“Non scendiamo in campo”: tutti contro l’arbitro, ammutinamento | Si accodano anche gli avversari
Decisione drastica del club che esplicita la non volontà a scendere in campo e giocare la partita, motivazioni validissime.
Nel corso della storia del calcio, ci sono stati diversi episodi in cui le squadre hanno deciso di abbandonare il campo durante una partita per protesta, o addirittura di non presentarsi affatto. Questi gesti, spesso dettati da motivazioni politiche, sociali o sportive, sono eventi rari ma che hanno avuto un forte impatto mediatico e storico.
Un esempio significativo avvenne nel 1969, durante una partita tra El Salvador e Honduras, un incontro di qualificazione ai Mondiali di Messico ’70, che sfociò in quello che venne soprannominato “La guerra del calcio”. La partita fu seguita da violenze tra i tifosi e, a causa della tensione politica tra i due paesi, la nazionale honduregna decise di abbandonare il campo durante una partita. Questo episodio divenne simbolo delle gravi ripercussioni politiche che lo sport può avere in alcuni contesti.
Un altro caso emblematico risale al 2005, quando il Boca Juniors decise di non presentarsi per una partita contro il San Lorenzo in campionato, a causa di disordini tra i tifosi e problemi con la sicurezza. Sebbene non si trattasse di una vera e propria protesta politica, il gesto fu un segnale della frustrazione della squadra di fronte alla violenza che affliggeva il calcio argentino. La decisione venne presa per proteggere la sicurezza dei giocatori e dei tifosi.
Un caso simile si verificò anche in Europa, con il Brescia che, nel 1993, abbandonò il campo durante una partita contro la Roma a causa di un arbitraggio ritenuto fortemente ingiusto. Dopo una serie di decisioni contestate, i giocatori bresciani lasciarono il campo, manifestando così il loro disappunto. L’episodio suscitò un acceso dibattito sul potere degli arbitri e sull’influenza delle decisioni arbitrali sulle partite.
Cosa è successo
Siamo in Sardegna, campionato di Terza categoria. tra le fila della Gymnasium di Sassari gioca Ba, calciatore originario del Gambia. Alcuni tifosi avversari hanno indirizzato al calciatore cori razzisti ed il tipico verso della scimmia, costringendo addirittura l’arbitro a sospendere momentaneamente la gara.
In settimana in provvedimenti del Giudice Sportivo hanno deluso il club sassarese, considerando che l’unica punizione per la squadra i cui tifosi avevano fatto razzismo è una partita a porte chiuse, ma con pena sospesa.
La dura presa di posizione del club
È così che il Gymnasium nell’ultima partita ha deciso di non presentarsi in campo per protesta verso il Giudice Sportivo, organizzando anche un pranzo per la squadra avversario. Le parole del presidente Usai: “Non volevamo vittorie a tavolino o penalizzazioni, anche perché la squadra avversaria ha anche difeso il nostro calciatore“.
Continua lo sfogo del presidente della Gymnasium: “Serviva e serve un segnale duro per fare in modo che questi episodi di orribile razzismo comincino a finire. Potremo anche essere pronti a ritirarci dal campionato se le istituzioni sportive non affronteranno adeguatamente questo problema“.