Trapani, con la ‘Castorizzazione’ la strada per la salvezza è tracciata

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Dall’inferno al paradiso! E sì, perché il Trapani, all’83’ subendo il gol beffa d

Dall’inferno al paradiso! E sì, perché il Trapani, all’83’ subendo il gol beffa da una trentina di metri dall’amaranto Murilo, aveva un piede e mezzo in serie C. Ma in otto minuti un Trapani caparbio, che ci ha creduto fino all’overtime, ha ribaltato un risultato che sembrava ormai scontato visti i pochi minuti a disposizione che rimanevano da giocare. E questo è il bello del calcio. Fino al triplice fischio dell’arbitro tutto può succedere. È successo che in una partita non bella a vedersi, c’erano tutti i presupposti per un risultato ad occhiali. Ma quando si dice che non tutti i mali vengono per nuocere, quel gol del momentaneo vantaggio del Livorno e stato come una scossa per i granata e per una partita che sarebbe sicuramente finita zero a zero.

Incredibile ma vero, dopo una gara giocata sottotono dai ragazzi di Castori, andati in svantaggio è come si fosse accesa una luce in loro. Hanno avuto un’impennata d’orgoglio, hanno buttato il cuore in campo, l’orgoglio di chi non vuole arrendersi mai e in due minuti hanno pareggiato all’89’ e raddoppiato due minuti dopo, conquistando il successo della disperazione. Stavolta la dea bendata ha sorriso al Trapani nel finale di partita. Quel pizzico di fortuna che ci vuole da contorno per raggiungere risultati importanti. Non è stato il Trapani brillante e dinamico visto con il Pordenone, vuoi perché giocare ogni tre giorni si è fatto sentire sulle gambe dei giocatori e aggiungiamo un calo di tensione visto che la compagine avversaria era il fanalino di coda del campionato. Ma mister Castori lo aveva ribadito alla vigilia che sarebbe stata una partita difficile contro una squadra che non aveva più nulla da perdere. E buon saggio non mente!

Il Trapani ha fatto fatica a costruire gioco, con una manovra lenta in cui Taugourdeau non è riuscito a dare i tempi giusti, Coulibaly, non ha dato quella dinamicità necessaria, finendo per essere imbrigliato dai centrocampisti livornesi. Si è salvato il solo Colpani della zona nevralgica del campo, che ha cercato sempre di rifinire per le punte e l’unico poi che ha scagliato un paio di tiri insidiosi nella porta avversaria. E con un Piszczek quasi assente, Pettinari ha dovuto fare reparto da solo, soffrendo tra quelle maglie della difesa avversaria, dove l’esordiente Coppola, un gigante del 2000, l’ha fatta da padrone. Meno male che al bomber granata, che con il gol segnato al Livorno diventa capocannoniere del campionato insieme a Iemmello del Perugia, il guizzo del gol non manca mai.

In una situazione di impasse in cui scivolava via la gara per i ragazzi di Castori, c’è voluto il contributo della panchina a suggellare un successo insperato in cui Scaglia entrato in campo all’88’ e stato l’autore dei due assist per i gol di Pettinari e Dalmonte. Proprio lui il il ragazzo di Ravenna, buttato in campo dal suo allenatore negli ultimi 25′, l’attaccante tascabile che in due partite ci sta abituando a gol spettacolari come quello vittorioso di ieri sera in mezza rovesciata al volo. Il processo di “Castorizzazione” della squadra granata, che non vuole titolari e riserve, ma un gruppo unito e compatto che lotta per un obiettivo comune, sembra andare avanti. L’allenatore marchigiano è riuscito a dare una identità, una filosofia ad una squadra che deve cercare nel collettivo la sua forza. Il successo contro l’undici di Filippini, è una iniezione di fiducia per una squadra che deve crederci sempre di più, alla conquista di una salvezza che adeso non è più una chimera.

Salvatore Puccio