Restuccia a GS.it: “Enna adesso ai vertici del calcio siciliano, ripescaggio sarebbe meritato. Futuro? Qui mi sento a casa…”

“Il bilancio è sotto gli occhi di tutti. C’è stata una crescita costante, un triennio per quel che mi riguarda in crescendo dal primo anno al terzo. Quest’anno abbiamo fatto, credo, la migliore stagione degli ultimi trent’anni, sfiorando la promozione diretta e poi ai play off”. Il ds Giuseppe Restuccia traccia un bilancio della stagione dell’Enna, arrivato a un passo dalla promozione in Serie D, sogno sfumato nella finale nazionale dei play off con il Siracusa. Queste le sue parole a Goalsicilia.it:

Direttore, una grande stagione…
“Una grandissima stagione fatta di numeri incredibili, 39 partite e solo due sconfitte. Va fatto un grande plauso alla società che ha permesso tutto ciò, ma l’applauso più grande va ai ragazzi, allo staff, al mister perché hanno lavorato veramente bene, conseguendo degli obiettivi che sono sfumati per centimetri”.

Quanta amarezza c’è per una promozione sfumata nella regular season prima e in finale play off dopo?

“L’amarezza è veramente tanta, per come si è conclusa la stagione regolare. Non riuscire a vincere con una sola sconfitta brucia. Anche l’epilogo dei play off lascia tanta amarezza, penso che l’Enna meritasse qualcosa in più”.

Ti riferisci agli episodi arbitrali?
“Ormai è inutile parlarne, anche se sono abbastanza solari. Quello che ci è accaduto lo testimoniano le immagini, che parlano chiaro. Purtroppo l’arbitro e l’assistente hanno visto in maniera diversa rispetto alla realtà, ne prendiamo atto. Resta l’amarezza per il percorso fatto”.

Una stagione regolare praticamente da imbattuti, con l’unica sconfitta arrivata nelle ultime giornate…
“Abbiamo fatto una sola sconfitta in 30 partite di campionato. Una sconfitta ad Agrigento che ci è costata la vittoria finale. Questa è la prima grande amarezza. Non so in quante altre occasioni una squadra che perde una sola partita poi non vince il campionato. Purtroppo è capitato a noi. Ho fatto più volte i complimenti all’Akragas perché chi vince ha sempre ragione. Noi siamo stati un pizzico sfortunati, la dea bendata non ci ha dato sicuramente una mano che nel calcio non guasta mai”.

Adesso l’Enna proverà a giocarsi le sue chances con la domanda di ripescaggio…
“Credo che tutti, la città, la società, la tifoseria e tutta la squadra, dal mister ai magazzinieri, meritiamo tutti il salto di categoria. soprattutto la città e la tifoseria. Quest’anno è stato un crescendo fino alla fine, quando hanno riempito prima il “Gaeta” come non si vedeva da più di trent’anni. E poi c’è stato l’esodo a Siracusa che è stato commovente. Enna merita la Serie D, non ci siamo riusciti direttamente sul campo ma adesso la società proverà a farela domanda di ripescaggio perché ci crede fortemente. Sarebbe il giusto premio andare in Serie D”.

L’anno scorso però non ci furono ripescaggi…
“Esatto, credo non ce ne siano stati neppure l’anno prima. Quest’anno penso possa essere il primo dopo il Covid in cui si apriranno i ripescaggi. Il ripescaggio sarebbe, ripeto, un epilogo meritatissimo. La programmazione è stata certosina”.

Cosa intendi?
“A partire da tre anni fa abbiamo programmato passo dopo passo. Poi vincere non è mai facile. Questa è una società molto oculata, che non spende un euro in più di ciò che può, a costo di arrivare uno o due anni dopo gli altri. Quest’anno ci eravamo riusciti, purtroppo non è andata bene”.

