Corrado Mutolo, allenatore della Parmonval che mercoledì ha ottenuto la salvezza nel campionato di Eccellenza A, ha fatto un bilancio della stagione togliendosi anche qualche sassolino. Ecco le sue parole in esclusiva a Goalsicilia.it.
VITTORIA SUL CAMPOFRANCO: “Per fortuna per noi, e purtroppo per loro visto che al Campofranco sono legato, gli stimoli erano diversi. Noi ci giocavamo la salvezza, loro sapevano già che avrebbero dovuto fare i play out. Ad ora di pranzo abbiamo saputo che era stato rigettato il ricorso del Castelbuono, da lì abbiamo tirato un sospiro di sollievo perché c’era la consapevolezza che la vittoria sarebbe valsa la salvezza a prescindere dagli altri”.
SITUAZIONE CASTELBUONO: “Non è una bella cosa, sia per quanto riguarda la partita in sé, sia per il ricorso. Non so se il Castelbuono avrà ragione o meno, a me poco importa perché noi siamo comunque salvi. Tuttavia non è una bella cosa perché queste situazioni non dovrebbero accadere, anche un ricorso non si dovrebbe sbagliare per un dettaglio”.
IL CALCIO CHE CAMBIA: “Purtroppo in negativo. Non ci sono più le figure professionali di una volta, ricordiamoci che stiamo parlando del massimo campionato regionale. È un campionato che viene chiamato dilettantistico ma di fatto non ci si comporta da tali. Ci sono i doveri dei professionisti con i diritti dei dilettanti, però mancano le figure professionali adeguate. La colpa è di tutti”.
ALLENATORI: “Non ci sono più gli allenatori che arrivano dalle gavette, oggi un allenatore qualsiasi dopo mezza buona stagione è già convinto di essere arrivato. Io ho dovuto fare tanti anni di gavetta prima di arrivare all’Eccellenza e quando mi confrontavo con tecnici di un certo spessore, tanto di cappello e massimo rispetto. Al mio primo anno, quando allenavo il Campofranco, sono stato premiato per il miglior gioco di Eccellenza ma non mi sarei mai permesso di denigrare il lavoro altrui”.
DIRIGENTI: “Non ci sono i direttori sportivi di una volta, gente che capiva parecchio di calcio e sapeva davvero gestire una società. Non ci sono più neanche i presidenti di una volta, se ti davano una parola la mantenevano. Bisogna fare in modo che i presidenti abbiamo dei titoli per farlo, non si possono vedere disoccupati messi a fare i presidenti, che garanzie possono dare? Io Federazione dovrei fare in modo che se tu prendi degli impegni economici, devi essere in grado di portarli a termine. Come una qualsiasi azienda insomma”.
LA LEGA: “Dovrebbe intervenire e attuare dei provvedimenti. Dire alla società X o al presidente Y che se tu ti impegni a spendere 100, devi garantire che questi 100 ce li hai davvero”.
I GIOCATORI: “Dovrebbero accordarsi per il loro valore. Oggi ci sono calciatori che si accordano per prendere 1000 e ne valgono meno di 500, poi alla fine infatti non li prendono. Ci sono tante cose da rivedere per cambiare il sistema”.
TERRANOVA E MARSALA: “Bisognerebbe evitare che risucceda in futuro quello che hanno vissuto quest’anno queste due squadre. Il Marsala non si può ridurre ad avere tutti questi debiti che, anche in caso di salvezza, avrebbe potuto non iscriversi al successivo campionato. Dove stanno i controlli? Non si può vedere un Gela che termina la stagione prendendo 10 gol a partita. Stiamo parlando, ribadisco, del massimo campionato regionale”.
ARBITRI: “Per migliorare la situazione occorre assolutamente un connubio tra Lega, società e anche gli arbitri. Quest’anno si sono visti direttori di gara non di livello e, tra l’altro, anche designazioni davvero non all’altezza. Noi abbiamo avuto per più partite gli stessi arbitri, dovendoci giocare la salvezza, non è normale. Per un grossolano errore arbitrale a Licata abbiamo rischiato di dover rinunciare alla salvezza, non è possibile una cosa del genere”.
ARBITRO DATTILO: “Nel corso del match con il Dattilo l’arbitro ha avuto un atteggiamento nei confronti dei calciatori di assoluta confidenza, mi riferisco ad entrambe le squadre, ma non posso fare esempi perché dovrei citare termini volgari. Quando un arbitro usa questo tipo di linguaggio, deve accettare che lo facciano anche calciatori o tecnici e non sentirsi giustificato solo perché ha la divisa. Invece io là per essere andato un pelo sopra le righe sono stato espulso, zero uniformità”.
