Il tecnico della Sancataldese, Matteo Maria Vullo, ha fatto il punto della situazione in casa verdeamaranto:
“Ringrazio la società. Non mi voglio soffermare troppo su determinate situazioni, ma la cosa più giusta è evitare di parlare e iniziare a lavorare. Arrivo qui a San Cataldo con grande voglia di far bene e sono felice di avere con me delle persone, all’interno dello staff, con cui lavorare a 360 gradi, con cui potermi confrontare e con cui poter crescere. Alla città di San Cataldo e ai tifosi dico che noi non faremo mai mancare la nostra professionalità e il nostro impegno. Chi viene qua dovrà buttare sangue in campo per portare a casa quello che noi pretendiamo. Questo è quello che vogliono i tifosi. Arrivo qui adesso perché i tempi erano maturi adesso. Io sono figlio di questa terra, sono orgogliosamente di Favara. È anche vero che anagraficamente non sono nato in Sicilia, sono figlio di siciliani ma per motivi lavorativi sono nato altrove. Però sono orgogliosamente siciliano. Conosco San Cataldo dagli anni ’90 quando da ragazzino ho potuto ammirare un fuoriclasse assoluto (Lirio Torregrossa, ndr) sotto la guida di mio padre. Mi dilettavo anche a vedere un piccolo fuoriclasse che cresceva e che adesso gioca nel Pisa (Ernesto Toregrossa, ndr). Già allora era tutto affascinante e c’era ancora il campo in terra battuta, c’erano delle battaglie che forse adesso non si vedono neanche in Serie C. Ho fatto un percorso sportivo graduale, è sempre giusto avere ambizioni e ho sempre avuto chiaro il mio percorso. Il mio sogno era la Serie A, non sono riuscito ad arrivarci perché non ero in grado di giocarci. Adesso però punto in alto da allenatore. Questa è la piazza giusta per provare a partire e perseguire i miei obiettivi”.