Toscano a GS.it: ‘’Annata a Siracusa stupenda, adesso vorrei giocare in B col Palermo. Trapani…’’

È considerato uno dei talenti più promettenti della cantera del Palermo e per questo, dopo aver fatto il ritiro con Rispoli e compagni, è passato la scorsa estate in prestito al Siracusa per ‘farsi le ossa’. Parliamo di Marco Toscano, centrocampista classe 1997 nativo di Erice (Tp), che nella stagione appena conclusa ha accumulato una dozzina di presenze in Lega Pro. Abbiamo ripercorso la sua storia, parlando anche del futuro. Queste le parole di Toscano a Goalsicilia.it.

Marco, partiamo un po’ dalla tua storia: nasci ad Erice e quando inizi a giocare a calcio?

“Da piccolissimo, ancora prima di andare in prima elementare. Giocavo con il Città di Trapani, una società della mia città che cura il settore giovanile. Poi a 13 anni sono passato al Palermo dove ho fatto tutta la trafila fino a Primavera e prima squadra”.

Eri piccolissimo quando hai lasciato casa per arrivare a Palermo…

“Per carità, ero relativamente vicino Trapani, ma non è facile a quell’età lasciare famiglia e amici. All’inizio è stata dura, ma col tempo mi sono abituato tranquillamente”.

Due anni fa sei passato in pianta stabile alla Primavera…

“Sono cresciuto tanto con mister Bosi. Le prime partite le guardavo da fuori, poi da quando sono entrato in campo non sono più uscito per fortuna”.

Da chi è arrivata la prima chiamata con “i grandi”?

“Da mister Iachini. Ero al primo anno di Allievi, quindi proprio piccolo. All’inizio, forse perché ero più che giovanissimo, mi sembrava di essere in un altro pianeta (ride, ndr). Man mano, è cresciuta l’autostima e la convinzione che con tanto impegno potessi arrivare a anch’io ad essere professionista”.

L’anno scorso quattro panchine in serie A…

“La prima, al ‘Barbera’ contro il Frosinone con vittoria 4-1, una grande emozione. Il sogno era quello di giocare, ma in quelle occasioni ho assaggiato il calcio vero ed è stato molto bello”.

Estate scorsa ritiro con la prima squadra rosanero e poi passaggio a Siracusa. Che voto dai alla tua prima annata da professionista?

“Voto non mi va di darmene, ma sicuramente è stata positiva. Sono cresciuto molto, sia dal punto di vista personale che calcistico. Mi aspettavo di giocare di più? No dai, le mie presenze le ho fatte e visto che ero all’esordio è andata bene. Certo si può sempre fare di più e meglio”.

Che ricordi porti con te dell’annata a Siracusa?

“In primis di un gruppo spettacolare, poi in città mi sono trovato benissimo. C’è un pizzico di rammarico per come è finita l’annata ai play off, ma credo che abbiamo fatto un campionato straordinario”.

Che giocatore sei?

“E questo è un problema, neanch’io so che giocatore sono (ride di gusto, ndr). Scherzi a parte, sono un centrocampista moderno. Mi piace fare entrambe le fasi, abbinando qualità e quantità. Sono un classico play maker che detta i tempi della squadra ma sa farsi valere anche da un punto di vista muscolare”.

Idolo?

“In assoluto è Pirlo, anche se lo vedo un po’ come un marziano inarrivabile. Mi piace tanto Verratti che forse per caratteristiche è il Top Player al quale mi ispiro maggiormente”.

Sei rimasto uno dei pochi calciatori a non avere tatuaggi. Sei contro?

“No, figurati, non sono né pro e né contro. Però ti dico sinceramente che non mi vedo a 70 anni, con la pelle che sarà quello che sarà, con dei disegni sul mio corpo (ride, ndr)”.

Che musica ascolti?

“Non ho un genere preferito, amo la musica italiana e mi piacciono le hit del momento purché siano orecchiabili”.

Insomma Despacito farà parta della tua playlist…

“Un mese fa sì, ora basta! (ride, ndr)”.

Cosa fai fuori dal campo?

“In questo periodo, a stagione conclusa, adoro stare con gli amici storici visto che durante l’anno ci vediamo poco. Durante l’inverno domina la Play Station. Poi quest’anno uscivo spesso a visitare Siracusa che è meravigliosa davvero”.

Giocatore più forte con cui hai avuto a che fare?

“L’anno scorso, allenandomi con la prima squadra del Palermo, avevo a che fare con gente del calibro di Gonzalez, Maresca e Vazquez… Mentre anni fa, quando per le prime volte facevo capolino tra i ‘grandi’, c’era un certo Dybala giovanissimo che già era uno spettacolo”.

Dal 1° luglio tornerai a tutti gli effetti un giocatore del Palermo. L’obiettivo è restare?

“Eh, beh sì mi piacerebbe restare, ma ti dico che cercherò di fare il meglio possibile ovunque sarò. Ovviamente, quando le cose si sistemeranno, parlerò con la società e vedremo. Sono sincero, sarebbe bellissimo restare e continuare a giocare con la maglia rosanero. Ho altri due anni di contratto,, quindi vedremo”.

Visto che sei trapanese di nascita, c’è il sogno di giocare un giorno con la maglia granata?

“Non ti nascondo che ci ho pensato, credo che sia una bella cosa giocare nella squadra della città in cui sei nato. Il nostro mestiere però non ti consente di vivere di sogni, ma chissà, magari un giorno…”.

Provo a metterti in difficoltà. Tra un mese il Trapani ti chiede in prestito e dice che ti vuole come titolare, il Palermo ti propone di restare ma non da inamovibile della prima squadra. Che fai?

“Sinceramente credo che, se rientrassi nei piani del Palermo, resterei. Sarebbe comunque una grande opportunità confrontarmi con il campionato cadetto. A Trapani sono nato, ma a Palermo sono cresciuto negli ultimi sei anni, insomma entrambe le squadre sono nel mio cuore”.

E se ti dovesse richiamare il Siracusa?

“Lì sono stato davvero bene, ma credimi proprio ottimamente sotto tutti i punti di vista. Non chiudo le porte a nessuno. Oggi però è prematuro parlare di futuro, vedremo”.

Published by
Dario Li Vigni