Sodinha a GS.it: ‘Voglio tornare a giocare in Italia. Trapani? Spero si salvi, mi sento in debito con la città’

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“La speranza per il nuovo anno è quella di tornare a fare quello che amo, proprio in Italia. Asp

“La speranza per il nuovo anno è quella di tornare a fare quello che amo, proprio in Italia. Aspetto solo che qualcuno sia disposto a puntare su di me”. Meno di un anno fa il ritiro dal calcio giocato e il ritorno in Brasile. Al 2017 però Felipe Sodinha chiede il ritorno in campo. Il fantasista brasiliano, ex Trapani, Udinese e Brescia tra le altre, ai microfoni di Goalsicilia.it spiega i motivi di questa sua volontà.

Come mai questa voglia di tornare in campo?

“Mi sono semplicemente reso conto che, al di là del discorso economico, ho bisogno del calcio per completare quello che secondo me è stato il cambiamento più importante della mia vita”.

Cosa ti manca del calcio giocato?

“Mi manca soprattutto il rapporto con i miei compagni di squadra e le emozioni uniche che ti regala l’atmosfera dello stadio”.

E dell’Italia invece?

“In Italia ci sono mille meraviglie, da nord a sud ho visitato mille cose splendide. Però mi manca soprattutto l’amore che la gente ha per il calcio”.

Il tuo ex Trapani intanto è ultimo in serie B…

“Rispetto alla stagione scorsa, la rosa ha perso molti dei suoi protagonisti. A questo si è aggiunto il colpo della finale persa nei play off. In B però finché non c’è la matematica nulla è perduto, spero col cuore che si salvi”.

Se ci fosse la chiamata, torneresti in granata?

“Assolutamente sì. A Trapani mi sono trovato alla ‘stragrande’ e mi dispiace non aver potuto dimostrare quello che so fare. In un certo modo mi sento in debito con la città”.

Quali sono i ricordi più belli della tua esperienza in Italia?

“Rimangono assolutamente le amicizie che tutt’ora mi porto dietro. In particolare con Allisson con cui siamo quotidianamente in contatto. A livello calcistico invece il gol a Cesena: ogni volta che lo guardo esulto ancora”.

Chi è il compagno più forte con cui hai giocato?

“Con tutto il rispetto per i grandissimi campioni con cui ho avuto l’onore di giocare, per me il più forte è l’Airone Caracciolo”.

C’è un aneddoto, legato ai tuoi anni nel calcio italiano, che ti va di ricordare?

“Il giorno in cui ho avuto l’onore di conoscere il più grande del calcio italiano, un monumento del calcio mondiale. Quando ho realizzato che Roberto Baggio sapeva chi fosse Felipe Sodinha, mi sono emozionato tantissimo. Roberto Baggio! Non so se mi spiego…”.