Dopo la sconfitta contro il Rocca, mister De Leo sembra pronto a lasciare l’Avola: “Oggi sono veramente deluso di quanto prodotto e raccolto ieri. Purtroppo in questo momento mi rendo conto che i risultati ci stanno mancando e che la squadra non è in linea con quanto avrebbe potuto raccogliere.I ragazzi sono competitivi e a breve arriveranno gare abbordabili che permetteranno a questa società ed a questi ragazzi di tirarsi fuori da questo torpore, soprattutto in vista della sosta natalizia. Detto ciò, come già comunicato alla società ed ai ragazzi ieri al termine della partita, il sottoscritto è prontissimo a mettersi da parte, per permettere a chi dovrà venire di poter lavorare nelle migliori condizioni. Questa scelta non è assolutamente legata al mancato apporto o presenza della società come qualcuno ha voluto far passare come messaggio, anzi, posso solo ringraziare tutti coloro che con sacrifici hanno cercato di mettermi nelle condizioni migliori per allenare ed a breve sono sicuro che verranno anche presentati i nuovi calciatori frutto di un mercato laborioso e difficile.
Purtroppo mi sono reso conto che quest’anno in più di un occasione il mio nome è stato associato a situazioni non vere, a chiacchiere da bar che a me danno fastidio e che non mi rendono sereno, per cui siccome con il mio nome e con la mia onorabilità non si PUO’ E NON CI DEVE GIOCARE NESSUNO, preferisco fare questa scelta. Il Real Avola è la mia seconda casa e lo sarà per sempre e nulla potrà mai cancellare quanto di bello mi ha regalato.Per vincere bisogna saper perdere, per vincere bisogna saper seminare, per vincere bisogna saper programmare, per vincere bisogna sapere quando accelerare e quando frenare. La corsa è lunga e abbiamo fatto un sacco di curve difficili e pericolose, ora arriverà il rettilineo e anche se sarà qualcun altro a guidare la macchina o a trovare la tavola apparecchiata io so di aver fatto il mio per arrivarci. Per chi la pensa come me, dare le dimissioni è un segno di forza e di coraggio, non di resa, in quanto non è un disonore o un fallimento proteggere con questo gesto tutti coloro che hanno lavorato a questo progetto e che fino ad oggi hanno cercato di dare il massimo, soprattutto i ragazzi che vanno in campo la domenica e che devono essere sempre incoraggiati e messi nella condizione di rendere al massimo, quindi sarebbe da finti e inopportuni far passare loro per colpevoli”.