Morto a 36 anni: infarto durante gli allenamenti | Allenatore in lacrime dopo la notizia
L’atleta si è spento all’improvviso a causa di un malore improvviso. Sgomento, dolore e tristezza in tutto l’ambiente.
La morte improvvisa di atleti e sportivi per malattie o malori è un tema che ha scosso profondamente il mondo dello sport. Tra i casi più emblematici, quello di George Best, leggenda del calcio britannico, che ha lottato a lungo contro problemi di salute legati all’alcolismo, fino alla sua morte nel 2005. Un altro caso è quello di Stefano Borgonovo, attaccante italiano che ha combattuto coraggiosamente contro la SLA, una malattia neurodegenerativa che gli è stata fatale nel 2013.
Le morti improvvise durante gare o allenamenti hanno lasciato segni indelebili. Piermario Morosini, centrocampista del Livorno, si è accasciato sul campo nel 2012 a causa di un arresto cardiaco durante una partita. Simile è la tragica vicenda di Antonio Puerta, giovane talento del Siviglia, morto nel 2007 dopo un malore in campo provocato da una displasia aritmogena del ventricolo destro, una malattia genetica che gli aveva compromesso il cuore.
Non mancano gli esempi di atleti che, pur lontani dai campi, hanno perso la vita per malattie che li hanno colpiti durante la carriera o subito dopo il ritiro. Sinisa Mihajlovic, noto allenatore e ex calciatore serbo, ha lottato contro una forma aggressiva di leucemia fino alla sua scomparsa nel 2022. Lo stesso vale per Miklos Féhe, giocatore ungherese del Benfica, che è deceduto nel 2004 per un’aritmia cardiaca durante una partita, nonostante i tentativi di soccorso immediati.
Queste storie, dolorose e spesso inaspettate, evidenziano l’importanza della prevenzione e del monitoraggio della salute degli atleti. Esemplare è il caso di Davide Astori, capitano della Fiorentina, morto nel sonno nel 2018 a causa di una cardiomiopatia aritmogena, una patologia mai diagnosticata. Altrettanto drammatica è stata la scomparsa di Marc-Vivien Foé, calciatore camerunense, deceduto nel 2003 durante una partita per un arresto cardiaco.
I rischi per i culturisti
La morte di culturisti per malattie o complicazioni legate alla loro attività è un fenomeno che ha acceso molti dibattiti. Rich Piana, noto bodybuilder americano, è deceduto nel 2017 dopo un collasso improvviso, legato probabilmente all’uso di sostanze per migliorare le prestazioni. Un caso simile è quello di Andreas Münzer, bodybuilder austriaco morto nel 1996 a soli 31 anni per insufficienza multiorgano, attribuita all’abuso di steroidi e diuretici.
Anche atleti più recenti hanno subito tragiche sorti. Shawn Rhoden, ex campione di Mr. Olympia, è morto nel 2021 a 46 anni per un attacco cardiaco. Dallas McCarver, giovane promessa del bodybuilding, è deceduto nel 2017 per insufficienza cardiaca.
Addio al “Mutante” Golem
La storia che vi raccontiamo oggi è quella di Illia Golem, bodybuilder soprannominato “La Bestia” o “Il Mutante”. Il bielorusso è morto a 36 anni pochi mesi fa a causa di un arresto cardiaco mentre era in casa con la moglie e i tentativi di soccorso sono stati inutili.
Alto 1.85 m per 170 kg, Golem non ha mai partecipato a competizioni di body building ma sui social esprimeva la sua soddisfazione per la trasformazione del suo corpo. Consumava oltre 16.000 calorie al giorno, divise in otto pasti, alternate a sessioni pesantissime di allenamenti. Ovviamente, come spesso accade per questo sport, faceva anche uso di farmaci.