Come si legge sul “corrierediragusa.it”, il ds del Santa Croce, Claudio Agnello, dice la sua sullo stop delle attività della squadra biancazzurra:
“Già nei primissimi giorni di marzo abbiamo interrotto le sedute di allenamento per precauzione. Poi i successivi decreti hanno solo evidenziato brutte notizie e, come tutti, abbiamo sospeso qualsiasi tipo di attività che potesse sollecitare l’allontanarsi dalle proprie abitazioni per atleti e dirigenti. Tutti i tesserati stiamo cercando di attenerci il più possibile alle disposizioni ministeriali e proviamo a tenerci su il morale rimanendo “uniti a distanza” grazie ai convenzionali mezzi di comunicazione. Le uniche attività societarie rimaste attive sono quelle amministrative e di segreteria facilmente operabili da casa ma in questo momento di tanta sofferenza rimane faticoso trovare le parole per poter parlare di sport e calcio seppur è indiscutibile che, anche in questo settore, la mancanza della normalità e dell’abitudinarietà si fa sentire. Siamo coscienti che il ramo sportivo, specie quello dilettante che ci tocca più da vicino, oggi non può essere di primaria importanza ma considerando che il calcio dilettantistico e giovanile rappresenta il principale movimento sportivo nazionale con più di un milione di tesserati, dobbiamo essere pronti ad eventuali cambiamenti. Le istituzioni governative e le federazioni sportive dovranno far fronte ad enormi responsabilità per tutelare la salute della nazione e pare evidente che anche al mondo sportivo verranno chiesti dei sacrifici. Sono certo che saremo chiamati un po’ tutti a rinunciare a qualcosa e mi auguro che soprattutto il calcio dilettante risponda con l’umanità necessaria alle eventuali scelte e disposizioni “speciali” che le istituzioni e le federazioni adotteranno, incluse quelle di dover decretare la definitiva conclusione della stagione sportiva”.