Spinesi: “Hanno ucciso il mio Catania, si devono vergognare. Finire così è una crudeltà…”

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Ai microfoni de “La Gazzetta dello Sport”, l’ex attaccante del Catania, Gionatha

Ai microfoni de “La Gazzetta dello Sport”, l’ex attaccante del Catania, Gionatha Spinesi, dice la sua sulla scomparsa dei rossazzurri:

“Il mio Catania è stato ucciso. È stato ghigliottinato. Può succedere a inizio anno, ma così è una crudeltà, anche per i giocatori, l’allenatore e lo staff che sono stati un esempio.

A dicembre non c’era neanche l’acqua calda per farsi la doccia. Proroghe, rinvii, prese in giro… Provo un senso d’abbandono profondo, come se fosse successo a me. Chi doveva tutelare il Catania ha fallito. Si devono vergognare. È uno schiaffo alla professionalità di una piazza che merita la Serie A, solo il nome Catania mi emoziona.

C’è tutto: figli, amore, vita vissuta, gol e ricordi. La prima volta al ‘Massimino’ avevo 27 anni. I primi due anni a Catania ho siglato gol a raffica, 40 in due anni. Ho ricevuto amore incondizionato, ai miei figli dico che lì siamo sempre stati a casa. Il gol più bello? Quello contro il Milan nel 2007, si giocò a Bologna.

Era appena nata mia figlia, eravamo sotto 1-0 e feci male ai futuri campioni d’Europa. Eravamo questi, una banda di folli con la consapevolezza di essere forti. Chiunque sia passato da Catania ha fatto bene, basta guardare Zenga, Montella, Simeone…”.