“Senza pandemia era vinto”: lo Scudetto del 2020 non vale, ritirato per il Covid
La pandemia ha condizionato la stagione 2019/2020 della nostra Serie A, il campione non le manda a dire.
Il campionato di Serie A italiano è stato profondamente influenzato dalla pandemia di Covid-19, con uno stop storico che ha interrotto la stagione 2019/2020. La sospensione ufficiale delle partite è avvenuta il 9 marzo 2020, dopo l’aggravarsi dell’emergenza sanitaria in Italia. Fu un momento senza precedenti nella storia del calcio italiano, con stadi chiusi e calendari stravolti, mentre la priorità era salvaguardare la salute pubblica.
Le partite ripresero il 20 giugno 2020, dopo oltre tre mesi di pausa. La ripresa fu possibile grazie a protocolli sanitari stringenti, che includevano tamponi frequenti per i giocatori e il divieto di presenza del pubblico negli stadi. Il campionato riprese in un clima surreale, con tutte le gare giocate a porte chiuse. Per rispettare i tempi e concludere la stagione entro l’estate, si adottò un calendario serrato con partite ogni tre giorni, una vera e propria maratona calcistica.
Il periodo post-pandemia vide le squadre affrontare notevoli difficoltà fisiche e organizzative, dovendo adattarsi a un ritmo molto intenso. La Juventus, guidata da Maurizio Sarri, riuscì a vincere il nono scudetto consecutivo, ma non senza fatica. Altre squadre, come l’Atalanta, si distinsero per la capacità di gestire l’eccezionale situazione, con risultati spettacolari nonostante le difficoltà.
La pandemia ha cambiato profondamente il calcio, costringendo tutti gli attori coinvolti a ripensare modelli di gestione e organizzazione. La Serie A 2019/2020 rimarrà nella memoria collettiva non solo per i risultati sportivi, ma anche per l’atmosfera inedita e l’adattamento straordinario necessario per portare a termine la stagione in un momento così difficile.
“Nella stagione della pandemia stavamo volando”
“In quella stagione eravamo convinti di potercela fare, in particolare dopo un Cagliari-Lazio 1-2 vinta al 97esimo. Chiudemmo il 2019 con otto vittorie di fila, in casa eravamo devastanti” a parlare è Luis Alberto, fantasista spagnolo che ha indossato la maglia biancazzurra per otto stagioni di fila.
Per lui con la maglia laziale quasi 250 presenze corredate da 47 gol ma soprattutto tanti assist e giocate d’altissima scuola. L’asse con Immobile non era una certezza, ma una sentenza per le squadre avversarie. Nonostante sia stato spesso vittima degli infortuni, eccezion fatta per la prima annata, ha sempre accumulato oltre 30 presenze ogni anno.
“Maledetto Covid, credevamo nello Scudetto”
Prosegue così “Il Mago” intervistato da “La Gazzetta dello Sport”: “Anche dopo Natale abbiamo continuato a vincere, a vincere, a vincere… ma poi è arrivata la pandemia. Maledetto covid. Se il campionato non si fosse fermato, sono sicuro che avremmo lottato punto su punto per lo Scudetto fino alla fine“.
Oggi Luis Alberto gioca in Qatar dopo la rottura con la società biancoceleste e con il presidente Lotito. Classe 1992, con un passato tra Siviglia, Liverpool e Deportivo La Coruna, la stagione qatariota non è partita nel migliore dei modi. Finora ha infatti raccolto una quindicina di presenze segnando una sola rete.