Sottil a GS.it: “In attesa della chiamata giusta. Dispiace per Siracusa. Catania e Palermo…”
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Andrea Sottil, ex tecnico tra le altre di Siracusa, Livorno e Catania, a Goalsicilia.it ha parlato di passato, presente e futuro.
Mister, la Serie C girone C è considerata una B2, che campionato ti aspetti?
“Duro come sempre. Ci sono parecchie squadre molto competitive ai nastri di partenza. Bari, Catania, Reggina, Ternana, Teramo, Catanzaro, ci metto dentro per blasone anche Casertana e Avellino, insomma tanti club che rendono il girone di ferro. Non ci dobbiamo dimenticare le possibili outsider come Rende, Francavilla, Monopoli”.
Il Bari è considerato la grande favorita: partire con tutti i favori dei pronostici può essere un’arma a doppio taglio?
“Dipende. Dipende dalla squadra che hai. L’anno scorso col Catania tutti dicevano, io no, che avremmo dovuto ammazzare il campionato e si è rivelata un’arma a doppio taglio perché la squadra non sempre ha sopportato la pressione di questa responsabilità. Quindi dipende dal gruppo e dalla personalità che c’è all’interno della rosa. I giocatori che sono abituati a vincere non hanno problemi, gli altri con il fardello addosso della vittoria a tutti i costi, soffrono. Il mio discorso vale per qualsiasi torneo, dalla Champions in giù”.
Insomma tra le righe capisco che il “nome” non per forza è determinante…
“Il nome ed il blasone di un calciatore è importante se c’è anche dell’altro dietro. Se c’è solo il nome, ma non la sostanza, si rischia il flop”.
Sei sempre legato al Siracusa che purtroppo è scomparso…
“Un dispiacere assurdo. Col Siracusa abbiamo vinto un campionato di C sette anni fa, uno di D e abbiamo fatto un quinto posto in C col penultimo budget su 60 squadre. Ricordi indelebili mi legano alla piazza azzurra. Vederla oggi sparire fa molto male, la gente non lo meritava”
Il tuo futuro?
“Ho aspettato per circa un mese il Catania, in questo frangente quasi tutte le squadre si sono sistemate. Adesso aspetto la chiamata giusta, penso di avere un buon curriculum con due campionati di C vinti, uno di D e una semifinale play off nell’ultima stagione persa solo per il piazzamento in classifica. Adesso mi riposo, studio, mi ricarico e vedremo se arriverà un progetto stuzzicante”.
Ti sento un pizzico rammaricato…
“Più che altro un po’ arrabbiato. Come ti accennavo l’anno scorso siamo stati eliminati dai play off senza mai perdere, tra l’altro sono rimasto per due mesi a casa. Non sto dicendo chissà cosa, potevo fare meno ma magari potevo fare anche di più. Senza criticare nessuno attenzione. Ero convinto di poter ottenere la promozione, ci siamo andati vicini”.
Credi che la meritocrazia in questo mondo sia passata in secondo paino?
“Non lo nego, mi fa un po’ rabbia essere a casa. Penso che servirebbe un po’ più di meritocrazia, questo sì. Sei qui, ti guardi attorno, osservi e dici mah… Ho fatto sicuramente degli errori eh, non lo sto negando, ma mi sembra di avere anche dimostrato delle cose. C’è poca logica nel nostro mondo. Io amo questo mestiere, più che fare il calciatore. Si dice stai a casa ti riposi, ma il campo ti manca”.
Il tuo nome è stato accostato al Palermo…
“Credimi, non ho mai parlato con un dirigente del Palermo. Ho letto anch’io dell’accostamento ma non c’è mai stato alcun contatto”.
Qualora fosse arrivata la chiamata?
“Stiamo parlando del nulla, quindi senza concretezza non si possono fare valutazioni”.