Dopo un ottimo avvio di stagione ha avuto un calo a cavallo tra gennaio e febbraio che adesso la costringe a lottare per ottenere la salvezza. Parliamo della Nissa, il cui direttore sportivo è Rosario La Marca. Abbiamo fatto il punto della situazione con l’ex centrocampista ora dietro la scrivania biancoscudata, queste le sue parole a Goalsicilia.it.
Rosario, intanto mezzo passo indietro. Ormai da novembre sei stato nominato ds, come va in questo nuovo ruolo?
“Ti devo dire che sta andando molto bene, a livello personale mi sto divertendo ma mi reputo molto fortunato. Intraprendere questo percorso, con un club dal blasone importante a livello siciliano, è sicuramente una grande soddisfazione, orgoglio e riscontro sensazioni positive. Sono fortunato anche perché questa società è ben strutturata, oltre che seria, con una dirigenza molto competente. Il ruolo del ds in queste categorie solitamente è visto come uno che fa tutto, da noi è relativo perché ci sono tante persone, tutte competenti, ed ognuna al suo posto. A partire dal presidente, passando per i dirigenti ed il direttore tecnico, arrivando fino al segretario ed al team manager”.
L’ultimo colpo l’hai fatto in settimana…
“La squalifica di Ammendola per due turni a tre giornate dalla fine è pesante. Siamo sereni perché il dodicesimo è un giovane promettente, Amico classe 1997, ma ci mancava proprio numericamente un portiere visto che quello degli Allievi si è fatto male. Per questo è arrivato Fiorino che ci darà una mano”.
Nel girone di ritorno appena due vittorie con Licata e Marsala. Come mai?
“Intanto dico che contro il Marsala eravamo alla terza di ritorno, era appena arrivato il nuovo presidente e non è di certo la squadra di oggi. Così come siamo stati tra i pochi ad incontrare il Terranova al completo che voleva salvarsi, poi dopo due settimane ha mollato. Diciamo che in questi piccoli episodi non siamo stati fortunati. In più aggiungi che il nostro calendario ci fa spesso affrontare le squadre che la settimana precedente sfidano il Terranova, ergo per esempio il Favara ha tre squalificati e contro di noi al penultimo turno sarà al completo. Non per il Favara, ma di fatto è una cosa che hanno ‘utilizzato’ tutti. Detto questo abbiamo fatto ottime prestazioni, a volte ci è mancata un po’ di cattiveria e si è raccolto meno di quanto meritassimo”.
Solo due vittorie ma anche appena due sconfitte…
“Esatto, stavo per dirtelo. Se guardiamo le statistiche, siamo tra le squadre che hanno perso meno nel girone di ritorno. Il problema è che ovviamente ci è mancata qualche vittoria che oggi ci farebbe stare tranquilli, vedi il mancato successo col Terranova che di fatto hanno ottenuto tutti. Anche colpa nostra perché in quel match ci è mancato un pizzico di cinismo”.
Ti sento rammaricato…
“Sì, perché non siamo mai stati surclassati da nessuno. Per quello ti dico che ci è mancata cattiveria, un pizzico di fortuna e qualche decisione arbitrale avversa. Per esempio col Mazara il loro pari è arrivato in sospetto fuorigioco o in un altro match ci hanno annullato un gol dubbio a cinque minuti dalla fine. Attenzione, non vuole essere un alibi assolutamente. Quando abbiamo perso a Castelbuono, abbiamo sbagliato due rigori e per quello continuo a sottolineare che il problema è stato la mancanza di cattiveria. Ad Alcamo siamo usciti sconfitti senza subire tante occasioni da rete. Il nostro portiere è bravo ed ha subito pochi gol, questo a sostenere la mia tesi. Credo siamo tra le più quadrate del girone, ma siamo mancati dal punto di vista realizzativo e non mi riferisco agli attaccanti. In una stagione, oltre le punte, segnano anche difensori e centrocampisti”.
