Repubblica: “L’anno nero dell’Akragas, la squadra rischia di sparire tra debiti e false promesse”

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L’Akragas attraversa uno dei momenti più critici della sua storia recente. Cinque sconfitte consecutive, una classifica disastrosa e una situazione societaria ormai al limite della sopportazione stanno spingendo il club agrigentino sull’orlo del baratro. Come riportato da Alan David Scifo su Repubblica Palermo, il rischio concreto è che la squadra non riesca nemmeno a concludere il campionato di Serie D, in quello che doveva essere l’anno del rilancio e che invece si sta trasformando in un incubo.

La crisi societaria si è intrecciata in modo diretto con i risultati in campo. I giocatori, privi di certezze economiche e demotivati dalla mancanza di stabilità, hanno inanellato una lunga serie di sconfitte, precipitando all’ultimo posto della classifica con appena 14 punti in 24 partite. Le 16 sconfitte stagionali, tra cui l’ultima pesante battuta d’arresto contro il Città di Sant’Agata per 2-1, hanno segnato quello che molti temono possa essere il punto di non ritorno.

La situazione è esplosa definitivamente al termine della gara contro il Sant’Agata, con le dimissioni dell’amministratore delegato Graziano Strano, che ha rassegnato il proprio incarico e sollevato l’intero staff tecnico dalle proprie funzioni. Le sue dichiarazioni sono state nette e senza spazio a interpretazioni: «Non vogliamo più proseguire, visto come stanno andando le cose. La nostra volontà è quella di ritirare la squadra, non ci sentiamo più parte di questo progetto». Con lui hanno lasciato il club anche il direttore sportivo Giuseppe Cammarata, l’ufficio stampa e il segretario della società.

La rabbia dei tifosi si è concentrata soprattutto sul patron Giuseppe Deni, che poche settimane fa aveva annunciato la volontà di abbandonare il progetto Akragas, lasciando le chiavi del club al sindaco di Agrigento, Franco Miccichè. Questo ennesimo segnale di disimpegno ha ulteriormente alimentato la frustrazione dei sostenitori biancazzurri, che da decenni aspettano la ristrutturazione dello stadio Esseneto e l’installazione delle torri faro, finalmente finanziate proprio nell’anno più disastroso.

La stagione dell’Akragas è stata segnata da continui contrasti interni e decisioni poco chiare. Sin dall’inizio del campionato, la situazione è apparsa traballante: la cessione forzata del capitano Alfonso Cipolla all’Unitas Sciacca, dovuta a esigenze lavorative, ha rappresentato uno dei primi segnali di fragilità. Da novembre, il presidente Deni ha iniziato a lamentare la mancanza di supporto economico e il disinteresse di investitori e sponsor. La mancata concessione della gestione dello stadio da parte del Comune ha ulteriormente limitato le entrate societarie, peggiorando una situazione finanziaria già compromessa.

In questo contesto caotico, anche le speranze di un salvataggio si sono rivelate vane. L’imprenditore Emanuele Canzonieri, che sembrava intenzionato a rilevare il club e a rilanciarlo, ha fatto un passo indietro quando i fondi promessi non si sono concretizzati. L’entusiasmo per un possibile arrivo di Alexandre Pato durante il mercato di gennaio si è così dissolto, lasciando spazio all’ennesima delusione. I giocatori, esasperati dai ritardi nei pagamenti, hanno scioperato saltando un turno di allenamento, mentre la squadra continuava a collezionare sconfitte.

Ora la situazione appare disperata. Mentre i tifosi cercano di salvare almeno le giovanili attraverso raccolte fondi, cresce il timore che l’Akragas possa addirittura non scendere in campo nella prossima partita. La città di Agrigento assiste così, impotente, al rischio concreto di perdere ancora una volta la propria squadra di calcio, in un film già visto nel 2018 con il fallimento dopo tre anni di Serie C. Il futuro dell’Akragas è più incerto che mai e la possibilità di un ritiro dal campionato sembra ogni giorno più concreta.