ECCELLENZA A 18 SQUADRE: “Sono aperto a tutto, nel senso che comunque o 16 o 18 ben vengano, ma basta che si faccia calcio. In Puglia fanno un girone unico, con giocatori di un certo livello e società che rasentano il professionismo. In Audace-Bitonto c’erano fior fior di calciatori, lo stadio pieno, una cosa impressionante. Fare un campionato a 18 squadre ci può stare, basta che ci sia la certezza che tutte possano arrivare tranquillamente a fine anno e non si falsi la stagione già a gennaio”.
PARMONVAL, SITUAZIONE INIZIALE: “Ad inizio anno abbiamo fatto delle scelte, tesserando dei giocatori che cercavano rilancio. Mi riferisco a Mirko Alletto e a Gianluca Palmiteri. Per problemi loro personali hanno deciso di cambiare, il primo ha smesso, il secondo è andato a Partinico. Giocatori di qualità che venivano da annate particolari, come abbiamo fatto con Cipolla e Grillo che ci hanno dato una grossa mano. La Parmonval ha un budget ridotto, inoltre molti calciatori rifiutano la destinazione per la struttura, ma non mi posso lamentare, perché quando ho scelto la Parmonval sapevo a cosa andavo incontro. È normale che avrei voluto qualcosina in più nel parco giocatori”.
MERCATO DICEMBRE: “Posso dire che la società si è impegnata davvero tanto, ma credimi in tanto hanno declinato le nostre proposto rifiutando di venire da noi. Fortunatamente abbiamo preso La Mattina e Sposito che si sono rivelati fondamentali e meno male che sono arrivati perché saremmo stati contati senza loro”.
FUTURO: “Ci sono stati degli errori, non lo dico io ma lo hanno detto anche in società, che in futuro non vanno assolutamente ripetuti”.
STAGIONE ALTALENANTE: “Tutti dicono che abbiamo fatto un miracolo a salvarci, secondo me è solo frutto di un grande lavoro ma non è un miracolo. Il mio rammarico, come sa benissimo la squadra, è di non aver inculcato ai ragazzi a 360 gradi la mentalità che poi ti porta alla continuità dei risultati. Molti addetti ai lavori ci davano per mediocri e spacciati, ma io ho fatto due calcoli e senza i punti che abbiamo perso per ingenuità, o per errori nostri o degli arbitri, ne avremmo 15 in più. Siamo la seconda migliore difesa, insieme al Troina e dietro solo al Paceco e, senza i quattro gol subiti a Dattilo dove abbiamo dormito, forse saremmo la migliore difesa in assoluto senza avere avuto Bonito nel girone di ritorno”.
IL GRUPPO: “La mia squadra potrebbe avere limiti tecnici o caratteriali, ma non ci sono parole per elogiare questi ragazzi. Dal 25 luglio hanno sempre lavorato con professionalità, ci siamo anche allenati il 25 aprile di pomeriggio, trascurando le famiglie e tutto. Gli e mi rimprovero che non siamo stati continui, ma posso solo dire grazie perché sono stati eccezionali sotto tutti i punti di vista”.
MOMENTO SCORAMENTO: “In tante partite ci siamo divorati l’impossibile e questo un po’ mi scoraggiava, ma poi ci si rimboccava le maniche e si ripartiva. L’unico match in cui sono rimasto davvero deluso è quello col Dattilo, atteggiamento incomprensibile e abbiamo preso quattro gol”.
DIMISSIONI: “Quest’anno mi sono dimesso due volte, anche se non l’abbiamo reso pubblico. Mi sono dimesso dopo la gara col Favara a gennaio, anche se la società mi ha convinto a restare facendomi capire quanto tenesse a me. Poi mi sono dimesso dopo la sosta, un mese fa insomma, perché vedevo la squadra appiattita e scoraggiata. C’era stato un po’ di nervosismo in allenamento, quindi la sera ho deciso di andare via sia perché ero arrabbiato, ma anche perché volevo che i ragazzi avessero una scossa. Mi hanno preso per pazzo, società e calciatori, sono rimasto e la squadra si è ricompattata facendo una grande partita a Mazara”.