Domenica pareggio a Campofranco che vi ha lasciato tanto amaro…
“Purtroppo ci è successo quello che ci capita da qualche settimana, abbiamo la media di due o tre squalificati a partita. Se è vero che Ascia si prende due ammonizioni nel corso del match, anche se l’espulsione arriva generosamente ad inizio ripresa, ne prendiamo atto perché è un fatto ‘di campo’. Quello che è successo nel recupero è inaccettabile”.
L’espulsione di Ammendola…
“Il nostro portiere, capitano dell’anno scorso e capitano senza fascia quest’anno, sta battendo la rimessa dal fondo. Da diversi minuti delle persone che sono dietro la sua porta, credo fossero due o tre, gli tirano delle pietre e gli sputano. Non so neanche se quel settore sia agibile. Insomma lui prende le pietre in mano e le fa vedere alla terna, all’ennesimo sputo va a chiarirsela faccia a faccia. Il guardalinee segnala che Ammendola ha risposto allo sputo e di conseguenza viene espulso ricevendo anche due turni di squalifica”.
Vi ha innervositi questa cosa…
“Lasciando perdere che un attaccante è dovuto andare in porta negli istanti finali, ma per fortuna il triplice fischio è arrivato presto. L’altro assistente, non contento, richiama l’attenzione dell’arbitro e fa buttare fuori Ferraro dalla panchina. Avevamo già espulsi Ascia e Ammendola, oltre all’ammonizione pesante di Costanzo che era diffidato, quindi il rosso alla panchina effettivamente mancava… Io non voglio dire che i miei giocatori siano santarellini, ma buttare fuori anche uno dalla panchina a pochi istanti dal termine dopo aver espulso il portiere mi sembra un eccesso di protagonismo. Ribadisco, nasce tutto da una nostra rimessa dal fondo”.
Avete chiesto ad Ammendola e Ferraro cosa fosse successo?
“Il portiere sostiene di essere andato da queste tre persone a chiedere di smetterla. Ferraro invece dice che dalla panchina ovviamente si sono agitati tutti senza eccedere, quindi non si spiega perché proprio a lui il rosso”.
Il guardalinee però ha segnalato uno sputo di Ammendola…
“Marco (Ammendola, ndr) è l’unico a sapere la verità. Io posso fare delle valutazioni solo in base alla conoscenza che ho della persona e basta dire che è un capitano senza fascia, uomo simbolo che dà l’esempio dentro e fuori dal campo. Immaginare che possa perdere la testa, mentre sta battendo una rimessa e tutti stanno guardando lui, mi fa molto strano. Anche se non lo ha fatto Ammendola sarà multato, perché comunque sia doveva evitare qualsiasi tipo di situazione che potesse compromettere”.
Avete un calendario tutt’altro che semplice. Troina e Paceco in casa, Favara fuori. Che speranze?
“Venderemo carissima la pelle. Ci giocheremo le nostre chance contro le due squadre di testa tra le mura amiche e faremo una partita gagliarda e battagliera a Favara. Abbiamo necessità di fare più punti possibili. Non ci meritiamo di essere in questa posizione in classifica, per quattro o cinque gare siamo stati ad un passo dalla zona play off. La classifica è sempre stata corta, anche in virtù dei punti che Marsala e Terranova per forza di cose concedono, mentre noi ce li siamo sudati”.
Siete motivati però…
“Sì, perché forse questa necessità di far punti a tutti i costi è un vantaggio. L’unica cosa che rimprovero alla squadra è di non avere avuto la maturità tale da riuscire a prendersi quel quinto posto quando il calendario ce lo permetteva. Insomma a cavallo tra gennaio e febbraio abbiamo vissuto un periodo pessimo, non abbiamo mai perso ma neanche vinto, e forse una sconfitta ci avrebbe dato una scossa. Adesso ci siamo rimboccati le maniche e daremo tutto negli ultimi 270 minuti della stagione”.