Sirugo lascia il calcio: ­“­Trent’anni indimenticabili, è ora di dire basta“-L’emozionante lettera

Attlio Sirugo, attaccante di mille battaglie, lascia il calcio giocato. Riportiamo fedelmente la lettera che ha scritto sul suo profilo ‘Facebook’:

“Prima o poi, doveva succedere… È il momento di smettere col calcio giocato. Quando fai qualcosa che impegna trent’ anni della tua vita, in qualsiasi modo e a qualsiasi livello, bisogna poi trovare la forza e la lucidità di dire basta. La verità è che da Aprile 2017 dopo quella lussazione dell’anca il mio corpo non è stato più lo stesso. E in quell occasione , a Pedara, a tenermi la mano, non a caso, c’era Giuseppe Rizza.

Ho provato in tutti i modi ad aiutarmi, allenandomi incessantemente, a curarmi, ma il mio fisico era cambiato. Sognavo di festeggiare, con in campo mio figlio, le 200 reti tra Eccellenza e promozione prima di smettere. Non ci sono riuscito. Mi fermo a 172 con quel rammarico.

Ringrazio il Calcio perché sono stato un bambino timido, uno di quelli per cui il corridoio della scuola era interminabile, che soffriva gli sguardi entrando in classe…e un pallone mi ha aiutato a farmi spazio in questa vita, a combattere paura e timidezza, affermarmi come uomo prima di tutto.

Ringrazio mio Padre che mi ha avvicinato a questo sport; la mia famiglia che mi ha sempre sostenuto; i miei allenatori e preparatori tutti, da chi non ha creduto in me a chi è diventato mio AMICO fraterno, i miei compagni di squadra, che rimarranno compagni di vita per sempre.

Dalla Scuola Calcio ad AVOLA, al passaggio tra i professionisti a Crotone, tutte le soddisfazioni e le esperienze tra i dilettanti, con qualche vittoria e parecchie sconfitte.

Palazzolo, Scicli,Noto,Pachino, Rosolini,Priolo, Ispica, tutte piazze che porterò nel cuore e poi la Mia AVOLA, che mi ha regalato il sogno di vincere, da capitano, in un campo in cui correvo da bambino, con la rossoblu che andavo vedere da bambino al ‘Meno Di Pasquale’. Trent’anni indimenticabili…È giunto il momento di cambiare prospettiva. Se dentro un campo ci sarà ancora spazio per altro, lo farò. Al calcio lo devo”.

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Redazione