Altra partita, stessa storia: il Palermo passa in vantaggio con Nestorovski, poi va allo sbando e perde incassando una rete dopo l’altra. È inutile, non c’è soluzione per questa stagione. Adesso sono sei le sconfitte consecutive, auspicare un esonero a breve non è difficile. Ma è giusto dare un avvertimento a tutti: non cambierà nulla.
De Zerbi è ormai ai ferri corti, le parole di Zamparini di qualche giorno fa contano poco o nulla. Potrebbe essere finita a breve l’avventura del tecnico in Sicilia. Ma poco cambia se resterà o se arriverà Ballardini, Corini, Guardiola o chiunque altro: non è questo il problema di fondo. Nessuno può salvare questa squadra costruita malamente, senza nessun appiglio se non il solo attaccante macedone, che segna un gol a partita ma che da solo non può far raggiungere la salvezza. Alle sue spalle non c’è nient’altro, solo tanti giovani con ancora parecchio pane duro da mangiare, tanti esperti che ormai hanno dato in passato ciò che dovevano dare, ed altri giocatori che si stanno dimostrando inadeguati.
Non c’è neanche uno spiraglio di speranza al momento: né un mercato di gennaio oculato, né un cambio di gestione tecnica, né un milionario cinese può cambiare le carte in tavola. Forse un miracolo, o un colpo di…fortuna. Perché sono in tre insieme al Palermo a giocare col fuoco e a lottare per non retrocedere. Una di queste si salverà, ma non per propri meriti ma per demeriti delle altre. I rosanero devono giocarsi questo mini campionato: Empoli e Pescara, dirette concorrenti, devono essere ancora affrontate. Li sì che il Palermo non dovrà sbagliare. Ma se così non sarà, addio serie A.
Luca La Barbera