Pezzella a GS.it: ‘’Agrigento meravigliosa, all’Akragas tornerei di corsa. Che emozione il gol al Catania!’’

È arrivato un anno fa in Sicilia con un po’ di scetticismo dopo un’intera carriera in Sud America, ma con la maglia dell’Akragas ha disputato una signora stagione. Parliamo di Bruno Pezzella, centrocampista classe 1988, che attualmente è in vacanza a casa in Argentina. Con lui abbiamo fatto un bilancio della scorsa stagione ed un punto della situazione attuale, queste le sue parole a Goalsicilia.it.

Parto da una curiosità: Bruno Pezzella, nome e cognome italiani ma sei argentino…

“Sì, sono originario di Flumeri, un piccolo paesino della provincia di Avellino. I miei nonni sono nati là ma si sono poi trasferiti in Argentina”.

Per essere stato meno di un anno in Italia, parli troppo bene la nostra lingua…

“No dai (ride, ndr), ho ancora qualche difficoltà. Ho imparato qualcosa con mia nonna, ma ovviamente nell’anno in Sicilia ho studiato”.

Hai giocato tutta la carriera in Sud America…

“Sì, oltre ad avere girato alcune squadre in Argentina, ho fatto un anno in Cile e sei mesi in Uruguay”.

Come sei arrivato in Italia?

“L’Akragas mi aveva già cercato sei mesi prima del mio effettivo arrivo, però poi la situazione non si è concretizzata. La scorsa estate si è creata di nuovo questa possibilità e l’ho colta al volo”.

Ti ha chiamato Almiron?

“Non proprio. Un procuratore argentino mi ha detto che c’era la possibilità di giocare in Italia, per fortuna Sergio mi ha selezionato e portato ad Agrigento. Almiron è davvero un grande!”.

Come ti sei trovato ad Agrigento?

“Benissimo. La città è stupenda, la gente è fantastica, meglio di così non potevo chiedere. È difficile stare lontano dalla famiglia, ma il calore degli agrigentini mi ha fato sentire meno la mancanza”.

Sei sposato o fidanzato?

“Sono fidanzato. La mia ragazza è stata con me ad Agrigento e anche lei si è innamorata di questa città e della gente”.

Dal punto di vista calcistico che annata è stata?

“Difficile, tanto tanto difficile (ride, ndr). Soprattutto dopo gennaio è stato tutto in salita, ma grazie al fatto che la gente ci è sempre stata vicina siamo riusciti a non crollare mai. Quando si rema tutti nella stessa direzione: mister, staff, giocatori, tifosi, tutto diventa realizzabile”.

Tu come stai? Hai saltato l’ultima parte di campionato per infortunio…

“Sì, mi sono fratturato l’omero ed è un infortunio davvero fastidioso. Adesso sto benissimo, ho finito la riabilitazione e mi sto già allenando al 100%”.

Com’è mister Di Napoli?

“Molto bravo davvero. Con me si è comportato sempre benissimo, ma penso che sia così per tutti i miei compagni. Io non sapevo come sarebbe stato il mio approccio, magari all’inizio non conoscevo bene la lingua, ma lui e tutto lo staff mi hanno aiutato tanto”.

Hai fatto un solo gol, contro il Catania. Rimarrà però nella mente dei tifosi per tanto tempo…

“Per fortuna è uscito bene (ride, ndr), rimarrà per tanto tempo anche tra i miei ricordi. Segnare in un derby è sempre una grande emozione, poi in quel modo… Bellissimo”.

Raccontaci quei frangenti…

“Ogni mercoledì mi allenavo a calciare in porta, ma in partita non riuscivo mai ad avere l’occasione giusta. Contro il Catania mi è capitata una prima buona palla, ho provato però a fare l’imbucata per Coppola, sbagliandola. Così mi sono detto ‘Alla prossimo tiro’. Mi è arrivata la palla giusta, non ci ho pensato due volte e ho calciato. Stavamo vivendo un momento difficile, credo quel gol sia stato importante per farci arrivare alla salvezza. Porto ancora dentro il boato dell’Esseneto, da pelle d’oca. Poi ho pensato alla mia famiglia, che mi stava guardando in streaming, è stato molto bello”.

Nel Catania c’era un tuo connazionale, Scoppa…

“Sì, Fede è un amico, qualche anno fa abbiamo giocato insieme in B argentina. Era proprio lui a marcarmi, quindi al momento del tiro lo avevo davanti. Il giorno dopo l’ho sentito e mi ha detto solo ‘Mamma mia che tiro’. Aggiungendo che se lo avessi colpito sarebbe finito anche lui con tutta la palla dentro la porta (ride, ndr)”.

Futuro. C’è la possibilità di rivederti in Italia?

“Lo spero, io vorrei tanto tornare. Aspetto di capire cosa succede con l’Akragas, il mio contratto scade il 30 giugno. Non ho ancora avuto notizie, ma sarei felicissimo di giocare ancora là”.

Hai avuto qualche contatto con squadre italiane?

“Beh sì, te l’ho detto vorrei continuare a giocare nel vostro campionato. La precedenza però ce l’ha l’Akragas, Agrigento mi ha dato tantissimo e tornerei di corsa. Ovviamente se nessuno mi chiamerà, mi guarderò intorno e valuterò se mi arriveranno proposte”. 

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Dario Li Vigni