Raffaele a GS.it: “Grande stagione, dispiace averla interrotta. Futuro? Bello essere accostato a certi club ma…”
Dopo tanti anni di gavetta nei campionati dilettantistici siciliani, per mister Giuseppe “Pe
Dopo tanti anni di gavetta nei campionati dilettantistici siciliani, per mister Giuseppe “Peppe” Raffaele arriva la chiamata del Potenza in Serie C e nelle ultime due stagioni fa benissimo centrando in entrambe un piazzamento play off. Con lui abbiamo fatto il punto della situazione, queste le sue parole a Goalsicilia.it.
Mister, il bilancio di questa stagione, anche se incompleta a causa del CoronaVirus, è più che positivo…
“Soddisfattissimi di quello che abbiamo fatto. Ovviamente ci sarebbe piaciuto concludere il campionato anche perché avevamo un finale esaltante con cinque gare in casa, tre fuori e tra le mura amiche dovevamo vedercela con Monopoli e Bari che potenzialmente significava lottare per il secondo posto. Peccato…”.
Immagino il rammarico per non potere giocare i play off anche se manca ancora l’ufficialità…
“Mai dire mai, aspettiamo e vedremo cosa si deciderà. Potrebbero fare un mini-torneo tra le tre seconde e la migliore terza o allargarli fino alla quarta in classifica e a quel punto ci rientreremmo. Ripeto, vedremo cosa decideranno. Da tre mesi si sentono mille voci, ognuno dice la sua ma nessuno ha ancora preso una decisione”.
Sei stato uno degli ultimi allenatori ad aver fatto il salto dai dilettanti al professionismo. Sei un esempio per tanti colleghi siciliani…
“Ci sono tanti allenatori preparati in categorie inferiori ai quali manca l’opportunità per fare il salto. Qualche anno fa lo ha dimostrato De Zerbi saltando dalla C alla A senza passare dalla B. Occorre essere preparati e bravi, ma anche fortunati che ti capiti l’occasione giusta. Purtroppo nella nostra regione è un evento perché le squadre siciliane che stanno nel professionismo sono davvero poche. Con l’Igea Virtus noi avevamo vinto i play off di D, quindi sinceramente ritengo di averla conquistata sul campo questa categoria”.
Torneresti a lavorare in Sicilia?
“Non è una questione geografica, quello che conta è poter lavorare rispettando ambizioni ed aspettative. Attualmente nel professionismo ci sono Trapani, Leonzio, Catania e quasi sicuramente il Palermo. Purtroppo sono davvero poche le siciliane nei campionati che contano”.
Si è parlato di un interesse nei tuoi confronti di Pescara, Teramo, Catanzaro, Trapani e altre compagini tra B e C. Che c’è di vero?
“In questo momento è prematuro parlare di futuro. Non sappiamo ancora se i campionati sono terminati, quindi le società non credo pensino già al futuro. Ovviamente mi fa piacere essere accostato a queste squadre, qualcosa magari in futuro si muoverà, ma in questo momento è prematuro parlarne”.
Il presidente Caiata ha detto che se ti arriva una proposta importante sono disponibili a lasciarti libero visto che hai un altro anno di contratto…
“Beh sì. Ho un gran rapporto col presidente e abbiamo fatto due grandi annate sotto ogni punto di vista, dai risultati ai tifosi, passando per il rapporto con i calciatori”.
Caiata è un vulcanico e tu non sei da meno. Come avete fatto a convivere?
“Col presidente abbiamo un rapporto intenso e franco, siamo stati sempre d’accordo. Caiata a livello tecnico non interferisce e questo è davvero da apprezzare, ha grande rispetto per i ragazzi e le scelte di campo. Sicuramente è un presidente vecchio stampo, tifoso, che a caldo qualche volta è esploso, tutto qua”.
Domanda personale: quanto è stato brutto stare tre mesi senza calcio?
“Ad un allenatore capita di avere periodi di stop, anche per scelta come Allegri quest’anno. Noi siamo stati di fatto protagonisti della penultima partita giocata prima del lungo stop, avendo giocato quel famoso lunedì quando è iniziato il lockdown. Il difficile è proprio fermarsi a campionato in corso, anche se per causa di forza maggiore, perché magari spingi da mesi per raggiungere certi obiettivi e sfuma tutto”.
Da un punto di vista fisico, per i calciatori, quanto sarà difficile ricominciare a prescindere da quando succederà…
“Difficilissimo. Molti non addetti ai lavori sottovalutano questo aspetto. A questi livelli, quando ci si ferma in estate, un professionista non si ferma mai per più di un paio di settimane. Si fa un lavoro individuale, si seguono delle diete. Abbiamo lavorato da casa per carità, ma per riprendere una condizione semi-decente un calciatore ha bisogno di almeno tre/quattro settimane di preparazione. Per questo sono d’accordissimo se in qualsiasi campionato verrà inserita la regola delle cinque sostituzioni”.
A proposito ti chiedo, come cambia per un allenatore la gestione della gara sapendo di poter fare 5 cambi e non i 3 cui eravamo abituati?
“Cambia tanto. Hai più possibilità di gestire la partita, anche guardando all’avversario. Inoltre ti permette di gestire meglio il minutaggio dei calciatori, ti permette di coinvolgere tutti i ragazzi e tenerli sempre sul pezzo”.
Lasciando perdere se ci siano stati contatti o meno, ti piacerebbe allenare a Trapani o a Palermo?
“Parliamo di grandi piazze. Allenare questi club significa avere un certo spessore. Un Palermo in Serie C non è come qualsiasi altra squadra, ma ci sarebbe la pressione e allo stesso tempo l’entusiasmo di una categoria ancora più importante. Comunque, ti ripeto, in questo momento è ancora troppo presto per parlare di futuro”.