UOMO COPERTINA DELLA STAGIONE: “Lentini ha fatto 10 gol e se la classifica cannonieri fosse reale, visto che in tanti hanno fatto triplette e poker con il Terranova, sarebbe sicuramente molto più in alto. Tutti meritano tanti elogi, ma i calciatori che mi hanno dato una grossa mano sono stati Ciccio e Ivan Tarantino, Rappa e Bonito sia prima che dopo l’infortunio. Loro sono stati il valore aggiunto, soprattutto nei momenti di difficoltà”.
SASSOLINO: “In parte qualcosa ho già detto. Dagli errori della Federazione a quelli degli arbitri, al fatto che non esista la meritocrazia nel nostro mestiere. Io sono ambizioso, ma cerco sempre di imparare e ad un certo punto ho pensato di smettere di allenare. Per me questo è lavoro, ma avere a che fare con società serie oggi è difficile. Per questo dirò sempre grazie alla Parmonval che mi permette di fare quello che amo e per giunta vicino casa”.
FRUSTRAZIONE: “Molti ragazzi che alleno o ho allenato mi dicono spesso che quella determinata cosa non l’avevano mai fatta. Questa per me è una grande gratificazione, ma anche una piccola frustrazione. Mi piacerebbe avere la possibilità di allenare in categorie superiori, anche se ormai il calcio va sempre peggio. Con molta sincerità l’Eccellenza mi comincia a stare stretta, quindi dico che se devo continuare così spero di farlo a vita alla Parmonval. Di certo non ripeterò l’errore di tre anni fa”.
SASSOLINO-BIS: “C’è tanta invidia nei miei confronti, oltre a qualche pregiudizio. Qualcuno dice in giro che io non ho mai un buon rapporto con i calciatori, ovviamente è falso. Io però non sono di quelli che ama andare a bere una birra con i ragazzi o scherzare durante gli allenamenti. A me piace allenare in campo, do e pretendo rispetto, poi se c’è da mangiare una pizza tutti insieme lo faccio con piacere. Molti allenatori giovani sono convinti che c’è da instaurare un rapporto fino a farsi dire ‘ti voglio bene’, ma l’importante è saper essere professionali sul campo. Se facessi leggere i messaggi che mi hanno mandato i miei ragazzi durante l’anno, ci si renderebbe conto che non sono così odiato come dice qualcuno. In passato alcuni calciatori mi hanno dato del rompi palle, oggi so per certo che farebbero carte false per lavorare con me”.
I SETTORI GIOVANILI: “Prima c’erano allenatori ad hoc per i giovanissimi, che avevano l’unico obiettivo di far crescere i calciatori. Oggi si pensa che dopo un anno buono come settore giovanile si è pronti al salto in prima squadra, ma non è la stessa cosa. Recentemente ho visto tante partite di Allievi in particolare, vedendo oltre 200 ragazzi, ma credimi che in Eccellenza, ribadisco in Eccellenza, potrebbero giocarci solo due o tre, numeri bassissimi. Tutti lo pensiamo e nessuno lo dice, molti colleghi evitano di essere così chiaro, ma è arrivato il momento di dire basta per il bene di tutti”.
SASSOLINO-TRIS: “Porto rispetto a tutti. Mi ha dato fastidio la mancanza di rispetto di un paio di colleghi quest’anno, ma preferisco non fare i nomi. Dico solo che avevano delle Ferrari in mano ma non sono stati in grado di guidarle. Contro uno di loro, a causa delle tante defezioni, ho dovuto fare catenaccio e si è permesso di dire che questo non è calcio. Quando ero a Campofranco facevo un 4-3-3 che ci ha portato a segnare oltre 80 gol e ci sono ancora i video a testimoniarlo, magari si ricrede. Gli ho risposto che con un quarto del suo budget avrei potuto fare davvero un signor calcio. Io quest’anno ho giocato con Lentini che nell’ultimo mese andava avanti ad infiltrazioni, con Messina che stava bene o meno bene ma doveva per forza giocare. Guardavo la panchina e avevo solo ’99, ma di che stiamo parlando?”.
STIMA: “Come dicevo prima ho davvero rispetto per tutti, soprattutto per chi mi rispetta. Stimo tantissimo mister Mazzara del Paceco, mister Terranova della Folgore e mister Formisano del Dattilo”.
FUTURO ALLA PARMONVAL?: “Il rifacimento del campo è fondamentale, ma non solo per me, questa società ha bisogno di energie nuove per avere progetti più ambiziosi. Adesso è arrivato il momento di fare una stagione ambiziosa, sarò felice di farlo con la Parmonval ovviamente”.