ROMA (ITALPRESS) – “Ansia e angoscia ho imparato ad accantonarle, ormai il mio sistema nervoso regge la pressione. Ma entusiasmo e orgoglio ce ne sono”.
Così Giovanni Malagò si avvicina all’imminente appuntamento delle Olimpiadi di Parigi. “Fare una medaglia in più delle 40 di Tokyo è l’obiettivo – racconta il presidente del Coni in un’intervista a “Il Messaggero” – Non è per niente semplice, ma abbiamo lavorato molto bene in questo triennio olimpico. Le previsioni e gli algoritmi ci pongono in una posizione variabile fra la sesta e l’undicesima, ma nessuno dice una cosa: i grandi Paesi vinceranno sempre meno medaglie. Prima c’erano nazioni come Usa, Urss o Cina che prendevano anche 100 medaglie, ma oggi la globalizzazione ha portato nuovi Paesi nel medagliere. Il Kosovo ha vinto due medaglie d’oro a Tokyo, non so se rendo l’idea”.
L’Italia si presenta con una delegazione record di 403 qualificati. “Tutti porteranno meno persone rispetto a Tokyo, mentre noi avremo il 5-6% di atleti in più. E la cosa è incredibile perché siamo andati meno bene negli sport di squadra. Da quali sport mi aspetto di più? Da quelli che finora non hanno fatto grandi cose. Mi aspetto molto, moltissimo dal tennis e poi vorrei qualcosa di storico dalla vela, anche se ha già vinto un oro meraviglioso a Tokyo”.
“E ci sono premesse incredibili per fare ancora meglio di tre anni fa con la ginnastica – prosegue Malagò – E non dimentico la boxe, che tra donne e uomini può darci grandi soddisfazioni. L’atletica? Vincerà più medaglie di Tokyo. Certo, non è pensabile arrivare a 5 ori, ma in totale saranno di più”. Quella di Parigi poteva essere l’Olimpiade di Roma, una mancata candidatura che Malagò non dimentica: “La cicatrice si è rimarginata, ma la ferita rimarrà per tutta la vita. Fu un errore clamoroso”.
Chiusura sul calcio, ancora fuori dai Giochi e in un momento di crisi dopo il flop a Euro2024. “Nel calcio ci sono fazioni contrapposte: se la conclusione è che una parte trionfa e l’altra soccombe, il calcio continuerà a non risolvere i problemi. Trovare un equilibrio tra i soggetti, con le giuste formule di mediazione, è l’unico modo per fare insieme ciò che è indispensabile. Se siamo sulla buona strada dopo l’emendamento Mulè? Insomma…”, aggiunge Malagò.