Sant’Agata, lo sfogo di Zingales: ”Onorato la maglia, non accettiamo giudizi personali”

Il capitano del Sant’Agata, Boris Zingales, non ci sta alla critiche piovute alla squadra e su Facebook si lascia andare ad un lungo sfogo. Eccolo riportato integralmente:

“Il calcio a Sant’Agata è morto, dicevano: beh da qualche anno a questa parte lo era, morto e sepolto ed effettivamente in questo campionato sarebbe stato impensabile vedere una realtà come la nostra tra le prime della classe in uno dei campionati di eccellenza piú duri degli ultimi anni, ma qui tutto sembra dovuto. Perchè da oggi quando si perde si diventa pecore, non si suda la maglia e si pensa solo ai selfie! Ecco, dal lato calcistico potremmo essere criticati in ogni maniera, si paga il biglietto ed ognuno ha il diritto di giudicare il nostro operato nel modo che si ritiene piú opportuno, ma che nessuno si permetta di dare altri giudizi personali verso ragazzi che hanno dato tutto quello che avevano per questa maglia, questo non posso accettarlo. Di pecore ci sono solo quelle che non si rendono ancora conto di come per mille motivi non abbiamo POTUTO continuare a vincere per come avevamo abituato un po’ tutti nel corso della stagione, non siamo uno squadrone ammazza campionato, mai lo siamo stati, ma una squadra che può giocarsela con tutti e sfido chiunque a dire il contrario. Non siamo la squadra piú forte ed è stato straordinario il nostro cammino fino ad ora, solo che nonostante giochi da qualche annetto a calcio spesso dimentico come in questo sport la rinoscenza sia inesistente. Le palle le abbiamo sempre avute, incontri e scontri sono stati all’ordine del giorno e non ci siamo mai tirati indietro, purtroppo spesso si dimentica il vero significato del calcio che per noi è molto di più di ció che pensate, una passione, una ‘malattia’… Perdere una partita per noi è un dramma, sarebbe sinonimo di intelligenza capire anche il nostro modo di affrontare la sconfitta. Chi ci tiene davvero magari, alla fine è talmente incazzato da non accorgersi nemmeno del contorno, camminando a testa bassa verso lo spogliatoio con la voglia di prendere tutto a calci. Ho cominciato scrivendo ‘Il calcio è morto a Sant’agata, dicevano” beh, da stamattina ne sono un po’ piú convinto anche io’…”.

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Redazione