Reduce da tre risultati utili consecutivi, lo Sporting Taormina si trova adesso in decima posizione, quando ormai un terzo del campionato è già andato agli archivi. L’esterno biancazzurro Orazio Urso, classe 1991, è uno dei punti fermi di questa squadra, trovandosi lì già da tre anni. Queste le sue parole in esclusiva a Goalsicilia.it.
Orazio, innanzitutto partiamo dal tuo terzo anno a Taormina. Cosa ti ha spinto a restare?
“Non ti nascondo che c’erano richieste anche di squadre importanti e di categoria superiore. Io però mi lego molto alle persone vere, quindi la scelta di restare è stata una scelta di cuore, dettata dal bellissimo rapporto con il presidente e i miei compagni. Poi ho anche due negozi di abbigliamento e magari mi viene più facile pensare a entrambe le cose”.
A questo punto scacciamo la curiosità… Chi ti aveva cercato la scorsa estate?
“A cercarmi erano stati il Palazzolo, il Troina, l’Acireale e anche una squadra di serie D di cui però non voglio fare il nome…”.
Siete attualmente più o meno a metà classifica e venite da una serie di tre risultati utili consecutivi. Qual è il vostro obiettivo quest’anno?
“L’obiettivo resta la salvezza, questo è quello che ci hanno chiesto società e mister. Noi siamo a metà classifica e potevamo essere anche più in alto, ma purtroppo ci è scivolato il piede con il Torregrotta e con il Pistunina, entrambe finite in parità”.
Cosa manca secondo te a questa squadra per fare il salto di qualità?
“C’è stato un po’ di caos all’inizio: abbiamo iniziato con Mirto che poi se n’è andato, è rimasto il suo secondo e poi è stato esonerato. Questo ha fatto sì che noi non fossimo sereni fino in fondo. Dopo l’arrivo di mister Coppa ci siamo tutti rasserenati un po’ e stiamo lavorando per proseguire su questa strada”.
Un mesetto fa ecco il cambio in panchina, via mister Principato ed ecco il ritorno di Coppa. Cosa è cambiato da allora?
“Mister Coppa lo conoscevamo già, sappiamo come lavora e da parte nostra non è cambiato nulla. Noi dobbiamo fare i giocatori, quello che ci chiede la società, e avere un mister o un altro non ci cambia granché. L’unica differenza è che già mister Coppa l’abbiamo avuto e lo conosciamo da due anni”.
La prossima sfida vi vedrà impegnati in casa contro il Palazzolo. Che gara sarà?
“Conosciamo il Palazzolo e conosciamo mister Strano. Siamo consci che si tratta di una squadra che ogni anno ha fatto benissimo. Sarà una bella sfida e per quanto ci riguarda sarà una delle partite più difficili del campionato”.
Tu sei acese. Come giudichi la squadra costruita dall’Acireale e i granata alla fine vinceranno davvero il campionato?
“Credo che l’Acireale abbia la squadra più forte del campionato e possa vincerlo come squadra e come struttura societaria. Diciamo che se i granata dovessero vincere non resterei a bocca aperta e soprattutto non ci rimarrei male”.
Intanto il Sant’Agata sta sorprendendo tutti quanti…
“Quest’anno il campionato è molto particolare, perché con i nomi che stavano girando all’interno di alcune squadre, ad ambire al vertice potevano essere cinque squadre. Poi tutto il resto delle squadre sarebbero state sotto. Con il passare delle giornate, invece, anche le squadre di seconda fascia stanno facendo risultati in campi difficili, quindi tutte le gare sono complicate, anche se la prima gioca contro l’ultima, perché tutte le squadre sono ben attrezzate”.
La scorsa estate, alla vigilia del campionato, si è registrato il ritorno di Filistad dopo che aveva svolto il ritiro con il Messina. Come lo avete accolto nuovamente in squadra?
“Fabrizio è un grandissimo giocatore, se mi posso permettere è il difensore centrale più forte con cui io abbia mai giocato e vale altrettanto come persona. Non potevamo non accettarlo e non coccolarcelo, sicuramente è un valore aggiunto per noi”.
Passando a te, oltre al calcio sei diventato anche imprenditore… Raccontaci di questa tua nuova esperienza.
“Da un po’ di tempo ho la passione per la moda e nel 2014 con due miei colleghi abbiamo deciso di investire e di scommetterci su. Si tratta di Marco Trovato che gioca con me ed è centrale e di Peppe Spartà che gioca nell’Atletico Catania. Da lì è nato Treseicinque che si chiama così perché questi sono i nostri numeri di maglia: il tre sono io, il sei e il cinque sono i due centrali. Fortunatamente sta andando tutto bene e adesso da due mesi abbiamo aperto anche il negozio al femminile”.
Quali sono, a lungo termine, i tuoi obiettivi?
“A livello personale calcistico io penso anno dopo anno: l’anno scorso abbiamo fatto un bel campionato a livello collettivo e individuale, quest’anno spero che ci potremo ripetere anche a livello di squadra”.