Toscano prima di Latina: “Il nostro avversario più temibile è il Catania stesso”

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Mimmo Toscano (Pagina ufficiale Catania) www.goalsicilia.it

Mimmo Toscano ha parlato in conferenza stampa alla vigilia della trasferta contro il Latina, analizzando il momento della squadra, le difficoltà affrontate e il rapporto con la tifoseria.

Sulla gestione della squadra in questa fase di emergenza:
“Cosa chiedere al Toscano uomo? Di continuare così, rimanendo lucido, concentrato, sul pezzo, perché devo trasmettere questo alla squadra. È una situazione non facile perché l’emergenza continua. Devo lavorare ogni giorno per portare la squadra nelle condizioni migliori sul piano fisico e mentale, per raggiungere l’obiettivo di scalare la classifica e posizionarci al meglio in chiave playoff. Questo passa dalle prossime partite e non è facile, perché più si accorcia il numero delle gare da giocare più diventa difficile e tosta. Il nostro avversario più temibile è il Catania stesso. Dobbiamo scendere in campo con lo spirito di chi vuole vincere tutte le partite, a prescindere dall’avversario. Vincere ti dà consapevolezza, autostima. Dobbiamo avere più fame degli altri per sopperire a questo momento prolungato di emergenza”.

Sul rapporto con la tifoseria:
“Non entro nel merito delle scelte, ma ci dispiace giocare in un clima così surreale. Fischiare la squadra alla lettura delle formazioni o lasciare lo stadio al gol del pareggio contro il Foggia non è una situazione ideale. Chiedo di starci vicino fino a quando l’arbitro non fischia la fine, poi eventualmente potranno contestare se non sono contenti. Quando abbiamo scelto di venire a Catania, giocatori e staff lo hanno fatto anche per il calore e il sostegno di questa piazza. Dipende anche da noi farli spingere durante la gara, ma dispiace non avere questo supporto per tutti i 90 minuti. L’anno scorso il Catania faceva registrare 17-18 mila presenze allo stadio, spero che al più presto possa tornare questa immagine”.

Sul confronto con la società:
“Il mio confronto con la società è continuo. Già a novembre ho espresso il mio parere sulle cose da cambiare, migliorare e implementare. La società è al corrente di tutto. Non sarà semplice cambiare le cose dall’oggi al domani, ma mi auguro che si faccia al più presto per costruire un Catania solido e forte, pronto per essere protagonista in un campionato così difficile. Questo è il segnale che ho lanciato”.

Su Rapisarda e il Latina:
“Ho ringraziato Rapisarda per la disponibilità e la professionalità dimostrate. Sabato avrà sicuramente qualche motivazione in più, vorrà fare la sua parte contro la sua ex squadra, ma noi dobbiamo concentrarci sul Latina. È una formazione che nei nomi e nelle individualità possiede dei valori, sta a noi limitarli ed esaltare i nostri. L’atteggiamento e l’approccio faranno la differenza, questi non sono negoziabili”.

Sulla fame della squadra:
“Com’è il mio frigorifero? Vuoto. E anche i giocatori devono considerarlo vuoto, perché ad oggi non è andata come volevamo. Nel girone d’andata, quando eravamo quasi al completo, abbiamo fatto bene. Poi la mancanza di continuità è stata determinata da tante situazioni. In generale abbiamo anche offerto delle buone prestazioni, ma è fondamentale la fame, la voglia, capire dove si sta lavorando e giocando. Non ci si può accontentare del pareggio contro il Foggia. Eravamo in 16 a disposizione, ma avevamo le possibilità di portare a casa la vittoria. L’abbiamo cercata nella ripresa, magari l’avremmo anche meritata. Nel momento migliore è arrivato il gol del Foggia e, dopo il pari, il Catania ha spinto per provare a vincere, ma non basta. Se ti accontenti di un punto vuol dire che il frigo della squadra è pieno. Capisco l’emergenza e il fatto che ci siano poche soluzioni, ma se giochi con fame la partita la porti a casa. Questo voglio vedere dai ragazzi”.

Sui tiri in porta e le palle inattive:
“Dedichiamo gli ultimi tre giorni della settimana alle punizioni dirette, alle palle inattive contro e a favore, ma ci vuole fame, capacità di calciare, voglia e cattiveria nel colpire la palla e fare gol. Non è tanto la ripetizione dell’allenamento che determina il risultato. Puoi provare anche per ore, ma senza questi ingredienti fai poco”.

Sulla possibile esclusione della Turris e del Taranto:
“Noi dobbiamo pensare solo al Latina, mettendo in preventivo che mercoledì giochiamo. Tante squadre hanno incontrato la Turris, se verranno esclusi i corallini e il Taranto non è bello per l’immagine del calcio italiano e di questa categoria. Chi ha affrontato queste squadre ha subito infortuni e squalifiche. Dispiace per queste piazze gloriose, però tante cose sicuramente sono falsate e senza un filo logico, rivoluzionando la classifica nel momento in cui eventualmente saranno escluse. Il campionato è fatto di momenti. Noi, ad esempio, abbiamo incontrato la Turris in uno stato diverso rispetto ad altre squadre, magari una squadra come il Cerignola avrebbe incontrato qualche difficoltà in più”.

Sullo stato attuale della rosa e su Stoppa:
“Siamo in emergenza ed è un fatto oggettivo. Sappiamo di avere tanti calciatori importanti per le loro caratteristiche, ma che non sono attualmente disponibili. Io però non cerco alibi, ho l’obiettivo di tirare fuori da ogni giocatore il meglio per vincere ogni partita. Stoppa sconterà un altro turno di squalifica. Quando l’arbitro ha estratto il cartellino rosso ad Altamura, Stoppa ci ha detto subito che non andava espulso. Lui sentiva la responsabilità di avere lasciato la squadra in dieci in un momento in cui stavamo cercando di vincere. È un calciatore che negli ultimi anni è stato importante, ma non protagonista. A Catania può diventarlo. Deve crescere anche attraverso questi passaggi”.

Sulla gestione dei giovani:
“Io non li chiamo giovani quando sono in pianta stabile in prima squadra e giocano dall’inizio. Però nei confronti di chi si affaccia per la prima volta in prima squadra, soprattutto in un palcoscenico come Catania, devo essere io il primo a saperlo accompagnare. Dovrebbero fare un percorso graduale: 10, 20 minuti – come Corallo a Monopoli – poi 30, 40 minuti prima di giocare con più regolarità. Così non avrebbero la percezione del peso della loro prestazione, per crescere. Buttarli subito nella mischia in un momento di grande difficoltà dispiace. È l’ultima cosa che un allenatore dovrebbe fare, ma in un momento come questo forse devono crescere più velocemente possibile”.