Penalità assurda in Campionato: la Figc squalifica il presidente | Club senza proprietà
Provvedimento duro dopo le indagini della Procura Federale, inibiti presidente e direttore sportivo del club.
Negli ultimi anni, il calcio italiano ha visto un aumento di inibizioni e squalifiche di presidenti e dirigenti, una problematica che continua a sollevare discussioni tra tifosi e addetti ai lavori. Questi provvedimenti disciplinari vengono spesso adottati per punire comportamenti considerati non conformi al regolamento e all’etica sportiva, come dichiarazioni offensive, atteggiamenti antisportivi, o tentativi di influenzare decisioni arbitrali. L’aumento di queste sanzioni ha portato ad accrescere l’attenzione sul comportamento dei dirigenti e sulla necessità di mantenere una linea di condotta rispettosa e professionale.
Le inibizioni e squalifiche variano in base alla gravità delle infrazioni. Alcuni presidenti e dirigenti ricevono semplici ammonizioni o brevi periodi di sospensione per dichiarazioni infuocate, mentre altri vengono colpiti da sanzioni più pesanti in caso di coinvolgimento in casi di corruzione o di violazioni gravi del codice sportivo. Per esempio, episodi di insulti agli arbitri o di dichiarazioni polemiche nei confronti delle istituzioni calcistiche sono puniti con squalifiche che possono compromettere la presenza dei dirigenti ai bordi del campo o persino la loro partecipazione diretta nelle attività di gestione delle squadre.
Un ulteriore problema è rappresentato dalle reazioni dei tifosi e dei media. Spesso, le inibizioni di presidenti carismatici o di dirigenti influenti scatenano dibattiti infuocati, dividendo l’opinione pubblica tra chi difende l’autonomia dei dirigenti e chi ritiene che il rispetto delle regole debba prevalere su tutto. La pressione mediatica può anche influenzare il giudizio su questi episodi, dando origine a critiche verso gli organi di controllo e le federazioni calcistiche, accusate di severità o, al contrario, di troppa tolleranza.
Infine, le inibizioni di figure di rilievo portano spesso a riflettere sul ruolo e le responsabilità di chi dirige una squadra di calcio. Oltre a gestire risorse e strategie sportive, i dirigenti rappresentano infatti l’immagine del club, influenzando il comportamento dei giocatori e dei tifosi. Per questo motivo, molti ritengono che il calcio italiano debba continuare a rafforzare i propri strumenti di controllo e prevenzione, al fine di garantire che il comportamento dei dirigenti sia sempre all’altezza della responsabilità che il loro ruolo comporta.
Cosa è successo
Il presidente Carmelo Salerno è stato inibito per trenta giorni, mentre il direttore sportivo Marcello Pizzimenti ha ricevuto una squalifica di quarantacinque giorni e il club una multa di 3.000 euro.
La sanzione a Pizzimenti è legata al fatto che avrebbe agito come prestanome per Gianluca Vecchi e Marco Amaranti, permettendo loro di gestire il settore giovanile del club nonostante non avessero i requisiti necessari per ricoprire tale ruolo.
La Reggiana accetta la punizione “Accordo raggiunto”
L’inibizione impedirà a Salerno di rappresentare la società negli ambiti federali, mentre la squalifica per Pizzimenti vieterà l’accesso a panchina, spogliatoio e sala stampa durante le partite ufficiali.
In una nota recente, la Reggiana ha dichiarato di accettare le sanzioni ricevute, lasciando intendere che non verranno presentati ricorsi. Anche il comunicato della Federcalcio conferma un “accordo raggiunto dalle parti”.