Siracusa, nota del presidente Cutrufo: “Tanta acredine nei nostri confronti, ci abbiamo fatto il callo”

Attraverso una nota ufficiale della società, il presidente del Siracusa, Gaetano Cutrufo, risponde così a un articolo apparso su “lacivettapress.it” dal titolo “Siracusa Calcio, Cutrufo ha fatto più danni di Salvoldi”. Questo il testo del comunicato:

• E’ facile commentare lo spettacolo da un posto in ultima fila. Soprattutto se non si avverte la necessità di essere precisi e puntuali quando si decide di pontificare. Del testo (gli articoli li fanno i giornalisti) del signor Duccio Di Stefano ci sarebbe da sorridere per la quantità di imprecisioni, alcune delle quali, francamente, sfiorano il grottesco. Eppure non riesco a farlo per l’incomprensibile violenza che emerge dal suo scritto. Andiamo per ordine.

• Dopo quattro anni di gestione culminati con due promozioni e due campionati tranquilli in Lega Pro, con la terza iscrizione consecutiva tra i professionisti (non accadeva da 23 anni), il signor Di Stefano sceglie gli ultimi due mesi dell’ultima stagione per potersi scatenare contro quello che, gli piaccia o no, è stato comunque un modello di calcio in Sicilia, e lo dicono i numeri. Ma lo fa in modo pasticciato.

• Dice: “il Siracusa nella stagione 2011/12, presieduta dall’imprenditore Beppe Salvoldi”. No, Di Stefano. Beppe Savoldi non era il presidente del Siracusa, ma un attaccante, ha giocato nell’Atalanta, nel Bologna e nel Napoli ed è tutt’ora il quindicesimo miglior marcatore di sempre in serie A. Il figlio è Gianluca, anche lui calciatore. Forse lei si riferiva a Luigi Salvoldi, la cui figlia, Martina, effettivamente gioca a calcio, nel Catania. Cito Salvoldi perché Di Stefano dice che io avrei fatto più danni dell’ex presidente, offendendo così due persone che hanno impiegato importanti risorse personali per mantenere il calcio a Siracusa.

• Poi dice: “il primo anno in effetti tutto andò liscio, nel senso che la squadra azzurra riuscì a classificarsi fra i primi posti, quinti per la precisione”. Per la “precisione” il primo anno ci siamo classificati al sesto posto in classifica. E ancora scrive: “il tifoso siracusano aveva garantito 1200 abbonamenti che poi diventavano più di 5000 presenze nelle gare di cartello”. E’ successo solo contro il Catania, considerato che contro Lecce, Foggia e altre formazioni di grande richiamo non ci siamo minimamente avvicinati a quella cifra.

• Vede, Di Stefano, quando si scrive con tale saccenteria bisogna conoscere i termini delle questioni. E allora non si può dire, come lei invece sostiene, che Simona Marletta è stata sostituita da Pino Iodice. Perché Simona Marletta era DG in Serie D e poi il ruolo è stato affidato a Massimo Bandiera e solo successivamente a Iodice. Ma, soprattutto, non si può scrivere “allo stadio non s’è visto neanche un solo striscione di protesta verso quella società che alla fine li ha costretti ad un pubblico dileggio. È proprio vero: ai siracusani puoi fare veramente di tutto, perché conoscendo altre realtà calcistiche, quei dirigenti non avrebbero avuto vita facile”.

• In che senso non avremmo dovuto avere vita facile? Cosa avrebbero o ci avrebbero dovuto fare i tifosi? Forse lei i tifosi non li conosce. Hanno gioito e sofferto con noi. Perché di tanta acredine nei nostri confronti, soprattutto da parte di chi, per quel che so, non è un abituale frequentatore dello stadio, non lo comprendiamo. Ma ci abbiamo fatto il callo in questi anni.

• Si goda lo spettacolo, dall’ultima fila, ma attenzione a non distrarsi. Non ne ricava una gran bella figura.

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Redazione