone sulla fascia sinistra hanno avuto la meglio su uno spento Rossi, mai entrato in partita, che non è riuscito a prendere la squadra in mano.

Infatti ben lontano da una forma fisica accettabile, Calori alla fine del primo tempo lo ha lasciato negli spogliatoi. Novellino opta per un 4-4-1-1, affidando il compito di infastidire la retroguardia granta ad Ardemagni affiancato da Verde. Dal canto suo, mister Calori ripropone la stessa formazione che in questo girone di ritorno ha conquistato le due vittorie contro Novara e Pro Vercelli. Due squadre che si sono affrontate a viso aperto in una partita disturbata dalla pioggia che non ha scoraggiato i ventidue in campo ad offrire all’infreddolito pubblico sugli spalti una piacevole gara.

Al Trapani è mancata ancora una volta quella cattiveria sotto porta che ha condizionato il suo girone d’andata perchè acqua ne ha portato nell’area avversaria, sbagliando però la stoccata vincente. La squadra di Novellino se ha dalla sua parte la tenuta delle redini dell’incontro, ha finalizzato poco, anche quando il mister ospite nella ripresa mette in campo Eusepi a far coppia con Ardemagni e poi sul finale l’altro attaccante Camara, che preleva uno sfinito Ardemagni. E quindi alla fine sono stati più i padroni di casa ad andare vicini alla marcatura. Fin dal 4′ quando un’incursione di Citro defilato sull’out sinistro si spegne sul fondo. L’unica azione pericolosa per gli ospiti rimane quella al 21′ quando Verde servito da Paghera calcia da pochi passi con Pigliacelli che vola per alzare sulla traversa salvando in coner. Il temperamento degli uomini di Calori spinge i granata a volere fortemente i tre punti. E così al 38′ si angolo di Nizzetto, Coronado batte al volo spedendo d’un soffio a sul fondo. Ancora Trapani prima del riposo, precisamente al 40′ prova con Barillà che scaglia una parabola da 25 metri che va a lambire il sette alla destra di Radunovic.

Nella ripresa l’allenatore granata da maggior peso all’attacco inserendo prima Canotto al fianco di Citro e poi Curiale arretrando sulla trequarti Coronado, nel ruolo più consono al brasiliano. Mentre Nizzetto arretrava in mediana con Barillà. Ma è sempre l’Avellino a giostrare a centrocampo, non riuscendo mai a finalizzare. Con lo scorrere dei minuti i padroni di casa cercano sempre più la vittoria, con Canotto che già al 48′ spara un fendente da 25 metri con la palla che sfiora la traversa. Ma l’azione più bella i granata la producono al 65′ con una triangolazione Coronado-Barillà-Coronado il quale si presenta a tu per tu con Radunovic battendo a botta sicura, ma l’estremo difensore ospite riesce a sventare coi piedi l’insidioso tiro. Non finisce quì perchè ancora Trapani al 70′ con Canotto che ci riprova a calciare da fuori e Radunovic deve accartocciarsi a terra per bloccare. E quando si è in pieno recupero, precisamente al 91′. è Fazio a sprecare un rigore in movimento: dopo essere stato ben servito da Maracchi il n. 13 granata colpisce male la sfera mandandola in curva nord.

Il triplice fischio del signor La Penna fa gioire gli ospiti per un punto guadagnato fuori casa e lascia forse l’amaro in bocca ad un Trapani che ci aveva creduto a conquistare la terza vittoria consecutiva per continuare nell’impresa. C’è però da dire che se dal punto di vista del risultato c’e stata sicuramente una battuta d’arresto, la prestazione, la voglia, il carattere sono stati gli stessi mostrati nelle due vittorie precedenti. Il che fa ben sperare che l’impresa si può ancora compiere.

Salvatore Puccio