Pastore: “Per il Palermo ci sarò sempre, resterò nel mondo del calcio”
PALERMO (ITALPRESS) – Javier Pastore e il Palermo rappresentano un legame indissolubile, che sembra rafforzarsi con il passare degli anni. Il fantasista argentino è tornato a Palermo per l’inaugurazione del Centro di Formazione di Torretta e per assistere alla partita contro lo Spezia al Barbera, dimostrando un profondo affetto per i colori rosanero.
Dopo aver mosso i primi passi nel calcio in Argentina, Pastore approdò al Palermo nell’estate del 2009, dopo una straordinaria stagione con l’Huracán. In Sicilia visse due stagioni indimenticabili, segnate da giocate spettacolari e gol decisivi, culminate nella storica finale di Coppa Italia contro l’Inter, che rimane uno dei momenti più alti della sua carriera.
Durante un’intervista al Torretta Cafè, il talk show prodotto dal Palermo FC, Pastore ha condiviso i suoi ricordi e le emozioni più profonde. Ha elogiato le strutture moderne del centro sportivo di Torretta, sottolineando il grande progresso rispetto al periodo in cui si allenava a Boccadifalco. Tornare a Palermo, rivedere vecchi compagni e condividere ricordi è stato per lui emozionante.
L’esperienza di Pastore a Palermo non si limita al calcio giocato. Durante il suo soggiorno in Sicilia, ha costruito relazioni profonde sia dentro che fuori dal campo. Sposato con una palermitana e padre, il Flaco guarda al suo passato in rosanero con affetto, ricordando l’aiuto ricevuto da compagni come Migliaccio, Balzaretti e Miccoli, con i quali è rimasto in contatto.
Uno dei ricordi più significativi per Pastore è stata la presentazione della maglia del Palermo a New York, un evento che ha definito “straordinario”. Palermo è stata per lui una porta verso l’Europa e la Nazionale argentina, un trampolino di lancio che gli ha permesso di costruire una carriera prestigiosa.
Guardando indietro, Pastore ha riflettuto su quanto sia stato speciale il suo percorso nel calcio. Durante i suoi anni al Palermo, affrontare campioni di squadre come Inter, Juventus e Milan sembrava normale, ma oggi si rende conto della grandezza di quegli anni. La sua esperienza al PSG, dove ha giocato con alcune delle stelle più luminose del calcio mondiale, è un altro capitolo importante della sua carriera.
Il suo arrivo a Palermo, però, non fu privo di difficoltà. Pastore racconta un episodio emblematico del suo primo giorno, quando, dopo un lungo viaggio dall’Argentina, fu portato da Zamparini a comprare l’attrezzatura per giocare un’amichevole. Nonostante la stanchezza, mostrò subito il suo talento, guadagnandosi l’ammirazione del presidente e dei tifosi.
L’ambientamento in Italia non fu immediato. Pastore ha ricordato momenti di attrito con i compagni, legati al suo stile di gioco fantasioso. Episodi come i “tunnel” a Migliaccio, inizialmente causa di incomprensioni, si sono trasformati in occasioni di crescita personale e professionale, cementando il rapporto con i suoi compagni di squadra.
Tra i rimpianti, Pastore cita la finale di Coppa Italia persa contro l’Inter. Sebbene il risultato non sia stato favorevole, il cammino verso quella finale rimane per lui un ricordo speciale. L’entusiasmo e il supporto dei tifosi rosanero a Roma sono indelebili nella sua memoria.
Oggi, lontano dal calcio giocato da quasi due anni, Pastore si sta preparando per un futuro nel mondo del calcio. Sta seguendo un corso di management con la FIFA e si interessa a formare i giovani talenti. Sebbene non abbia ancora deciso la strada da intraprendere, una cosa è certa: il suo legame con Palermo e i suoi tifosi resterà eterno.