Paceco, Parisi a GS.it: ‘’Capitano di un gruppo di veri uomini. In serie D con quattro ritocchi…’’

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Ha festeggiato la promozione in serie D, arrivando primo nel girone A di Eccellenza. Parliamo del

Ha festeggiato la promozione in serie D, arrivando primo nel girone A di Eccellenza. Parliamo del Paceco, il cui capitano è Renzo Parisi. Con lui abbiamo fatto un bilancio di questa stagione, queste le sue parole in esclusiva a Goalsicilia.it.

Renzo rispondi in modo secco: una ‘fotografia’ della stagione…

“Credimi dopo un’annata come questa, è difficile scegliere un solo frammento. Siamo partiti con altri obiettivi, abbiamo vinto il campionato. È tutta una splendido ricordo”.

Avete avuto due allenatori…

“Un grande grazie va sicuramente a mister Chianetta, per tutto il girone d’andata ci ha guidati fino al primo posto, mantenendo anche l’imbattibilità. Per mister Mazzara, che è subentrato, un compito arduo perché non ci voleva nulla a fare peggio. Sono davvero felice per lui, mister Massimo oltre che un grande allenatore, è un grandissimo uomo”.

La vittoria nell’ultima giornata contro la Nissa è stata tutt’altro che agevole…

“Una battaglia, ma una delle vittorie più belle di tutto il campionato. Faccio i complimenti  a società, mister e giocatori della Nissa per la partita, ce l’hanno fatta davvero sudare”.

Qual è il momento della stagione in cui hai davvero cominciato a credere alla possibilità di andare in D?

“Ho cominciato a crederci quando abbiamo pareggiato col Favara. Dopo quella mancata vittoria c’era un po’ di scoramento e delusione, sia la società che i miei compagni, giustamente. Io sono entrato nello spogliatoio e, abbracciandoli uno per uno, ho detto loro che con quel punto avremmo vinto il campionato. Quel punto là, visto il finale di campionato che hanno fatto i favaresi, è stato d’oro”.

Tre ‘grazie’, a chi?

“Il primo va sicuramente alla società, ha fatto sacrifici enormi. L’obiettivo iniziale era la salvezza, in corso d’opera ha aggiustato il tiro e le spese sono state importanti. Il primo ‘bis’ anche ai tifosi, ci hanno seguito ovunque ed è stato bello vedere questo paese risvegliarsi. Un grazie va ai miei compagni, tutti davvero professionisti. Mi hanno seguito dalla prima giornata, sanno che io se parlo è per dare consigli. Un grazie lo dedico anche a me stesso, è stata un’annata travagliata, sia dentro che fuori dal campo. Ne ho vinti di campionati, ma questo è quello più soddisfacente”.

Futuro…

“Mi auguro che rimanga tutto il gruppo, davvero spettacolare. L’ho già detto alla società, con tre/quattro ritocchi potremo dire la nostra anche in serie D”.

Il tuo obiettivo è restare a Paceco…

“Assolutamente sì, sicuramente. L’importante è che però lascino questo gruppo intatto. Ribadisco, con un paio di innesti faremo alla grande anche il prossimo campionato. Ricordiamoci sempre che prima di essere giocatori bisogna essere uomini, la nostra squadra è formata da veri uomini!”.

Da esperto di questo mondo del calcio, che ne pensi dell’addio dei senatori al Castelbuono?

“Io ho tanti amici là, qualcuno di quelli che è andato via è proprio amico d’infanzia. Noi calciatori spesso togliamo tempo alle famiglie o al lavoro, per chi ce l’ha, ma c’è anche chi campa di pallone. Non se ne può più di elemosinare i rimborsi spese. Se una società non può, non deve neanche iniziare. Noi ormai siamo diventati numeri, non ci considerano persone. Voglio vedere se questa situazione capitasse al figlio del presidente o del dirigente di turno…”.

Paceco è un’isola felice…

“Sono qui da tre anni, non è un caso. Ho a che fare con dei dirigenti che sono dei signori. Anch’io avanzo qualcosina, ma non è un problema perché ho a che fare con gente tanto per bene che c’è solo da fidarsi ciecamente. Questa è un’isola troppo felice”.