Intervistato dal “Corriere dello Sport”, l’attaccante del Palermo, Matteo Brunori, parla del suo momento magico:
“Al ‘Barbera’, anche quando non è pieno, senti un affetto speciale. Io lo avvertivo anche nelle prime giornate in cui non segnavo: sentivo le persone vicine. Al Sud ero stato solo per piccolissime parentesi ma qui il calore può trascinare un giocatore. A Palermo si vive di emozioni, ti riconoscono per strada, ti supportano. Vuol sapere un segreto? Ogni attaccante sa che si possono vivere alti e bassi magari senza un motivo specifico. Ho vissuto questa situazione sulla mia pelle, l’anno scorso con l’Entella (in B) giocavo sempre ma ho fatto solo 3 gol. Non me lo spiegavo ma l’ho presa in maniera positiva pensando che ci sono stagioni utili per la maturazione di un giocatore. E ho colto al volo l’opportunità di rilanciarmi in un posto che ti poteva dare qualcosa in più. Quando avverti che la gente e i compagni credono in te, è più facile che la palla che prima colpiva la traversa, adesso entri. Ecco perché di questi 23 gol il merito è anche di Palermo, ambiente, tifosi, staff Un grazie in particolare? Sì, a Baldini. Da quando è arrivato, la svolta è stata enorme, si vede quando giochiamo, non solo per i miei gol. Mi ha anche bacchettato? Non importa, vi rivelo una cosa. Insieme abbiamo un sogno, ci siamo ripromessi di esaudirlo: portare in B il Palermo. Il rapporto è nato subito: ai primi di gennaio, io ho avuto il Covid, non recuperavo, ho fatto una serie di accertamenti più approfonditi. Baldini mi è stato sempre vicino, mi chiamava in continuazione, voleva che rientrassi al più presto. Ho sentito la fiducia della persona, al di fuori del ruolo dell’allenatore: e queste sono cose che non succedono spesso nel calcio”.