RoccAcquedolcese, Mezzanotte: “Certi arbitri hanno atteggiamenti provocatori e superbi. Il sistema va cambiato”

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Attraverso un lungo sfogo contro il sistema arbitrale, il dg del RoccAcquedolcese, Serg

Attraverso un lungo sfogo contro il sistema arbitrale, il dg del RoccAcquedolcese, SergioMezzanotte, torna sulla sconfitta contro il Palazzolo:

“Voglio fare i complimenti ai ragazzi (naturalmente non per la prestazione al di sotto delle loro possibilità), per come hanno resistito alle provocazioni del direttore di gara. Queste sono partite dove di solito si esce dal campo con 3/4 espulsi e 7 ammoniti. Complimenti anche all’ambiente del RoccAcquedolcese, maturo per la categoria. Sono convinto che in tanti altri campi, non sarebbe finita bene. Le molteplici, continue, reiterate decisioni scellerate del signore (così si fanno chiamare adesso, ai miei tempi si chiamava semplicemente ‘arbitro’) con il fischietto in bocca, hanno rischiato di far degenerare la situazione. E non mi riferisco ai due gol annullati, perché nei singoli episodi si può anche sbagliare, ma all’atteggiamento in generale in tutti e 90 minuti. Presuntuoso e provocatore, ha consentito di ‘non giocare’ agli avversari che si accasciavano al suolo senza motivo e a palla lontana, minacciando chiunque si avvicinava a lui per sollecitare la ripresa del gioco. Naturalmente non è colpa degli avversari, qualunque squadra in vantaggio lo avrebbe fatto, probabilmente anche noi, ma non può un arbitro avallare e sostenere un atteggiamento del genere.

Ho fatto i complimenti ai ragazzi perché in questo tipo di partite capisci il motivo per cui ogni lunedì si legge di aggressioni agli arbitri.

Io credo che non serva inasprire le pene per chi colpisce un arbitro (cosa assolutamente da condannare), ma se si vuole salvaguardare il mondo arbitrale, bisogna ‘lavorare’ sugli stessi arbitri, insegnando loro che nei 90 minuti e a fine gara, non sono i padroni del calcio, ma sono una componente del calcio, peraltro pagata dalle stesse società.

Quest’anno, rispetto al passato, mi sono ‘contenuto’ nelle proteste arbitrali e lo dimostra il fatto che ho preso una sola squalifica e che la società RoccAcquedolcese, in 25 partite di campionato e in 4 di coppa, non ha subito nemmeno una multa. Ma oggi non potevo tacere. Probabilmente prenderò l’ennesima squalifica, l’arbitro sarà contento (e io me ne frego) e continuerò a protestare fino a quando non avrò la consapevolezza che i sacrifici fatti dalla mia società portino ai risultati meritati, senza che il raggiungimento o meno di un risultato sia condizionato da fattori esterni.

Una società programma, sceglie lo staff tecnico, sceglie i giocatori, cerca sponsor e dirigenti nuovi, sostanzialmente mette insieme un gruppo che deve misurarsi con gli altri. Se farà bene, sarà stata brava, se farà male, sarà stata meno brava, ma certamente deve avere la consapevolezza che il risultato raggiunto non sia stato condizionato da altri.

Ripeto, l’errore ci può stare, è la presunzione delle giacchette nere di credere di essere al centro del mondo che non condivido.

Prendete, per esempio, la dinamica sull’episodio del gol annullato a Carroccio (ma ne succedono decine a partita). Non è l’aver fischiato un fallo dubbio e l’aver annullato il gol che mi porta alle considerazioni di cui sopra, ma l’atteggiamento successivo, quando ha già pronto il cartellino per ammonire Carroccio che stava andando da lui a chiedere spiegazioni.

Ora mi chiedo cosa possa passare nella testa di un arbitro che ha appena annullato un gol dubbio a un giocatore, per pensare di ammonirlo quando va a protestare?

Non sarebbe più semplice pensare che ha già preso una decisione abbastanza gravosa (per quanto sia convinto di aver fatto la scelta giusta, rimane il beneficio del dubbio) e quindi sarebbe opportuno evitare di danneggiare ulteriormente il giocatore e la sua squadra?

Invece no. In quel momento subentra nella loro testa l’idea di essere al centro del mondo, di essere protagonisti, di essere importanti e sono capaci di far succedere qualunque cosa, tanto loro non pagano mai (almeno noi comuni mortali non siamo tenuti a saperlo). Hanno sbagliato una valutazione? Hanno danneggiato una squadra? Hanno alterato un risultato? Non importa! Loro sono Dio!

Cari designatori, cara LND, cari tutti quelli che avete a cuore l’incolumità degli arbitri, volete davvero aiutarli? Non serve inasprire le pene. Serve solo renderli ‘umani’. Iniziate a far sapere alle società (visto che siamo noi con i nostri soldi a tenere in piedi la baracca), che quando un arbitro sbaglia, paga. Fateci sapere se viene fermato per qualche giornata. Rimarrebbe una magra consolazione, ma almeno sapremmo che anche loro possono essere ‘puniti’. Li rendereste più umani e più simili ai quattro coglioni che squalificate a ogni parola fuori luogo, a ogni gesto poco ortodosso, nonostante siano persone che ci mettono la faccia, che mettono soldi, che cercano soldi e che si impegnano nel sociale.

Sono certo che togliendo loro (intendo gli arbitri) quest’aria di superbia che li accompagna e mettendoli sul piano di noi umili dirigenti (magari dedicando 5 minuti a società a fine partita per chiarimenti relativi alla gara), diventerebbero anche più simpatici ed evitereste che prendano legnate ogni domenica su più campi d’Italia.

Fateci leggere un martedì nel comunicato della Lnd che un arbitro ha sbagliato e che quindi verrà fermato. Sarebbe una magra consolazione, poiché il risultato della partita sarebbe comunque confermato, ma almeno dareste alle società la stessa soddisfazione che gli arbitri provano quando fanno squalificare un dirigente, un allenatore o un giocatore.

Sono certo che questo porterebbe a un netto miglioramento nei rapporti tra arbitri e società e, di conseguenza, diminuirebbero le aggressioni nei loro confronti.

Io, intanto, continuerò a protestare (ogni volta che penserò di essere dalla parte della ragione), continuerò ad essere squalificato (e me ne frego) e continuerò a pagare multe (e me ne frego), senza mai alzare un dito a un arbitro (mai fatto, nemmeno pensato), ma cercando di combattere un sistema che va (a detta di tutti, dalla Terza Categoria alla serie A) cambiato e migliorato.

Voi che decidete le sorti del calcio, non chiudetevi nelle vostre quattro mura a decidere. Chiedete, informatevi con chi vive il calcio quello vero, quello fatto di sacrifici, di passione, di sofferenza, direttamente sui campi di gioco, e sono certo che troverete la soluzione migliore per salvaguardare arbitri e guardalinee, anche perché, visto quello che si legge ogni lunedì, voi, non ci siete riusciti!”.