Dopo la fusione con la Nissa, il presidente dell’ormai defunto Sporting Vallone, Salvatore D’Amico, commenta così quella che era la situazione del club:
“Ci ho pensato tanto nella notte e mi sembrava un corpo che ogni anno perdeva un arto. Ci era rimasto soltanto il cuore e per continuare a farlo battere abbiamo dovuto fare questa fusione. Una decisione presa per il nostro bene, per quello delle nostre famiglie. L’Eccellenza era un lusso che abbiamo mantenuto per sei anni, adesso eravamo al limite e il Covid-19 ci ha distrutti. Da tre anni facevamo appelli, affinché qualcuno ci aiutasse, ma abbiamo trovato sempre tutte le porte chiuse. Così l’anno scorso abbiamo fatto la fusione con Campofranco e quest’anno quest’ulteriore doloroso passo per non far sparire la società”.