Ai microfoni di “TR3 Sport”, il presidente del Trapani, Valerio Antonini, parla dei programmi del club e non solo:
“Lo stadio? Sentivo De Laurentiis dire che il Napoli doveva avere lo stadio per 98 anni. Io non ne voglio 98, ma almeno 30 dovrebbero essere concessi. La società può fare tutti i lavori necessari solo se ottiene la concessione che consente di ammortizzare i costi. Solo per il manto erboso ci hanno chiesto 320mila euro. Abbiamo approvato preventivi per il cambio delle panchine, per cambiare 3.600 seggiolini, ammodernare spogliatoi e sala stampa. Sono tutti costi enormi, che incidono in maniera pesante sul bilancio della società. Il commissario del Libero Consorzio però si è dimostrato disponibile, conto di approfondire l’iter amministrativo per questa concessione”.
“Saluto mister Boscaglia, persona simpaticissima e gentilissima che non conoscevo. Ci siamo incontrati per un caffè, ma tutto finalizzato a un caffè. È un incontro che finisce lì. Oltre a questo non c’è assolutamente nulla”.
“Penso che il direttore sportivo sia una figura importante ma non fondamentale. Noi abbiamo creato le condizioni per risanare una società che era fallimentare. Abbiamo dovuto mettere dei tasselli cruciali per far sì che la base di questa società sia solida. Abbiamo inoltre la concreta speranza di essere ripescati e dunque per fare una scelta così importante io devo anche capire la categoria in cui andrò a giocare. Di tempo ne abbiamo: in A Napoli e Lazio sono senza ds, dunque questo per noi non è un problema. Ho fatto diversi colloqui e ne sto facendo altri. Quando il nome sarà stato scelto lo comunicheremo e lo presenteremo alla città”.
“Luca Pagliarulo resterà come responsabile del settore giovanile. Avevo proposto a Luca di salire in prima squadra come team manager, ma lui vuole lavorare con i ragazzi. È molto attaccato alla maglia e ai colori granata. La ristrutturazione del settore giovanile ripartirà dall’identificare le categorie in cui giocheremo e da quelle che saranno le strutture dove giocheranno i nostri ragazzi. In caso di Serie C saremmo inoltre costretti non solo ad avere la Primavera, ma anche il settore femminile. E anche lì dovremo avere una struttura adatta. Il settore giovanile sarà l’elemento chiave per dimostrare la serietà del progetto”.
“Serie A? Dobbiamo cercare di essere seri. Intanto bisogna riconquistare una dignità sportiva ritrovando il professionismo. Una volta che saremo in Serie C, bisognerà programmare la promozione in Serie B, categoria che costa tra i 10 e i 15 milioni di euro l’anno. Fare un campionato di B significa che in quattro anni una squadra rischia di perdere tra i 10 e i 20 milioni di euro. Quindi l’unico modo per ammortizzare queste perdite è provare a fare il salto in Serie A, magari provando a coinvolgere un fondo di investimento che possa supportare una spesa importante per provare il grande salto”.