Raffaele: “I miei giocatori si devono divertire come quando calciavano sotto casa. Contro il Catania…“

Ai microfoni di “Gianlucadimarzio.come” è tornato a parlare Peppe Raffaele, tecnico del Potenza ed ex Igea Virtus: “Per me è impensabile che un calciatore non si diverta quando gioca o si allena: devi sempre ricordarti di quel bambino che calciava il pallone sotto casa con la porta come garage, immaginando il tombino per strada come il dischetto del rigore. Se ti diverti, e lo fai seriamente, allora giocherai anche bene. Pensare che il bel gioco arrivi grazie a un algoritmo matematico o a una fantomatica formula magica è per me utopia. Il calcio, quello definito ‘bello’, nasce prima ancora di scendere in campo. Nasce dalla serietà di un gruppo che mette da parte ogni arrivismo personale, mettendosi a disposizione del compagno al proprio fianco; nasce dalla serietà che metti in ogni tuo gesto, dal momento in cui prepari gli scarpini negli spogliatoi, fino a quando raccogli i palloni dopo un duro allenamento. È la forza morale di un gruppo che lo rende, poi, anche forte e ‘bello’ da vedere la domenica in campo. Il calcio è vita, nel senso che è proprio vivo: devi saperlo ascoltare, perché ti parla. Contro il Catania ho infatti pensato che l’unico modo per poter vincere era aggredire l’avversario, minando così la sua certezza e rafforzando le sicurezze nei nostri mezzi. Non vivo di dogmi, tantomeno di quelli di tipo tattico”.

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Redazione