“Non mi allaccio le scarpe” | Bloccato dalla patologia: carriera a rischio

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Matteo Berrettini (LaPresse) Goalsicilia

Il tennista italiano lotta con la malattia incurabile, ma stringendo i denti riesce sempre a dare tutto per lo sport che ama alla follia.

Matteo Berrettini è nato il 12 aprile 1996 a Roma, Italia. Cresciuto in una famiglia amante dello sport, Matteo si avvicina al tennis sin da giovane, ispirato dal fratello minore Jacopo, anch’egli tennista. La passione per questo sport lo porta a intraprendere un percorso agonistico, allenandosi con dedizione e perfezionando il suo gioco sotto la guida di Vincenzo Santopadre, coach che lo accompagnerà lungo tutta la sua carriera. Sin dai primi tornei, il suo talento e la sua forza fisica emergono chiaramente, rendendolo uno dei giovani italiani più promettenti.

Berrettini fa il suo ingresso nel circuito professionistico nel 2015, ma è nel 2018 che inizia a farsi notare conquistando il suo primo titolo ATP a Gstaad. La sua potente combinazione di servizio e diritto, unita a un gioco solido e a una notevole mobilità per la sua statura, lo rendono una minaccia per gli avversari. Nel 2019 vive la sua consacrazione, raggiungendo le semifinali degli US Open e scalando la classifica ATP fino alla top 10, diventando uno dei protagonisti del tennis mondiale.

Negli anni successivi, Matteo continua a consolidarsi come uno dei migliori giocatori del circuito. Nel 2021 raggiunge un altro traguardo storico per il tennis italiano: la finale del torneo di Wimbledon. Nonostante la sconfitta contro Novak Djokovic, Berrettini entra definitivamente nell’élite del tennis internazionale, rappresentando un punto di riferimento per il movimento tennistico italiano. La sua capacità di adattarsi a diverse superfici e di mantenere un alto livello di competitività lo rendono un giocatore estremamente versatile.

Oltre ai successi in campo, Matteo Berrettini è noto anche per la sua umiltà e il suo carisma. Il suo impegno e la sua dedizione ispirano giovani atleti e appassionati di tennis in tutto il mondo. Nonostante le sfide e gli infortuni affrontati, Matteo rimane un simbolo di determinazione e perseveranza, portando con orgoglio il nome dell’Italia sui campi da tennis internazionali.

La malattia

Dopo oltre un anno difficilissimo, Berrettini nel 2024 si è rialzato ed è ripartito con determinazione scalando posizioni su posizioni nel ranking chiudendo la stagione vicino al 30esimo posto ma soprattutto con la vittoria della Coppa Davis, la seconda di fila per l’Italia.

Tuttavia il tennista soffre di una malattia da quando aveva 10 anni che lo ha molto condizionato, soprattutto quando era un bambino e un ragazzino. Si tratta della spondilolisi, una patologia che colpisce la colonna vertebrale.

Matteo Berrettini (LaPresse) www.goalsicilia.it

“Non potevo neanche allacciarmi le scarpe”

In alcune interviste “The Hammer” si è approfondito il tema della spondilolisi che ha condizionato inizialmente non solo la sua carriera ma la vita di tutti i giorni. “Da ragazzino mi dissero che non potevo più giocare a tennis“.

Continua Berrettini: “Non riuscivo neanche ad allacciarmi le scarpe, mio fratello mi metteva i calzini e me le allacciava. Cos’è la spondilolisi? In pratica mi manca un piccolo osso che tiene una vertebra della schiena. Mi sono sempre rialzato e ho imparato a lottare per rialzarmi”.