Spunta la “legge pro-pezzotto”: lo stato facilita la pirateria | Addio alle pene per chi ne fa uso

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Telecamera (LaPresse) Goalsicilia

Novità importanti per chi decide di usare il pezzotto per vedere, ribadiamo illegalmente, le partite di calcio. 

Il “pezzotto” è un dispositivo illegale che consente l’accesso a contenuti televisivi a pagamento, come quelli offerti da Sky, DAZN o Netflix, senza sottoscrivere gli abbonamenti ufficiali. Questo decoder pirata si collega a server che trasmettono il segnale criptato delle emittenti, permettendo agli utenti di fruire dei programmi desiderati a costi notevolmente inferiori rispetto alle offerte legali. ​

In Italia, l’utilizzo del pezzotto è un fenomeno diffuso: secondo alcune stime, circa il 15% della popolazione lo impiega per accedere illegalmente a eventi sportivi. Questo dato evidenzia una problematica culturale, poiché tra gli utilizzatori non vi sono solo persone con difficoltà economiche, ma anche individui benestanti che scelgono consapevolmente di ricorrere a tali mezzi illeciti. ​

Per contrastare la pirateria televisiva, le autorità italiane hanno introdotto misure più severe. La legge n. 93/2023, nota come “legge anti-pezzotto”, ha conferito all’AGCOM il potere di bloccare immediatamente la trasmissione di contenuti illegali e di sanzionare sia i fornitori di servizi pirata sia gli utenti finali. Le sanzioni per chi utilizza il pezzotto possono arrivare fino a 5.000 euro, mentre per i distributori sono previste pene detentive fino a un anno. ​

La pirateria nel settore calcistico rappresenta una sfida significativa. Si stima che milioni di italiani accedano illegalmente alle partite di Serie A tramite il pezzotto, compromettendo l’integrità del sistema sportivo e danneggiando l’industria televisiva. Questo fenomeno non solo viola la legge, ma mina anche la sostenibilità economica delle competizioni sportive, riducendo le entrate derivanti dai diritti televisivi.

Perdite generate dal pezzotto

La pirateria digitale rappresenta un danno economico enorme per le piattaforme televisive come DAZN e Sky, che investono miliardi per acquisire i diritti di trasmissione degli eventi sportivi, in particolare del calcio. La diffusione illegale dei contenuti compromette il ritorno di questi investimenti, rendendo difficile sostenere l’intero sistema.

Le perdite economiche per il comparto audiovisivo italiano a causa della pirateria sono state stimate in oltre 600 milioni di euro. La mancanza di entrate da abbonamenti costringe le piattaforme a rivedere i propri modelli di business. Ciò può portare ad aumenti di prezzo per gli utenti regolari, riduzione dell’offerta o rinunce all’acquisto di diritti esclusivi, con impatto diretto sulla qualità e sull’accessibilità dei contenuti.

Telecamera a bordo campo (LaPresse) Goalsicilia

Sanzione “leggera” se usi il pezzotto?

Il Tribunale di Lecce ha assolto tredici persone accusate di aver utilizzato il “pezzotto” per accedere illegalmente a contenuti televisivi a pagamento. La giudice Roberta Maggio ha stabilito che l’uso di tali dispositivi non costituisce reato penale, ma rappresenta un illecito amministrativo, punibile con una sanzione di 154 euro. ​

La legge n. 93/2023, nota come “anti-pezzotto”, ha inasprito le pene principalmente per coloro che trasmettono contenuti pirata, prevedendo reclusione fino a tre anni e multe fino a 15.000 euro. Per gli utenti finali, le sanzioni possono arrivare fino a 5.000 euro, ma l‘applicazione effettiva di queste multe è ancora oggetto di discussione e varia a seconda dei casi.