«Ci vuole tanto lavoro perché la situazione non è delle migliori, ma sono convinto che tutti insieme, per il bene superiore che è salvare la categoria, potremo raggiungere l’obiettivo e magari poi programmare qualcosa di importante per questa piazza». Con queste parole, Domenico Roma si è presentato ieri nella sala stampa del San Filippo, dopo aver firmato il contratto che lo legherà al Messina fino a giugno 2026.
Un ritorno tra dubbi e certezze
Roma ha spiegato i motivi della sua iniziale esitazione e cosa lo ha convinto a tornare: «Ero all’estero per impegni precedentemente presi. Dopo un confronto con il presidente Alaimo, abbiamo deciso di aspettare. Poi, con segnali chiari e azioni concrete, ho percepito che si potesse fare qualcosa di rilevante, e così ho deciso di dare fiducia alla proprietà».
Mercato: priorità e interventi necessari
Il direttore è stato chiaro sulle necessità di mercato: «Dobbiamo intervenire soprattutto in difesa. A centrocampo dipenderà dalle uscite, mentre in attacco servono 1-2 esterni mancini per il gioco di Modica e almeno un altro attaccante destro. La rosa è da integrare in maniera corposa, speriamo di farlo prima della sfida contro il Crotone, la squadra più in forma del momento».
Situazione Dumbravanu e Anatriello
Per quanto riguarda i giocatori, Roma ha confermato l’arrivo di Dumbravanu: «È pronto dal punto di vista federale, toccherà a Modica decidere se farlo esordire contro il Crotone». Sulla questione Anatriello: «È un calciatore del Bologna in prestito al Messina. Ha offerte, ma la decisione spetta a lui. Se rimane, dovrà capire che deve lottare per la maglia».
Modica e la gestione dello spogliatoio
Roma ha difeso il tecnico Modica, riconoscendo le difficoltà affrontate: «Si è sentito abbandonato, senza supporto nella gestione dello spogliatoio. Questo ha creato confusione, ma non è il momento di cercare colpe. Ora bisogna ricompattarsi».
Un futuro da costruire
Conclude Roma: «So di avere tutto da perdere, ma Messina è una piazza che ti entra nella pelle. È invisa da anni di lavoro distruttivo, ma ora si è data fiducia ad Alaimo. Servono i fatti per riaccendere un entusiasmo che al momento manca».
Il compito di Roma è chiaro: salvare la squadra e gettare le basi per un futuro migliore, in una città che attende riscatto e risultati concreti.