Santa Croce, Calogero a GS.it: “Idee chiare e ben precise su obiettivi e programmi. Spiego i nostri progetti…”

“Avevo ricevuto altre proposte, alcune anche interessanti. Ma ho sposato il progetto Santa Croce perché mi sentivo in debito con una dirigenza che mi ha voluto fortemente e con un ambiente che mi ha fatto sentire la sua vicinanza. Ho pensato che c’era un lavoro da completare”. Nunzio Calogero ricomincia da dove aveva smesso, da direttore generale e responsabile dell’area tecnica del Santa Croce. Ai microfoni di Goalsicilia.it il dirigente ha spiegato programmi, progetti e obiettivi del club del Cigno. Ecco le sue parole:

Nunzio, torni in pista da dove avevi lasciato…
“Lo scorso anno ho lasciato Santa Croce con molto dispiacere. La società mi aveva cercato insistentemente, abbiamo fatto un lavoro importante, cambiando tanti giocatori e impostando una nuova dirigenza. Eravamo riusciti a lasciare un bellissimo gruppo e sul più bello ho avuto dei motivi familiari che mi hanno portato ad allontanarmi. Ho risolto questi problemi, ho ritrovato un mio equilibrio sotto tutti i punti di vista e di conseguenza da due mesi ho riallacciato i rapporti con il Santa Croce. Penso che il lavoro svolto l’anno scorso sia sotto gli occhi di tutti e dunque il presidente mi ha cercato. Lui conosce bene le mie esigenze e il mio modo di fare calcio, come interpreto il mio ruolo e cosa esigo da parte della società e dell’ambiente. E di conseguenza cosa posso dare”.

Consideri importante anche l’ambiente, no?
“Assolutamente sì, reputo Santa Croce una delle poche piazze dove si può lavorare serenamente anche da un punto di vista di scelte: non ci sono pressioni e la società sposa in pieno le mie idee. Ho carta bianca e per un addetto ai lavori questo è l’ambiente ideale”.

Il duplice ruolo non ti spaventa?
“No, anche l’anno scorso ero direttore generale e responsabile dell’area tecnica. Ho un’idea abbastanza chiara, in una categoria come l’Eccellenza o la Promozione tante figure possono essere dannose e penso che una figura basti per ricoprire dei ruoli fondamentali all’interno di una società. Troppe persone invece possono portare idee diverse e magari poi si rischia di non collaborare in maniera fattiva, si crea confusione… E la confusione non va bene. In altre categorie invece è giusto inserire più figure con le giuste competenze”.

Insomma, idee ben precise…
“La mia idea è quella di investire sulle figure professionali, quindi portare una certa idea di calcio. Lo scorso anno si era partiti in questo modo e si era fatto bene fino a un certo punto. Quando ho lasciato, la squadra era giovane, costruita con un’idea ben precisa, con tanta voglia di fare e tanto entusiasmo. Anche la piazza aveva risposto con un certo entusiasmo”.

Poi sei andato via…
“Non so cosa è successo, ma qualcosa si è sicuramente inceppato. Io non ero presente e quindi non mi va di dare responsabilità o esprimere sentenze. Certo, i numeri parlano chiaro. Il Santa Croce era nono ed è arrivato a salvarsi con i play out, perdendo tutti gli scontri diretti in casa. La squadra ha rischiato la retrocessione”.

Adesso si riparte da cosa?
“Dobbiamo ripartire da quanto fatto nella prima parte della scorsa stagione, dalle idee. Quest’anno avrò carta bianca su tutto dal punto di vista tecnico. Ho deciso di cambiare allenatore ma ringrazio mister Lucenti e lo elogio per quello che ha dato alla piazza negli ultimi anni. Lui ha fatto sempre bene, raggiungendo sempre gli obiettivi prefissati, nonostante le difficoltà e le condizioni e situazioni delicate. Bisogna dimenticarsi gli ultimi mesi della scorsa stagione, sia quella precedente”.

Da cosa nasce l’esigenza di cambiare?
“Voglio dare una ventata di novità, non si tratta di giudizi sulle competenze, assolutamente. Voglio ridare a Santa Croce quell’entusiasmo che si è perso negli ultimi mesi. I nomi ci sono, sicuramente andremo a prendere un profilo adatto a quella che è la mia idea di calcio. Non ci stiamo limitando a un nominativo, abbiamo dei nomi che sposano la nostra idea di calcio e li abbiamo contattati. Naturalmente ho le mie preferenze, le mie priorità, ma bisogna considerare tutto, gli accordi si fanno sempre in due”.

Cosa mi dici sulla questione campo?
“Il rifacimento del manto erboso è già stato approvato, i fondi sono già stati stanziati. L’anno prossimo sarà in sintetico. L’amministrazione voleva iniziare i lavori tra fine anno e inizio 2024, noi stiamo parlando con loro perché devono ancora bandire la gara d’appalto. Stiamo lavorando con loro per poter spostare questi lavori a fine marzo/inizio aprile e poter disputare il campionato per intero sul nostro impianto di gioco. Nelle prossime settimane ci sarà comunque un intervento di risemina e manutenzione”.

Quest’anno che tipo di Santa Croce dovremo aspettarci?
“Per budget e dimensioni il nostro obiettivo sarà la salvezza. Poi naturalmente cercheremo con la nostra umiltà e con quelle competenze che abbiamo, ma con tanta voglia, di costruire una squadra giovane ma che non deve temere nessuno, che deve giocarsela con chiunque. Poi i valori tecnici verranno fuori, noi disputeremo un campionato per salvarci. Di certo gli ingredienti non mancano: professionalità, umiltà, entusiasmo, cattiveria agonistica e fame. Quando le basi sono queste non bisogna porsi dei limiti”.

E che tipo di campionato ti aspetti l’anno prossimo?
“Ci saranno piazze molto importanti: Modica, Paternò, Taormina… Chiaramente ci sono club che devono risolvere problemi societari, ma ci sono squadre che non si nascondono: il Modica sta costruendo per vincere il campionato, il Comiso per fare bene, ci saranno insomma realtà importanti. L’ultimo anno di Eccellenza è stato un campionato completo, finalmente, senza squadre materasso che si siano ritirate tra novembre e dicembre. Mi auguro che sia così anche l’anno prossimo, che ci sia equilibrio. E poi si sente parlare di possibile ripescaggio da piazze come Gela, come Vittoria, mi auguro che entrambe queste piazze riescano a farcela perché sono piazze che meritano categorie importanti. Sarà entusiasmante, un campionato equilibrato e, ripeto, spero che sia nuovamente un campionato regolare e completo, che non sia condizionato o falsato”.

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Di Noto Luca