Con un eventuale ripescaggio salirebbero a 11 le squadre siciliane. Sarebbe un campionato di Serie D a forti tinte siciliane…
“Ho visto un po’ il girone che potrebbe formarsi, seguo anche la D anche da diverso tempo. Quest’anno in particolare sarebbe molto bello, perché sono presenti diversi capoluoghi di provincia, Trapani, Akragas, Siracusa, Ragusa… Piazze storiche, un campionato ricco di derby. Sarebbe un sogno per la comunità e per la città di Enna. Speriamo bene”.

E tu sarai ancora il ds gialloverde?
“Ci siamo presi una pausa di meritatissimo riposo dopo una stagione lunghissima, durata per noi dieci mesi e mezzo. La squadra è partita in ritiro il 4 agosto 2022, terminando la stagione il 18 giugno, più di dieci mesi di lavoro. Se ci mettiamo il lavoro del mercato prima del ritiro non mi sono mai fermato, non c’è stata mai una sosta. Ci siamo presi giustamente un periodo per staccare la spina dopo 12 mesi intensi e pesanti, con la promessa che ci riincontreremo e credo che lo faremo a breve”.

Ci sono i presupposti per continuare?
“Parleremo proprio di questo, di futuro e cercheremo di capire se ci sono i presupposti per continuare a lavorare insieme. I rapporti che ho con la società sono eccezionali, vanno al di là del rapporto lavorativo e calcistico. Sono rapporti umani veri. Però lo sappiamo, nel calcio come nella vita è giusto, prima di pronunciarsi, perlomeno stringersi la mano. Ci incontreremo a breve e dopo l’incontro se ci sono i presupposti e la volontà si vedrà”.

A te però piacerebbe continuare…
“Io a Enna non sono stato solo bene, ma di più. La società mi ha fatto lavorare in un modo in cui difficilmente in altre società si potrebbe fare. Di questo devo ringraziare il presidente Stompo e l’amministratore delegato Montesano, che mi hanno dato una fiducia incondizionata. Figuriamoci, soprattutto eventualmente in Serie D, dopo averla sfiorata sul campo e meritata, quanto sarebbe bello…”.

Ne fai un discorso di categoria?
“L’ambizione umana è quella di crescere, migliorare e salire di livello. Io mi auguro con tutto il cuore che l’Enna ottenga il ripescaggio in Serie D e che la proprietà voglia continuare il percorso con me. Da questo punto di vista la mia apertura è totale. Ma nel calcio mai dire mai…”.

Nel frattempo ti ha cercato qualcun altro?
“Io non faccio mistero di nulla come non l’ho fatto neanche con il presidente con cui ho un rapporto di assoluta trasparenza, rispetto reciproco e di confidenza. Anche prima delle fasi finali dei play off ho ricevuto delle chiamate. Evidentemente qualcuno ha apprezzato il lavoro fatto e non ne ho fatto mistero nemmeno con la società. Qualcuno si è fatto sentire anche dopo, ma adesso sono telefonate interlocutorie. Per adesso preferisco godermi le vacanze, che sono praticamente già finite. Vacanze che per noi sono durate molto meno rispetto a chi ha finito ad aprile”.

La priorità dunque resta l’Enna?
“Ho detto a chi si è fatto sentire che volevo godermi qualche giorno di vacanza, ma anche che per rispetto e perché mi sento a casa io aspetto l’Enna Calcio. È giusto dare priorità all’Enna e al progetto che la società sta preparando, perché sono fatto così”.

In ogni caso c’è la grande soddisfazione per quanto fatto finora a Enna…
“Sì, finora un triennio straordinario, è stato fatto un lavoro incredibile. In tre anni siamo arrivati ai vertici del calcio siciliano e a 25 minuti dalla Serie D. La società ha riacceso l’entusiasmo di una tifoseria che era sopito. Rivedere in semifinale e in finale play off quasi tremila spettatori al “Gaeta” è stato emozionante. Chi vive a Enna non ricordava un pienone così da oltre trent’anni. Questa è la vittoria più grande. Poi sottolineo anche lo spettacolo di Siracusa, vedere 600-700 ennesi spingere e tifare è stato incredibile. Non era certo una partita di Eccellenza…”.

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Di Noto Luca