Morto dopo il combattimento: K.o. fatale per il pugile | La paga era stata una miseria

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Lutto (Pixabay) Goalsicilia

Dramma nel mondo dello sport e della boxe, l’atleta muore dopo un incontro duro e una paga al di sotto della media.

La storia dello sport è costellata di talenti straordinari che hanno lasciato un segno indelebile nonostante la loro scomparsa prematura. Uno degli esempi più celebri è quello di Ayrton Senna, leggenda della Formula 1, morto nel 1994 durante il Gran Premio di San Marino. Senna, con i suoi tre titoli mondiali, è considerato uno dei più grandi piloti di tutti i tempi. Un’altra figura tragicamente scomparsa è Kobe Bryant, icona del basket NBA, morto in un incidente in elicottero nel 2020. Il suo impatto sullo sport e sulla cultura popolare è stato immenso, e la sua perdita ha scosso il mondo intero.

Anche il calcio ha vissuto drammi profondi, come la morte di Davide Astori, capitano della Fiorentina, deceduto nel 2018 a causa di un arresto cardiaco durante il sonno. La sua scomparsa ha evidenziato l’importanza della prevenzione medica nello sport professionistico. Un altro esempio è Emiliano Sala, il calciatore argentino scomparso in un incidente aereo nel 2019 mentre si trasferiva alla sua nuova squadra in Inghilterra. Entrambi hanno lasciato un vuoto non solo nei rispettivi club, ma anche tra i tifosi di tutto il mondo.

Il mondo dell’atletica leggera ricorda atleti come Florence Griffith-Joyner, sprinter statunitense famosa per i suoi record mondiali, morta a soli 38 anni nel 1998 a causa di un attacco epilettico. Anche Steve Prefontaine, una delle promesse più brillanti del mezzofondo americano, è morto in un incidente stradale a soli 24 anni, interrompendo una carriera che avrebbe potuto rivoluzionare lo sport.

Nel pugilato, due tragedie emblematiche sono quelle di Benny “Kid” Paret e Kim Duk-koo. Paret, pugile cubano, morì nel 1962 dopo essere stato colpito ripetutamente durante un incontro. Kim, pugile sudcoreano, perse la vita nel 1982 a seguito di un combattimento intenso che portò a una revisione delle regole del pugilato per garantire maggiore sicurezza. Queste storie ricordano i rischi di uno sport tanto affascinante quanto pericoloso.

Morto a 29 anni

Il mondo della boxe piange uno dei suoi talenti che, proprio a causa di questo sport, è morto prematuramente a 29 anni. Si tratta di Hassan Mgaya, pugile dei pesi leggeri tanzaniano, che finora in carriera aveva disputato otto incontri.

Per lui tre vittorie, tre sconfitte e due pareggi prima della prematura scomparsa. Mgaya, durante un incontro con l’avversario Paul Elias, è crollato sul ring apparendo sin da subito grave. Per questo è stato portato velocemente al pronto soccorso di Sinza.

Hassan Mgaya (Instagram) Goalsicilia

I colpi in testa e la morte per 23 euro

Durante il quinto round, Elias ha sferrato più colpi alla testa di Mgaya che all’improvviso è crollato sul ring perdendo i sensi. La situazione è apparsa subito grave, da qui il ricovero in più ospedali ma non c’è stato nulla da fare. Ad annunciarne la scomparsa è stata la WBC, il Consiglio Mondiale della Boxe.

A rendere più drammatica tutta questa vicenda, il compenso previsto per l’incontro che ha portato alla morte Mgaya. Si tratta di 60.000 scellini tanzaniani, poco meno di 24 euro. “Sentite condoglianze alla famiglia e agli amici del nostro amato campione. Riposa in pace” si legge nel comunicato della WBC.