Picchiato il bambino delle giovanili: allenatore denunciato | Ripresa la scena disgustosa
Il tecnico è stato sospeso per sei mesi dalla propria Federazione. Si giustifica così “Era uno scappellotto”.
I metodi duri degli allenatori nello sport hanno segnato numerose storie di grandi atleti, e spesso suscitano dibattiti tra chi li considera fondamentali per il successo e chi li vede come estremi e potenzialmente dannosi. In alcune discipline, la severità degli allenatori è una costante, e l’obiettivo è portare gli atleti oltre i loro limiti fisici e mentali. Questa filosofia è particolarmente evidente nella ginnastica artistica, dove i giovani atleti vengono spinti a esercitarsi intensamente per molte ore al giorno. La celebre allenatrice rumena Bela Karolyi, che ha guidato campionesse come Nadia Comaneci, era nota per i suoi metodi estremamente severi, che includevano rigide restrizioni alimentari e intensi allenamenti per migliorare la resistenza e la precisione delle atlete.
Anche nel mondo della boxe i metodi duri sono frequenti. Cus D’Amato, l’allenatore che ha scoperto e formato Mike Tyson, era noto per le sue tecniche rigide e per uno stile di allenamento che sfidava i suoi allievi non solo fisicamente, ma anche psicologicamente. D’Amato sottoponeva i pugili a esercizi estremi per temprare la loro resistenza e il loro autocontrollo, lavorando anche su aspetti mentali come la paura e l’autostima. Tyson, che iniziò ad allenarsi da giovanissimo, è un esempio di come la durezza dell’allenamento possa influire sull’atteggiamento e sulle performance di un atleta.
Nella danza classica, una disciplina considerata tra le più rigide e disciplinate, allenatori e maestri richiedono prestazioni estreme, talvolta al limite del sopportabile. George Balanchine, uno dei più celebri coreografi e direttori di compagnie di danza, era noto per le sue dure sessioni di allenamento e la sua ossessione per la perfezione fisica. I ballerini, che lavoravano con lui per ore ogni giorno, subivano una forte pressione fisica e mentale per raggiungere standard elevatissimi.
Nel mondo del nuoto, l’allenatrice Sheri Williams, che ha formato diversi campioni statunitensi, applicava metodi intensi basati su lunghi allenamenti in acqua e rigidi programmi alimentari. Molti atleti, sebbene grati per i risultati ottenuti, hanno raccontato quanto questi metodi fossero estremi e spesso debilitanti. Questi esempi mostrano come, in vari sport, la disciplina e la durezza possano rappresentare tanto una via per il successo quanto un rischio per il benessere degli atleti.
Schiaffo in faccia all’allieva al termine della gara
A Tirana in Albania si sono disputati gli europei di Taekwondo e si sta giocando la finale tra bambine di 8 anni, Valina Fetiu per il Kosovo contro Nina Savic per la Serbia. L’incontro finisce con la vittoria di quest’ultima che conquista la medaglia d’oro.
L’allenatore, che è anche il padre, di Valina la strattona, le toglie l’elmetto e la schiaffeggia in pieno viso facendo scoppiare in lacrime la bambina. L’arbitro richiama Fetiu in preda all’ira, mentre un altro ufficiale di gara va a consolare la giovanissima atleta.
“Amo mia figlia, era solo un buffetto”
Così come riporta “N1ba” Valmir Fetiu ha spiegato: “Sono suo padre, nessuno ama mia figlia più di me, la mamma era vicina. Le ho solo dato un buffetto perché aveva bisogno di essere calmata, stava vivendo male la sconfitta”.
“Stava urlando e si lamentava, non volevo che il pubblico la vedesse in questo stato” continua il coach-padre della giovanissima atleta “Mia figlia meritava l’oro, continueremo ad allenarci e a guardare avanti”. I media albanesi riferiscono che l’allenatore è stato sospeso per 6 mesi con divieto assoluto di portare avanti qualsiasi attività riguardante la disciplina.